NONNA RACHELE

PIPPO


Stava dentro nell ‘uovo coi suoi fratelli sotto la chioccia, ma aveva fretta di nascere e nacque tre giorni prima. ( Del resto come me che sono nata di otto mesi.)  Questo fatto creava dei problemi perché lasciandolo sotto la chioccia sarebbe stato schiacciato tra le uova  ancora chiuse.  Solo non poteva stare perché di notte era freddo. Era durante la guerra; gli zii erano sfollati da noi ed io e mio cugino Pierfranco eravamo diventati inseparabili e decidemmo di prenderci cura noi del pulcino. Ci fu il battesimo: PIPPO.
Dopo di che, diventammo abilissimi cacciatori di mosche che lui gradiva molto; gli davamo anche briciole di pane, a quei tempi preziose, ma lui era carnivoro dichiarato. Era libero di giorno di scorazzare in giardino, dove precoce come era, razzolava come una gallina adulta e ogni tanto trovava qualcosa di invisibile per noi ma non per lui che lo ingoiava rapidamente. Appena catturata una mosca lanciavamo il grido: PIPPO e lui accorreva con il becco già aperto. Essendo in due a cacciare, lui faceva delle scorpacciate e gli veniva il gozzo tutto torto. Di notte dormiva con me in una scatola  con la bambagia. Dopo tre giorni nacquero i fratellini e mamma che aveva paura lo facessimo crepare lo restituì alla chioccia che lo portava in giro con gli altri, lui la seguiva, però se sentiva chiamare PIPPO accorreva e non dava retta disperati KLOC   KLOC  della sua mamma, correva da noi  e finiva che doveva essere lei a rincorrerlo arrabbiata come tutte le madri cui qualcuno si è permesso di viziare i figli. La sera quando la chioccia gonfia come un pallone nascondeva i pulcini sotto le penne per tenerli caldi, io e Pierfranco, che avevamo tenuto a parte qualche cadavere di mosca per lui chiamavamo PIPPO, si vedeva un tramestio e appariva la sua testina  furba, felice della buona notte che eravamo andati a dargli. Crebbe ma ci conosceva sempre e veniva da noi spesso dopo che la chioccia finito il suo ruolo si era licenziata . Avevamo scongiurato le nostre madri che non venisse messo in pentola PIPPO ....assolutamente NO.  Un giorno durante un forte temporale ci fu un gran vento che fece precipitare un vecchio cancello di legno su di lui e lo uccise. Le nostre madri sempre a corto di cibarie, lo misero arrosto ma noi due  non volemmo assaggiarlo. Credete fu un vero dispiacere!   Nonna Rachele