NONNA RACHELE

SARNUSA


A volte ricordo alcuni tipici abitanti del mio paese. Quelli che Anatole France chiama: ridicoli e compassionevoli. Non ho mai saputo il suo vero nome perché tutti lo chiamavano: SARNUSA. Questo soprannome era dovuto alla sua irrefrenabile curiosità. Quando riusciva a guardare dentro una finestra sembrava anche che annusasse, tipo cane da tartufi.
Viveva con la vecchia madre, faceva il bracciante, era un gran lavoratore, premuroso, sempre sorridente e risultava simpatico. Quando rimase solo fu sempre pulito e ordinato e si prese cura della casa in modo maniacale. A quei tempi in paese non esistevano le chiavi perciò  la gente  lo trovava spesso in casa che guardava nei cassetti, ma non ha mai rubato niente, né andava a spettegolare facendo la cronaca di queste sue perquisizioni. Da noi non venne mai dentro, credo avesse soggezione di mamma, ma quando lavorava in giardino lanciava occhiate concupiscenti verso l’interno e annusava. Magari adesso mi farebbe comodo, perché a volte non ricordo dove ho messo una data cosa e avrei potuto ricorrere a lui che certo lo avrebbe saputo, evitando così di perdere tempo. Io che non sono curiosa non ho mai capita questa sua mania che avrà certamente un nome scientifico che non conosco. Papà rideva, ma lo capiva e a volte lo chiamava perché lo aiutasse a riordinare una camera  contenente martelli e altri attrezzi per semplici riparazioni, ma soprattutto un armadietto con tanti cassettini per chiodi, viti etc. Quello era per lui un giorno benedetto, si vedeva la gioia che provava  a sarnuser (termine dialettale ) ovunque. Un giorno ,non vedendo le finestre aperte della sua casa, i vicini entrarono e lo trovarono a letto immobile e sorridente. Era andato ad esplorare la grande incognita di cui tutti noi siamo curiosi. Gli abitanti del paese, poiché non aveva parenti, si divisero le poche cose che possedeva e la casupola andò al Comune . NONNA RACHELE