tratto da
TGCOM
Non gli piacciono i veti pregiudiziali contro il suo
partito, non gli piace l’idea di entrare nel Ppe e non sopporta la
differenza di trattamento tra la sua Destra e la Lega. Insomma, alla
base della scelta di Francesco Storace di correre da solo ci sono
diverse motivazioni, una su tutte però, i troppi paletti messi non dal
Cavaliere ma dagli altri alleati contro il suo contributo per portare
Berlusconi a Palazzo Chigi. E allora che fare? Con questi presupposti
la Destra correrà da sola e candida come premier Daniela Santanchè.
Dunque, la cena tra il Cavaliere e Storace domenica sera ad Arcore non
ha rasserenato il clima di freddezza che già si era creato in mattinata
alla prima conferenza nazionale della Destra a Trieste. Insomma, spiega
un po’ amareggiato Storace, “se loro sono sicuri di vincere, visti
questi sondaggi, credo che facciano bene. Sarà più libero l’elettore di
destra di votare La Destra. Anche perchè se alla fine Berlusconi non
vuole i nostri voti non è che dobbiamo darglieli per forza”. Il punto,
continua dai microfoni di affaritaliani, è che “qui c’è un rifiuto ad
avere i voti de La Destra: se si nasconde ci può stare, se si fa vedere
non si può fare. Ma di che parliamo? Non ho mai visto elezioni in
contumacia”. Di qui la sua scelta: “Il mio obiettivo – prosegue – è
quello di non far cancellare dopo 60 anni la presenza della destra
organizzata dalla scheda elettorale. Con la scelta di An e dei vari
gruppi minori di affogare nel Partito della Libertà (scelta legittima
ma non la mia) vorrebbe dire non avere più la destra come opzione di
consenso per gli elettori. E questo è grave. Non è che dobbiamo
aspettare Berlusconi e Fini per cancellare la destra, per questo
bastavano i comunisti”. Una motivazione in più, insomma, per confermare
la decisione di non entrare per nessun motivo nel Partito popolare
europeo”. Insomma, per l’ex ministro della Salute un conto è
partecipare all’ascesa di Berlusconi premier, un altro è rinunciare
alla proprio identità, al proprio simbolo, ai propri valori. Questo è
impensabile, dunque, meglio correre da soli. Con un obiettivo
elettorale molto ambizioso: “Sicuramente molto ma molto al di sopra di
ogni ipotesi di sbarramento (alla Camera è del 4, al Senato dell’8u
base regionale, ndr)”. E per questo scopo, secondo Storace, “anche la
scelta di Daniela Santanché ci aiuterà. Una donna determinata candidata
premier, rispetto a una politica terribilmente noiosa. Al di là delle
frasi falsamente immaginifiche, Berlusconi e Veltroni ripetono un leit
motiv che abbiamo già conosciuto negli ultimi 15 anni”. E poi, ecco una
frecciatina al suo ex compagno di viaggio, Gianfranco Fini, “Berlusconi
dovrà spiegare come mai Fini è così potente nell’alleanza, figuriamoci
quanti crediti metterà quando governeranno insieme, se mai dovessero
vincere le elezioni”. Non manca il sostegno della Santanchè, che non
nasconde il suo entusiasmo: “Ci voleva il coraggio della Destra per
candidare per la prima volta una donna premier in una competizione
elettorale”. “Ringrazio di cuore Storace e tutti i dirigenti e resto a
disposizione del partito per le decisioni che stiamo per assumere con
il grande orgoglio di rappresentare, assieme a migliaia di militanti e
simpatizzanti, la vera destra italiana”.