NONNA RACHELE

INDIFFERENZA


C'era in paese una famiglia composta dalla madre, un figlio e una figlia. ( Del  padre non ho mai sentito parlare, probabilmente era morto da tempo .) Erano talmente buoni che per definirli userò un eufemismo: erano strani. In campagna a quei tempi non si usavano i cognomi ma solo SCOC =MAI ( Soprannomi ) e quelle persone venivano chiamati: I BAMBASOUN dal dialetto, che mi dispiace tradurre, diciamo ingenui…… Abitavano in un piccola casa con un appezzamento di terreno adibito ad orto. La madre aveva alcune particolarità: preparava  tutti i lunedì  un pentolone di minestrone che doveva durare fino al sabato. Ve lo immaginate, non esisteva il frigo e d’estate non so…..La domenica veniva sempre santificata con un pezzo di carne e i quadrettini in brodo, il pane però lo cuoceva e poi lo nascondeva, in modo diceva, che duro se ne mangiasse meno. La casa era così pulita da far invidia ad una camera operatoria, i vetri talmente tersi che parevano inesistenti. Tutto il giorno, quando non coltivava l’orto, puliva e lustrava, però se non pioveva e anche se faceva freddo dovevano mangiare e lavarsi fuori casa, per non sporcare. Il figlio Pieretto lavorava come bracciante e tutti erano molto contenti di lui, era un po’ lento ma  prendeva ciò che gli davano e ringraziava sempre. La figlia Teresa andava a giornata da tutti, veniva anche da noi ad aiutare quando c’erano le pulizie di Pasqua . La Tata era contenta, ma doveva spiegarle sempre cosa doveva fare poi ricordarsi di andarla a fermare perché altrimenti continuava a pulire il pulito. Ricordo ancora i MALEGRESA’ (accidenti ) che lanciava la Tata, che l’aveva dimenticata e lei erano due ore che lucidava i candelieri. Povera Teresa così buona, peccato non avesse un  timer, perché una volta programmata sarebbe stata perfetta. Sono stata cattiva non ho rinunciato alla battuta ! Pieretto aveva molti amici della sua età ed era felice che lo accettassero anche se lo prendevano in giro, lui non era permaloso e se qualche adulto li sgridava prendeva la loro difesa. Gli facevano degli scherzi, ma sono certa che non avrebbero mai pensato che uno di questi potesse finire in tragedia . C’era una ragazza  molto bella e molto capricciosa; figlia unica di contadini abbienti si divertiva a tenere sulla corda i pretendenti. Pieretto l’adorava, ma si accontentava di guardarla a bocca aperta e mai si sarebbe sognato di avvicinarla se i suoi amici   d’accordo con lei non gli avessero detto che si era innamorata  di lui e di farsi avanti. Balbettando per l’emozione cercò di parlarle. Lei stette al gioco per un po', ma poi si stancò e gli disse che aveva scherzato. Il giorno dopo quando Susanna aprì la finestra, lo vide impiccato  a un albero. Questo per me era già tremendo, ma il seguito  mi fa ancora più male. Il povero ragazzo venne fatto scendere dall’albero, caricato su una carriola e portato a casa da alcuni ragazzetti che ridendo salmodiavano  imitando il prete ai funerali.  Quello che mi indigna è che nessun adulto sia intervenuto a mettere fine a questo scempio…..ma avevano fretta di liberarsene. Ecco Ale, l’ho raccontato, però adesso sto male e sono passati più di settant’anni  e questa storia non piacerà a nessuno. Allora perché l’hai fatto….? Perché vorrei essere assolta da voi. Io ho sentito i ragazzi  cantare e mi sono arrabbiata perché pensavo facessero il funerale ad un animale e non sono andata a  vedere non tollerando questo trattamento nemmeno per un cane o un gatto.NONNA RACHELE