NONNA RACHELE

SCHERZETTI


Per accontentare Veronica racconterò qualche trovata che ho avuto da giovane. In verità non ne ho fatti molti e non certo elaborati come quelli di mia figlia Marina, che sembrano sanciti da un provetto regista. Vediamo…può darsi che qualcuno ve l'abbia  già raccontato in un altro post, portate pazienza! Ne ho fatto uno a mamma, che aveva tanto criticato un profumo francese che mi aveva regalato il mio fidanzato. Diceva che era troppo intenso, poi quando andava in visita dalle amiche si cospargeva a iosa. Lo travasai in un’altra boccetta che nascosi e lo sostituii con acqua. Papà era una buona spalla e lo pregai di dire a mamma  quanto fosse profumata, infatti al suo passaggio lo sentii declamare : oh ! ma si scuotono cespugli di rose! Dopo ci facemmo matte risate .  Un ‘altro, sempre ai danni di mamma: mi ero accorta che ispezionava i miei cassetti; preparai un pacchetto legato con tanto di nastrino e sulla carta disegnai due cuori intrecciati. Naturalmente non seppe resistere alla tentazione e ci trovò dentro un biglietto con scritto : ai curiosi caschi il naso !  Ripristinò il tutto  e non mi disse niente. In questo modo ebbi un posto sicuro per i miei piccoli segreti ; non lo toccò più. Io e papà le sostituivamo i sonniferi coi confettini acquistati in drogheria , ma questo era solo perché esagerava a somministrarseli e a lungo andare le avrebbero fatto male. Il difficile era non ridere quando c’era il rito serale ; ho così constatato come possa essere efficace l’ effetto placebo, andava a letto tranquilla e dormiva . Povera mamma non lo seppe mai ….A scuola invece c’era il solito pezzo di creta lanciato al soffitto; quando si seccava cadeva in  testa al malcapitato. Ormai non faceva più ridere, però è uno scherzo che è sopravissuto negli anni , perché in seguito lo fecero anche mia figlia e i suoi compagni. Per variare ne inventai uno che però mandammo in porto una volta sola, per prudenza. Avevamo un Prof che era il vero artista sempre trasognato e avevo notato che come arrivava appoggiava le mani aperte sul piano della cattedra ( che era nero ) , poi si sedeva e si prendeva il viso tra le mani . Allora fregando la mina di grafite di una matita sulla carta vetrata fabbricammo della polvere nera che spargemmo sul piano della cattedra. Era un abitudinario: arrivò,e tutto procedette come il solito, solo che quando si alzò sembrava un indiano sul sentiero di guerra . Trattenerci dal ridere fu un’ impresa epica, tanto che Corrado per aiutarci fece finta di cadere dal banco e ci fu la scusa per sfogarci . Durante l’intervallo sentimmo i suoi colleghi sghignazzare e chiedergli cosa avesse fatto, mentre intanto noi pulivamo tutto alla perfezione, perché per quanto distratto ,qualche dubbio avrebbe potuto venirgli.  Un altro sempre in ambiente scolastico : tutte le mattine compravamo nel forno vicino un pezzo di gnocco squisito, però una volta, forse avevano pulito gli ingranaggi dell’impastatrice col petrolio ed era immangiabile. Ci giocammo un po’ a calcio poi lo infilai nella bocca di un mascherone di gesso . Il  giorno dopo si svolgeva un concorso di disegno e venivano ragazzi dalle altre scuole . Non si poteva uscire fino alle  14  , noi ci eravamo portati un panino , ma gli altri ignari della cosa, già a mezzogiorno sbadigliavano per la fame…Ebbi un’idea e aiutata dai miei compari , andai a ricuperare lo gnocco, lo spolverai, lo divisi in  4  parti che vennero avvolti in carta immacolata. Tirammo a sorte e toccò a Corrado andarlo a vendere ai vaneggianti per la debolezza . Lo comprarono ….al doppio del prezzo pagato, ma noi avevamo lavorato…. Ci ringraziarono e placarono di gusto i morsi dello stomaco senza fare nessuna obiezione . Non me ne ricordo altri , allora abbiamo riso molto, ma sono conscia che non possono certo competere  con quelli di Marina .     NONNA  RACHELE