NONNA RACHELE

SOPRAVVISSUTA


Cara Nemesi, tu sei senz’altro una persona molto accurata nel selezionare ciò che mangi e mi sei anche molto simpatica, attenta però a non esagerare…perché si muore poi anche di fame! Una cosa però mi lascia perplessa, non parli mai di sigarette. Fumi ? Sono queste bombe a orologeria che mi hanno dato i più grandi dolori e mi hanno tolto tanto. Dico, mangiare, magari cercando di stare attenti è necessario …. Fumare NO! Non sarebbe il caso di battere su questa verità che tutti conoscono ma troppo pochi mettono in pratica? Io ho dietro le spalle una lunga vita, ho visto molte cose e mi sono fatta la convinzione che ai veleni che ci propinano, piano,piano ci abituiamo e li combattiamo con gli anticorpi  che si formano in noi. Certo se qualcuno avesse ibernato una persona duemila anni fa e la scongelasse ora, nel giro di una settimana morirebbe avvelenata dal cibo e dall’aria. Comincerò col dirti che durante la guerra ero impiegata in un Mulino; entravano i contadini reduci delle stalle con le scarpe incrostate di sterco di mucca e lasciavano in giro certe cotolette che non ti dico, poi il mugnaio, una volta macinato il grano che gli avevano portato, travasava la farina nei sacchi e durante questa operazione non so  se per disattenzione o per interesse ne cadeva in terra. Partito il contadino, tutto veniva spazzato nella botola a beneficio del prossimo cliente. In paese c’ era poi un negozietto che vendeva alimentari, chiamiamoli così dato che noi li abbiamo sempre mangiati: in terra era posato un sacco di riso con dentro una tacchina che covava, il burro era in pani da un chilo, se ne comprava un etto e ricordo che la ditata per staccarlo dal coltello era scuretta e ce la portavamo a casa. Dai cassetti che contenevano pasta usciva spesso qualche farfallina e sul fondo c’erano degli insetti piccoli, neri e durissimi  chiamati  il pizzetto. Al forno  l’ impastatura era eseguita con forza dal fornaio a torso nudo che per la fatica e il caldo gocciolava copiosamente sudore nella pasta. Nessuno se ne lamentava era così … e basta. Il macellaio non aveva nessun controllo dal veterinario e poteva vendere anche un animale già morto per conto suo. La scadenza avevamo modo di verificarla quando trovavamo i bachi nel prodotto. Poi mi sono sposata e mia suocera faceva tutte le domeniche una torta con un etto di margarina che riteneva molto salutare. Non ti dico poi il detersivo che abbiamo inghiottito, in quanto sempre mia suocera ne usava molto per i piatti e dimenticava spesso di sciacquarli. Quando potevo rimediavo io di nascosto, perché si sarebbe offesa. In seguito, poiché era finita la guerra, arrivarono prodotti che erano appetitosi, ma cosa ci fosse dentro era gelosamente custodito dalle Ditte che non volevano essere copiate. Ora è obbligatorio indicare la composizione, ma no essendo laureata in chimica non so spesso di cosa si tratti. A volte trovo: senza grassi idrogenati, va bene ma quando non vengono nominati, non ci sono o è, diciamo, una dimenticanza? Ho 84 anni, ragionevolmente pare che questo regime non sia stato troppo deleterio. Sui prodotti biologici ho qualche sospetto che purtroppo qualche volta mi è stato confermato. Però sono lo stesso favorevole in quanto esiste anche l’ effetto placebo. Se ci nutriamo, senza dubbi che sia genuino, lo faremo con entusiasmo e non può fare che bene. Vuoi che proviamo, una volta tanto, a mangiare qualcosa che ci piace molto senza sezionarlo e analizzarlo?  Una cosa che non capisco però è perché le Ditte mettano veleni in ciò che producono? La domanda sembra ingenua: spendono meno e guadagnano di più! Ma se in questo modo ci uccidono, restano senza  clienti, e allora ? MAH