nonsenepuopiu

Ma non so se vale la pena!


Qualche giorno fa, come sempre al lavoro, mi sono trovata a dare le solite informazioni, non alla persona direttamente interessata ma ad un genitore "premuroso", che pretendeva di avere i certificati inerenti la sua povera pargola, che per motivi di studio non poteva venire di persona, ed al quale ho spiegato in modo molto garbato che proprio non si poteva fare. Risultato? Una sottospecie di collega che non è mai stato presente al lavoro in tutta la sua vita "professionale", è intervenuto in difesa del "povero utente" al quale veniva negato un "piacere" alla buona.. perchè in fin dei conti ci si conosce tutti... (così ha detto). Alla fine ha detto all' utente di ripassare più tardi perchè ci avrebbe pensato lui ed infatti, fuori orario, ha chiesto ad un' altra persona di fare quei certificati e poi pomposamente li ha consegnati all' utente che si è profuso in mille inchini e ringraziamenti! E’ l’ Italia che va… Per uno che rispetta le regole, ce ne sono poi altri dieci che non lo fanno e trovano sempre il modo di aggirare l’ ostacolo... Ma quello che è più triste è che l’ italiano medio, che ottiene quello che vuole per vie traverse, sarà contento fino a quando la prassi del “piacere alla buona” favorirà lui e non un altro; in quest’ ultimo caso infatti, comincerà a inveire contro la disonestà di colui che aveva ringraziato precedentemente!E allora sì, forse è uno sforzo inutile anche quello di vomitare! Mi sono sentita dire spesso: "Niente cambierà mai se tutti stiamo zitti"! E forse è vero, in parte, ma è altrettanto vero che non tutti sono disposti a parlare; e poi ci sono quelli che obiettano - qualunquisticamente- "ma perchè proprio io devo parlare"?E così da un " barile all'altro" e da una "patata bollente all' altra", le situazioni ristagnano e si incancreniscono fino a diventare la prassi.