NONNA RACHELE

L'ALTANA


Cosa possono fare tre ragazzi che, in estate, durante la guerra vorrebbero divertirsi?Solo aguzzare l’ingegno e accontentarsi di quello che ne esce e in questo modo pensare un po’ meno allo stomaco che brontola e vorrebbe dopo anni, finalmente, fare una bella indigestione.La mia amica Laura abitava con il padre e la donna di servizio in una grande villa antica.Era rimasta senza mamma in tenera età ed io a volte le prestavo la mia perché nonostante il padre l'adorasse, in certe cose le mancava il lato femminile a cui appoggiarsi.Vivevano della rendita di un grande podere per metà irriguo; abitavano la parte centrale della casa ed avevano affittato le ali a famiglie sfollate dalla città. In una parte abitava Anna, una maestra vedova con due figli di cui uno lontano in guerra, l’altro, Afro viveva con lei.Era un ragazzo intelligentissimo, per intenderci un tipo da nove o dieci in greco e latino. Le scuole avevano subito un bombardamento ed erano chiuse, ma lui continuava a studiare da solo tallonato dall’Anna (anche il figlio la chiamava col nome di battesimo).Se pensate ad un secchione vi sbagliate, era simpatico ed allegro. Noi tre eravamo sempre insieme per vedere se si poteva combinare qualche lazzaronata. Un giorno fondammo il nostro club di tre soci, lo chiamammo: POCHI MA BUONI. 
Occorreva però una sede. La villa era sovrastata da un’altana di quattro metri per quattro.L’ideale per noi, perché difficilmente raggiungibile dall’Anna che aveva male ad un ginocchio e da Tonino (padre della Laura) che aveva mal di cuore. Andammo a fare il sopralluogo: c’erano dei cumoli di frumento che i contadini avevano messo ad asciugare, delle zucche marce che puzzavano discretamente e parecchi tendaggi di ragnatele. Io al mattino lavoravo nel vicino mulino, perciò impartii gli ordini a loro due che erano disoccupati e volenterosi e andai in ufficio. Il pomeriggio mi recai a vedere …..era diventata una sede del club di tutto rispetto. Chiesi come avevano fatto a portar giù le zucche puzzolenti e loro candidamente risposero che le avevano trasportate nel solaio più lontano. Geniale !!!! Cominciai a ridere e a pensare a quando dopo anni le avrebbero trovate mummificate. Ora c’era da pensare all’arredamento: un vecchio tavolino con grammofono a manovella e alcuni dischi di vecchie canzoni vennero subito puliti e sistemati in un angolo. Trovammo poi un passeggino che ci diede l’idea di mettere su una divertente autopista. A turno uno saliva sul passeggino, uno spingeva e uno azionava la musica. Giravamo a grande velocità attorno ai mucchi di grano e a volte facevamo finire il passeggino nel bel mezzo del frumento ridendo da matti. Afro però, non sempre aveva il permesso di venire a giocare. Allora sprofondava nei libri e diceva all’Anna che avrebbe gradito molto da cena quei bei radicchietti che crescevano in fondo ai campi. L’Anna accontentava subito il suo cocco  e partiva col coltellino ed il cestino. Afro ci raggiungeva subito e partiva l’autopista. Intanto dall’alto potevamo sorvegliare l’Anna e quando era di ritorno, lo studioso figlioletto si faceva trovare di nuovo tra i libri e con la sua angelica faccia da cherubino: occhi azzurri e riccioletti biondi, diceva che faceva una pausa e veniva su da noi. Con tutto il grano che cadeva dagli indumenti alla sera mentre ci svestivamo avremmo potuto mantenere una gallina.Nonna Rachele