NONNA RACHELE

LA VASCA DI CORBELLI


Fa parte dei ricordi della mia adolescenza. E’ una splendida villa che sorge al centro di un laghetto artificiale alimentato dalle acque del Crostolo. Fu costruita attorno al 1756, stile tardo barocco su disegno di Gian Battista Bolognini e aveva la funzione di serbatoio per alimentarle le fontane di una più importante villa edificata qualche chilometro più a valle, a Rivalta. Francesco Maria d’ Este aveva accontentato la bella e capricciosa moglie, la principessa Carlotta Aglae che essendo francese , aveva voluto una dimora del tutto simile a VERSAILLES. Sorse così tra il 1724 e il 1727 quel capolavoro che fu la Residenza Ducale di un Este evidentemente molto innamorato….ma anche molto abbiente. La Vasca di Corbelli, quando ero una ragazzina apparteneva a un armatore genovese che l’abitava solo in luglio e agosto con la famiglia. Papà l’aveva conosciuto in Banca, avevano fatto amicizia ed eravamo sovente invitati. Per me era una festa, quei giardini erano pieni di una rigogliosa vegetazione dovuta alla vicinanza dell’acqua mi dava l’idea di essere nel paradiso terrestre. Nella villa c’era un custode: Batistin che a giugno vendeva delle deliziose ciliegie che dovevano però essere colte dagli acquirenti. Durante la guerra io e mio cugino Pierfranco, avevamo ricevuto dalle nostre madri questo gradito compito. Raggiungevamo il luogo a piedi attraverso i campi, poi si tirava un filo che faceva suonare una campana e Battistin ci veniva a prendere con la barca. Per noi era un gran divertimento la traversata. Riempiti i due cesti, venivano pesati e pagato il dovuto, venivamo riaccompagnati in barca. Io penso che a noi maggiorasse un po’ il prezzo perchè forse era al corrente che non erano tutte li le ciliegie colte; le più belle sparivano nelle nostre giovani bocche golose. Questo bacino d’acqua fu molto utile durante la guerra per il suo contenuto di pesce. C’erano cartelli col divieto di pesca, ma all’alba c’era sempre qualcuno con la canna in mano, durante la notte venivano piazzate le trappole per le anguille e avveniva anche la cattura delle rane con le lampade a carburo. I proprietari chiudevano un occhio consci del bisogno di cibo che gli abitanti del paese avevano. Dopo la guerra per comodità venne costruito un terrapieno che attualmente consente di raggiungere la villa senza bisogno di traghettatori ed ora viene chiamata VILLA D ‘ESTE. Questa necessità ha tolto un po’ della bellezza all’ingresso; io penso che sarebbe stato meglio un ponte in legno. Ora ospita un ristorante e mi hanno detto è consentito visitare i giardini e l’interno per ammirare i dipinti di Gian Filiberto Pagani, le quattro storie della leggenda di Saffo attribuite a Domenico Pelizzi, le decorazioni di Francesco Scaramuzza nella gran sala e quelle grottesche che ornano la galleria sovrastante il medesimo salone.             Nonna Rachele.