NONNA RACHELE

I GIORNI DELLA MERLA....E GLI ALTRI


Per farvi dimenticare la storia terribile, cerco di farvi stare allegri  raccontandovi le mie vicende estive. Questo è il mio regalo di Natale e guai a non ridere, i vecchi sono permalosi…….Dunque in inverno esistono i giorni della merla, a luglio pare invece ci siano quelli della m…da. Già al mio arrivo in campagna ho avuto qualche preoccupante divergenza di opinioni col water e notavo che l’attrito si aggravava. Una mattina mi sono alzata e pareva una comune, noiosa giornata da passare nella beata pigrizia, finchè non sono andata in cantina e tutto si è improvvisamente vivacizzato. La   m…da  correva sul pavimento e ho avuto l’ impressione che lo facesse con compiacimento emanando effluvi concentrati che non avevano niente a che fare con CHANEL N. 5. Le parolacce che la distinta signora Rachele ha esternato, per fortuna solo fra i denti, facevano concorrenza a uno scaricatore del porto. ( Quando ce vò ,ce vò ! )Questo mio insolito linguaggio però non ha fermato il torrente. Meno male che posseggo un idraulico, anzi due perché ha un socio. Mi precipito e spiego il problema a una indifferente segreteria telefonica, fredda alla mia dissertazione. A mezzogiorno mi raggiunge la gentile consolante voce dell’ incauto che mi prometteva al più presto una sua graditissima visita. Intanto armata di ramazza, secchio e detersivo ho tentato  di  rendergli la visuale accettabile. Tutti sanno quanto sono schifiltosa e mi veniva voglia di buttarmi nel pozzo che c’è a poca distanza…..ma non avevo il costume.
Alle 16 puntuale e gentile come sempre arriva il salvatore, il socio scaltro aveva annusato a distanza e sarebbe arrivato in seguito, diciamo a cose fatte. Lo scarico  sta in uno sgabuzzino buio, perciò ho dovuto mettere in ballo la mia bella potente torcia. Smonta il tubo, lo trova  praticamente pieno ed io rivedo ciò di cui credevo essermi liberata. Lo fornisco di guanti  e lui inginocchiato toglie la rimanenza dalla curva, dove si era graziosamente intrecciata a radici di piante golose. Naturalmente per vederci era costretto a lordare la mia torcia, poi la appoggiava su una panchina, inquinando anche quella e in seguito la gomma per innaffiare ebbe lo stesso trattamento. Infine col socio arrivato, stabilirono che per proseguire coi lavori, doveva essere vuotato il pozzo nero, che si era riempito coi copiosi lavaggi. Partiti loro, mi sono infilata i guanti di lattice da chirurgo e versatile come sono, mi sono appropriata del ruolo di purificatrice. Badile per trasferire ciò che tanto mi nauseava, ma che era tanto gradito ai miei fiori. Poi secchio, ramazza e candeggina, alla fine tutto era terso e splendente; nel frattempo ciò di cui è argomento questo post si era asciugato su tutto quanto era stato toccato. Per la gomma e la panchina non ci sono stati problemi: acqua, detersivo, stracci e alla fine alcool. La torcia invece, forse in base al suo nome, mi ha dato parecchio filo da torcere. Ho dovuto prima asportare il grosso con un pezzo di legno, poi ho cominciato con stracci e detersivo, sciacquata bene, asciugata bene. Alla prova naso, risultò ancora puzzolente. Occhiali ed esame hanno rilevato due zigrinature laterali ancora piene del solito materiale. Nuovi stracci, stuzzicadente per passare riga per riga e abbondante detersivo, nuova sciacquatura, disinfezione con alcool. Alla fine un grande sacco per la spazzatura pieno di stracci da buttare, la torcia recuperata, ma io talmente distrutta e nauseata da non riuscire a cenare. Telefono all’uomo dell’autobotte e lo scongiuro di venire presto a vuotare il pozzetto. Viene il giorno dopo proprio mentre sta arrivando una mia carissima amica col figlio; non sono stati molto fortunati nel scegliere il momento per respirare i profumi della campagna! Spero che per il giorno dopo sia tutto ripristinato. Intanto però il mattino all’alba, scendo in giardino, scavo un buco e vi verso dentro il contenuto di un mio vecchio vaso da notte. Spero non mi abbiano vista, ma poi mi convinco che data l’età possano perdonarmi certe stranezze. FINE . Ridete pure, non c’è comprensione per le mie ambascie! Se devo essere sincera, una volta a che tutto era tornato a posto, ero così contenta…. Strano che la felicità possa dipendere anche da un tubo di scarico !                                       NONNA  RACHELE