Ne ho avuti parecchi: il primo che rammento lo chiamavamo Arsenio Lupin per quanto era dedito al furto. Lo ricordo correre nei campi trascinando una collana di salsicce rubate al contadino, alla mamma sottrasse un intero pollo arrosto riuscendo con pazienza ad aprire un armadietto chiuso a chiave, le portò via una cotoletta al volo mentre la stava adagiando nella padella per friggerla. Era un soriano enorme, scorbutico e facilmente irritabile; ricambiava le mie carezze con graffiate che io cercavo sempre di nascondere alla mamma che mi diceva di non toccarlo. Malgrado fosse un ingrato e moralmente da condannare, lo adoravo. Un giorno d’ inverno, sparì. Fu un vero dispiacere per me anche perché avevo
I GATTI
Ne ho avuti parecchi: il primo che rammento lo chiamavamo Arsenio Lupin per quanto era dedito al furto. Lo ricordo correre nei campi trascinando una collana di salsicce rubate al contadino, alla mamma sottrasse un intero pollo arrosto riuscendo con pazienza ad aprire un armadietto chiuso a chiave, le portò via una cotoletta al volo mentre la stava adagiando nella padella per friggerla. Era un soriano enorme, scorbutico e facilmente irritabile; ricambiava le mie carezze con graffiate che io cercavo sempre di nascondere alla mamma che mi diceva di non toccarlo. Malgrado fosse un ingrato e moralmente da condannare, lo adoravo. Un giorno d’ inverno, sparì. Fu un vero dispiacere per me anche perché avevo