NONNA RACHELE

LA POSTINA


Quando ero una ragazzina c’era appena fuori dal paese una casetta con un pretenzioso cartello: UFFICIO POSTALE.La titolare era una ragazza attempata che viveva al piano superiore con i genitori. L’ufficio era sempre chiuso, ma bastava chiamare che lei si affacciava e poi scendeva. Si chiamava Luisa ma non so perché la chiamavano Gigina (nome che detestava); così a volte si formava sotto la sua finestra di cucina un capannello di alcune persone prima che si affacciasse. Io arrivavo in bicicletta, in volata e gridavo: “ Signorina Luisaaaaaaa “. Subito si apriva la finestra :” Ehhhh Rachelina” e scendeva. Il padre anziano finchè ne ebbe la forza fece il portalettere, in seguito la posta veniva affidata ai bambini della scuola che la portavano a casa ai vicini. Siete allibiti ? Bene  vi sbagliate, non andarono perse molte lettere. Mamma aveva fatto amicizia con la signorina Luisa e quando ne aveva l’occasione si fermava sempre da lei. Ad un certo punto correva una voce, tra i maligni, che lei stagionasse le lettere 24 ore e durante la sera le passasse su una pentola in ebollizione e li aprisse tutte mettendosi così al corrente di vita e miracoli ( dovete tenere presente che allora non c’era né radio né tv). Mamma quando sentiva questi pettegolezzi si indignava e avrebbe messo la mano sul fuoco che non era vero; finchè un giorno in pensiero perché da tempo non riceveva notizie dalla sorella che abitava a Bologna, si recò all’ufficio postale per fare indagini in quanto pensava che qualche bambino avesse smarrito la missiva. Quando chiese alla signorina Luisa se ricordasse qualche lettera per lei da Bologna, si sentì rispondere :” Siii, ce n’era una di sua sorella, una settimana fa, ma stia tranquilla non c’era niente di importante.Nonna Rachele.