Quando mi sono sposata, mio marito aveva ancora le due nonne. Nonna Maddalena era la mamma di sua madre; era una donna molto buona che aveva allevato tre figlie e un figlio, pur lavorando come sarta per contribuire al mènage famigliare. Quando una nipote, rimasta orfana da bambina, a 18 anni uscì dal collegio e non sapeva dove andare, l’accolse in casa. Era una bravissima ragazza, che pur di avere il calore di una famiglia che aveva tanto desiderato e mai avuto, si accollava alcuni lavori al posto delle cugine; riuscì in questo modo a placare le inevitabili gelosie e ad installare un buon rapporto. Trovò subito lavoro presso un forno e dopo qualche anno sposò il fornaio, ma restò sempre molto legata alla zia e alle cugine e sempre pronta a dare una mano. Si sposarono anche le figlie, poi il figlio che portò in casa una donna dolcissima e bravissima: Rosina. Nonna Maddalena ho già detto che era buona, ma Rosina era una nuora, che forse perché aveva perso la mamma da bambina, l’amò e l’accudì fino all’ ultimo giorno. Nonna Berta era la mamma del papà di mio marito. Si sposò a 16 anni; al primo parto ebbe un’infezione, che non so come finì in un ginocchio, le irrigidì una gamba e la rese zoppa. ( Allora si riteneva che il parto fosse una cosa naturale e non si chiamava nemmeno il medico. ) Questa menomazione faceva vergognare il marito che non la portava mai fuori con se e lei si era persuasa di essere colpevole di questo stato di cose e stava sempre in casa ad accudire i figli che nel frattempo era diventati cinque. Avevano una rivendita di vini che riforniva i ristoranti di Reggio e Provincia. Al marito questa attività non piaceva molto, preferiva le partite a carte, le corse dei cavalli e lunghi soggiorni a Montecatini, a sentir lui per salute….Nonna Berta era una donna molto intelligente: s’improvvisò manager, enologa e si mise a dirigere l’azienda che rifiorì. Quello scricciolo di donna, tutta nervi e cervello, era in realtà molto abile, anche se si teneva nell’ombra, facendo apparire il marito a capo di tutto. Si prese in casa una sorella nubile per aiutarla ad accudire la casa e i figli . Il marito godeva di questo benessere e di tutta la libertà di cui usufruiva, senza mai lodarla. Una sera però tornò con la luna storta (non mi risulta che bevesse ) non so per quale ragione la schiaffeggiò, lei afferrò il classico mattarello e gliele suonò di santa ragione. Fu molto salutare perché oltre a non alzare più le mani, le dimostrò maggior rispetto. Ma…siamo sicuri che il perdono è la miglior vendetta? La nonna lavorò molto e subì lo strazio di perdere due figli : uno di 12 anni e l’altro , durante la guerra, di 44 anni . Non fu facile risollevarsi, ma lo fece per la sua famiglia. Quando la conobbi capii subito che era una donna unica che voleva molto bene ai figli e ai nipoti e che mi aveva accolta sotto la sua ala. Ogni anno a Natale ci regalava una faraona e diceva: ragazzi ormai sarà l’ ultima! Invece ne mettemmo arrosto parecchie, infatti riuscì a diventare trisavola quando nacque Veronica. A volte ricordo queste nonne alle quali ho voluto bene e dalle quali ho avuto molte apprezzate lodi, di cui ero carente in casa mia .NONNA RACHELE
LE BISNONNE DI MIA FIGLIA
Quando mi sono sposata, mio marito aveva ancora le due nonne. Nonna Maddalena era la mamma di sua madre; era una donna molto buona che aveva allevato tre figlie e un figlio, pur lavorando come sarta per contribuire al mènage famigliare. Quando una nipote, rimasta orfana da bambina, a 18 anni uscì dal collegio e non sapeva dove andare, l’accolse in casa. Era una bravissima ragazza, che pur di avere il calore di una famiglia che aveva tanto desiderato e mai avuto, si accollava alcuni lavori al posto delle cugine; riuscì in questo modo a placare le inevitabili gelosie e ad installare un buon rapporto. Trovò subito lavoro presso un forno e dopo qualche anno sposò il fornaio, ma restò sempre molto legata alla zia e alle cugine e sempre pronta a dare una mano. Si sposarono anche le figlie, poi il figlio che portò in casa una donna dolcissima e bravissima: Rosina. Nonna Maddalena ho già detto che era buona, ma Rosina era una nuora, che forse perché aveva perso la mamma da bambina, l’amò e l’accudì fino all’ ultimo giorno. Nonna Berta era la mamma del papà di mio marito. Si sposò a 16 anni; al primo parto ebbe un’infezione, che non so come finì in un ginocchio, le irrigidì una gamba e la rese zoppa. ( Allora si riteneva che il parto fosse una cosa naturale e non si chiamava nemmeno il medico. ) Questa menomazione faceva vergognare il marito che non la portava mai fuori con se e lei si era persuasa di essere colpevole di questo stato di cose e stava sempre in casa ad accudire i figli che nel frattempo era diventati cinque. Avevano una rivendita di vini che riforniva i ristoranti di Reggio e Provincia. Al marito questa attività non piaceva molto, preferiva le partite a carte, le corse dei cavalli e lunghi soggiorni a Montecatini, a sentir lui per salute….Nonna Berta era una donna molto intelligente: s’improvvisò manager, enologa e si mise a dirigere l’azienda che rifiorì. Quello scricciolo di donna, tutta nervi e cervello, era in realtà molto abile, anche se si teneva nell’ombra, facendo apparire il marito a capo di tutto. Si prese in casa una sorella nubile per aiutarla ad accudire la casa e i figli . Il marito godeva di questo benessere e di tutta la libertà di cui usufruiva, senza mai lodarla. Una sera però tornò con la luna storta (non mi risulta che bevesse ) non so per quale ragione la schiaffeggiò, lei afferrò il classico mattarello e gliele suonò di santa ragione. Fu molto salutare perché oltre a non alzare più le mani, le dimostrò maggior rispetto. Ma…siamo sicuri che il perdono è la miglior vendetta? La nonna lavorò molto e subì lo strazio di perdere due figli : uno di 12 anni e l’altro , durante la guerra, di 44 anni . Non fu facile risollevarsi, ma lo fece per la sua famiglia. Quando la conobbi capii subito che era una donna unica che voleva molto bene ai figli e ai nipoti e che mi aveva accolta sotto la sua ala. Ogni anno a Natale ci regalava una faraona e diceva: ragazzi ormai sarà l’ ultima! Invece ne mettemmo arrosto parecchie, infatti riuscì a diventare trisavola quando nacque Veronica. A volte ricordo queste nonne alle quali ho voluto bene e dalle quali ho avuto molte apprezzate lodi, di cui ero carente in casa mia .NONNA RACHELE