NONNA RACHELE

AUTUNNO


 La stagione è finita . Ho sofferto troppo in questa torrida estate per avere rimpianti. Ero viva solo dalle sei alle undici del mattino, dopo mi rinchiudevo in casa e nel pomeriggio raggiungevo uno stato di catalessi che mi impediva qualsiasi attività. Era faticoso persino leggere !Annichilita aspettavo che venisse sera….invano… anche le notti erano calde. Qualche anno fa per me  campagna  era il simbolo di libertà . Mi toglievo dal negozio in cui ero sempre ben vestita e curata in quanto questo faceva parte dei miei doveri ; mi mettevo una vestaglietta alla quale si addiceva solo l’aggettivo di pulita , un paio di comode ciabatte e via ! Cominciavo a respirare l’ aria ossigenata e la libertà. All’alba facevo lunghe passeggiate lungo il fiume nel silenzio rotto solo dal mormorio dell’acqua che scintillava tra i sassi.
Gli abitanti del paese ripulivano il greto dalla vegetazione procurandosi così la legna per l’inverno ;non so se fosse molto legale ma senz’ altro molto utile per il deflusso dell’acqua. Ora la giungla la fa da padrona. Ma non è questo che mi ha privata delle mie peregrinazioni. Le case dei contadini che ancora si prendono cura della terra sono isolate e coi tempi che corrono c’ è da aver paura, perciò hanno dei doberman e dei lupi che lasciano liberi per scoraggiare i male intenzionati. Così ho dovuto rinunciare a questo svago. Praticamente ora sono chiusa in giardino o in casa quando il solleone impera. Ho meno rimpianti a tornare in città dove l’aria è senz’altro meno buona,ma almeno posso muovermi. Dopo questa forzata immobilità ho persino pensato di non saper più camminare, ma mi metterò d’impegno con l’aiuto delle vetrine da guardare. Fra pochi giorni ci sarà il mio esodo contrariato dalle valigie borse e sportine. Non mi ripeterò perché ho già descritto in un precedente post la prassi dell’andata in primavera e del ritorno in autunno. Ormai è vaccinato anche  mio genero e non resta più sbalordito…..solo rassegnato.