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Un blog creato da marineblue il 30/01/2008

NONNA RACHELE

I ricordi di nonna Rachele

 
 

AREA PERSONALE

 

 

NONNA RACHELE A FESTA ITALIANA

 

7 marzo 2009
nonna Rachele intervistata
dal Resto del Carlino

Clicca qui per leggere l'intervista

 

RINGRAZIAMENTI

Grazie per il vostro affetto. Oggi grazie alla messa in onda della trasmissione FESTA ITALIANA ho ricevuto tante mail.
Cercherò di rispondere a tutti, abbiate pazienza, scrivo con un dito solo e la connessione a volte fa i capricci.
Vi abbraccio.
Nonna Rachele

 

FINALMENTE ...

Finalmente ho abbracciato due mie nipotine acquisite ...
Che gioia!!!!

Nella foto: Veronica, io, Pinu, Numottola

 

CONFIDENZE

01 ottobre 2008

Sul  Confidenze di questa settimana un articolo su NONNA RACHELE.
Potete dare un'occhiata al
PDF qui.

La foto accostata all'articolo di Nonna Rachele non raffigura Nonna Rachele.

 

NONNA RACHELE

Che fatica convincere nonna a fare una foto per il suo Blogghino!

Ma non pensate anche voi che sia una bellissima nonna?

 

 

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ASPETTANDO LA BELLA STAGIONE...

Il mio verde paradiso ...
Appena verrà la bella stagione vi scriverò da qui!
Dalla finestra della mia camera vedo questa meraviglia...


Gelso con more dal sapore delicato e dolce




Albero di cachi ... ne và ghiotta mia nipote Veronica




Cachi sotto controllo ... non ancora maturi!




Questo vaso insieme a tanti altri che circondano la casa,
li comprò mio padre 65 anni fa.
Fanno ancora la loro bella figura vero?






Mimino curioso.

 
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MIO PADRE

Post n°13 pubblicato il 24 Febbraio 2008 da marineblue

Iniziare con la maiuscola è troppo poco per lui, ma non c’è di meglio.
Non che fosse senza difetti, ne era ampiamente corredato, ma non si notavano , in quanto era bello, intelligente, brillante, simpatico e carismatico.
Una di quelle persone che non si dimenticano.
Mia nonna lo aveva avuto a distanza di 17 anni dal fratello e lo adorava, anche se era uno scavezzacollo fin dalla più tenera età. Lo rimproverava senza convinzione perché era troppo simpatico, il nonno non ci provava nemmeno.
Un giorno i suoi genitori, che vivevano in campagna in una villa antica, riposavano tranquilli in giardino su una sedia a sdraio, quando videro il figlio decenne che si divertiva ad entrare ed uscire da un finestrone del solaio.  Aveva attaccato una corda ai cardini  e faceva l’altalena.  Il nonno volò su a recuperare il figlio e mise subito un lucchetto al finestrone, perché poteva anche essere recidivo.
D’estate spariva per ore,andava con gli amici e il cugino Ettore a nuotare nel fiume, naturalmente nudo.
A fine stagione sembrava un negretto. Non c’era verso di fargli mettere giudizio, restava solo la candela in chiesa di nonna Paolina che lo preservava.
La nonna  non era stata molto equa nel distribuire ai suoi figli pregi e difetti.
Il primogenito era il classico bravo ragazzo , bello, bravo , studioso, ma spento.
Mio padre era il suo negativo. Però quando questo demonio andò a lavorare a Milano e lei capì che non sarebbe più tornato, perse ogni interesse alla vita, non mangiò più. Allora , se questo accadeva, nessuno ti infilava un ago in un braccio per costringerti a vivere  (Faceva anche questo parte dei rimorsi di mio padre).
Se ne era andato perché la vita di paese gli andava stretta. Mio nonno gli diede una  somma e gli disse che se riusciva a mantenersi,bene, altrimenti di tornare a curare gli affari di famiglia, dato che il fratello si era già impiegato ed aveva sposato un’ereditiera  che poi tale non risultò, avendo avuto un fratello che aveva dilapidato tutto il patrimonio di famiglia.
Milano, gli piaceva; era la Milano delle case di ringhiera del naviglio scoperto, lungo le cui rive friggitorie all’aperto vendevano pescet  in coni fatti con fogli di giornale.
Viveva da parenti del cugino Ettore. Era una coppia che avendo una casa grande , affittava camere a studenti e impiegati. Cominciò a cercare lavoro, fece di tutto, vendeva filati porta a porta, poi dato che aveva una bella, voce cantò in piccole parti, recitò con la compagnia di ERMETE NOVELLI.
Trovò finalmente un impiego alla SINGER . Il suo collega, l’ebbe immediatamente in simpatia.
Era figlio di contadini che avevano una grande fattoria. L’ho invitò subito a casa sua . Partivano in treno il sabato sera e tornavano alla domenica e veniva accolto come il Messia.
La famiglia era grande, le ragazze stravedevano per lui e veniva affettuosamente rimpinzato.
La sera ballavano sull’aia e lui cantava. Ricordava sempre quei giorni con nostalgia, ma questa felicità venne interrotta. Il padrone di casa si ammalò di TBC; allora era una malattia micidiale e pochi si salvavano.
Tutti i pensionanti se ne andarono  ed egli non ebbe il cuore di abbandonare una povera donna col marito ammalato e due figli piccoli. A fine mese teneva per sé una piccola somma e consegnava la busta alla sua padrona di casa. Passò un anno e l’uomo guarì; mio padre poteva di nuovo andare a divertirsi.
Gli piaceva molto pattinare al palazzo del ghiaccio, ma tenendo per mano gli altri pattinatori prese la scabbia . La padrona di casa lo denudò, lo cosparse di una particolare pomata e lo avvolse in un lenzuolo.
In pochi giorni guarì.
Intanto alla Singer conobbe la sua prima moglie. Era corrispondente estera , aveva vissuto a Parigi e veniva da una delle più ricche famiglie della città; ma il padre,grande idealista aveva donato tutto alla Patria .
Al giorno d’oggi, i parenti lo avrebbero interdetto e il giudice sarebbe stato d’accordo.
Lei però era modesta e contenta di lavorare.
Si chiamava Rachele.
Si sposarono e furono molto felici per i primi tempi, avevano comprato un pezzetto di terra poco distante da Musocco, per costruirvi una casetta. Fu allora che il nonno si ammalò gravemente.
Il fratello e la cognata si defilarono e mio padre e Rachele abbandonarono il lavoro e vennero a curarlo.
Lei era dolcissima, il nonno sostituiva il padre che non aveva avuto e la faceva felice alleviare le sue sofferenze. Mio nonno malgrado fosse malato era perfettamente lucido e capiva il loro sacrificio.
Lasciò a mio padre un testamento che ne privilegiava l’eredità. Lo zio Alfredo non ne seppe mai niente in quanto lui lo strappò e divise tutto a metà.
Dopo tornarono a Milano. Rachele riebbe il suo posto e mio padre fece un salto di qualità.
Fu assunto alla BANCA COMMERCIALE ITALIANA come cassiere. Questa fu la sua rovina.
Cominciò a frequentare i salotti della Milano-bene  . Alle doti che già ho descritto c’era da aggiungere anche un titolo nobiliare risalente al 1400 (allora contava qualcosa). Fu conteso e corteggiato; era giovane, non seppe resistere alle tentazioni. Rachele taceva, giustificava i suoi tradimenti come necessari alla sua felicità. Passato il capriccio del momento tornava da lei. L’amava , ma l’amava male.
Nel frattempo una ricchissima ragazza per di più bella lo tallonò; mirava al matrimonio .
Mio padre non aveva mai privilegiato il denaro, sarebbe tutto finito passato il capriccio.
Rachele pensò di essere d’ostacolo all’uomo che amava tanto e …… parla tu papà sai farlo certo meglio di me.


Dal libro dei ricordi :

Il destino col quale non seppi lottare, e il destino di Lei, tramò l’inganno demolitore.
Si valse della mia giovinezza, delle mie ambizioni, di mal sopite velleità amorose, della mia debolezza, per distruggere una felicità che sembrava inaccessibilmente difesa.
E cominciò la sequela degli inganni che essa non volle ignorare, che perdonava subito, di cui iniziava il martirio, sapendolo necessario alla mia felicità. Per questa felicità volle vedere, conoscere le donne che distruggevano la sua, premette sul suo cuore e vi soffocò ogni voce di rivolta e di rancore , e non le odiò; spinse il suo eroismo su culmini inarrivabili, pretese dalla sua forza la forza impossibile.
Il suo sogno di essere buona la provava troppo duramente, pure vi perseverò, resistette sette anni.
Un giorno in cui le parve infruttuosa la continuazione dei suoi folli sacrifici, e le sembrò io fossi per staccarmi più decisamente da Lei, in un triste mattino d’inverno, si avviò alla morte.
Sostò a lungo davanti alla tomba della sua mamma, s’allontanò per luoghi solitari, sulla panchina di un giardino pubblico s’assise. Improvvisamente su di Lei si era fatto sera, era maturata in Lei la triste scienza della vita, quel sapere a cui pochi pervengono nella tarda età. Mi scrisse una lettera d’addio, ingoiò dieci pastiglie di sublimato, cadde.
La rividi in un lettuccio d’ospedale dopo le prima vane cure , fu davanti al sorriso di perdono della morente che m’apparve l’enormità del male che ciecamente le avevo fatto, l’enorme colpa.
Davanti a quel sorriso di perdono e di commiato, una pietà immensa per quel povero essere che mi aveva tanto amato e che in compenso doveva morire, rischiarò improvvisamente tutto il mio amore per Lei , che i falsi amori avevano occultato dietro le brume della vanità. E il rimorso m’afferrò con magre mani il cuore. Fui suo come non mai, non ricordo cosa le dissi, forse nulla. Rimanemmo lungamente nelle braccia l’uno dell’altra. Io sentendomi disfatto dai miei rimproveri, sperduto nella mia miseria, annientato.
Creatura di dolcezza e di malinconia, ella mi andava parlando, miseramente rassegnata alla sua partenza,confortata dalla ripresa delle pratiche religiose. E pensando ad un bene che da essa mi potesse ancora giungere attraverso la morte, volendo andarsene senza una sola stilla amara nel suo sangue: “Sposala” mi disse “essa è ricca e potrà darti ciò che io non ho potuto. Solo pensami qualche volta.”

Mi ribellai. Per quanto il medico mi avesse tolta ogni speranza sulla salvezza della poveretta, mi urtò l’assurdo del destino che vibrava l’ultimo ferocissimo colpo nel momento in cui io aprivo gli occhi, quando al di là di quella terribile soglia poteva cominciare la vita di un tempo e la mia riabilitazione. E allora le parlai con foga della sua guarigione, del nostro ritorno, di propositi di isolamento a Lei sì cari. Esagerai anche il mio amore: ebbi paura che si sentisse morire della dolce morte di coloro che non sono amati. Poi non volevo che morisse , ciò non poteva essere. Vidi così che la riattaccavo alla vita per quel filo tenue del suo sorriso che le errava sul volto. Io stesso fui preso dalla forza persuasiva delle mie parole, trasportato da esse verso la speranza di salvarla. In fondo non pareva così ammalata, l’aspetto non confermava certo la gravità denunciata dai medici. Un po’ di gonfiore alle labbra rendeva stentate le sue parole, ma il suo viso non era alterato ed essa conversava senza stancarsi eccessivamente. Non era ragionevole pensare alla prossimità di una catastrofe. Pure verso il quarto giorno la sentii perduta, ebbi come il senso che il suo spirito si allontanasse man mano dalla tristezza della terra, andasse trovando in ciò che noi chiamiamo la tenebra la gran luce del riscatto e l’infinito riposo. Passò una notte orribile. Morì il mattino dopo verso le dieci, accanto a me .
Mi restava solo la sua lettera:

Caro, perdonami, ma soffro troppo. Senza il tuo amore io non vivo e da troppo tempo comprendo che io non debbo più avere speranze per continuare.
Ti amo….e ti bacio.
Addio
Pensami qualche volta e sii felice: io non ho potuto renderti contento e muoio con tale rammarico.
Rachele
P.S. : perdono tutti

Papà andò dal suo direttore per licenziarsi. Gli spiegò perché non voleva più stare a Milano e lui che lo teneva in grande considerazione gli offrì di aprire con un collega un’agenzia nella sua città. La Banca Commerciale Italiana, rimase per qualche tempo agenzia, dopo di che divenne una vera banca.

Nonna Rachele


 
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NONNA RACHELE SU SKY

Sky History Channel sostiene la Banca della Memoria.

Nonna preparati perchè presto ti si vedrà su Sky!!!

 

QUESTO BLOG.........

......... è nato per gioco, per unire in un progetto comune Madre, Figlia e Nipote.
A neanche 24 ore dal primo messaggio postato da mia nonna, il Blog si è riempito di visite e commenti e credo che se inizialmente poteva essere titubante e confusa nel partecipare a questo “gioco”, ora grazie a voi, ne ha preso consapevolezza e imparare ad usare il computer non la trova più un’idea così terrificante. (A parte ieri sera che nello spegnere il computer continuava ad apparirle un messaggio che le diceva che aveva una finestra aperta e l’ho sentita dire “ma come ?????  Tutte le mie finestre sono chiuse !!!!” ).
Finchè lei ne avrà voglia continueremo questa avventura. Io che la conosco bene so che ha tante cose da raccontare interessanti, proprio perché a volte non è quello che si racconta, ma come lo si racconta.
Buona lettura.
Veronica, la nipote.

 

 

REGGIO EMILIA HA SCOPERTO NONNA RACHELE

Stamattina Nonna Rachele si è svegliata con una sorpresa!
Si è ritrovata insieme a sua nipote, (quella vera  ) in prima pagina sul Resto del Carlino di Reggio Emilia.

Il primo tuffo al cuore è stato quando ha visto questa:


 

Il secondo tuffo al cuore è stato quando ha visto questo:

 

 

NONNA RACHELE SU LA STAMPA

 

LIBRO DI MIA NIPOTE

Alla televisione mettono la pubblicità, sui giornali mettono la pubblicità, nella buca delle lettere mettono la pubblicità (che rabbia!!)
Perdonerete se metto sul mio Blogghino un po' di pubblicità pure io.
Per una giusta causa però!
Libro di mia nipote:

"Canto XXXV Inferno. Donne affette da Endometriosi" Di Veronica Prampolini
Edito da Mammeonline

www.donneaffettedaendometriosi.it

http://blog.libero.it/librodade/



 

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