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Post N° 8

Post n°8 pubblicato il 05 Ottobre 2008 da napoli.cult
 

Renato Carosone nasce a Napoli nel 1920, a soli 17 anni si diploma in pianoforte al rinomato conservatorio napoletano di S.Pietro a Majella (una strada del centro storico).
Nel 1937 si trova ad Addis Abeba come milite ed è li che insieme a gente del posto, Renato inizia a suonare in diversi night. Resta in Africa per moltissimi anni e rientra in Italia solo nel 1946. In Africa aveva avuto l'opportunità di ascoltare ritmi nuovi e sonorità che nel vecchio continente ancora non erano conosciute, cosi quando nel 1949 forma il primo trio con al basso/chitarra l'olandese Peter Van Wood e alla batteria il mitico Gegè Di Giacomo, la loro musica era un qualcosa che rompeva ogni schema e che si insinuava sotto pelle, rendendo impossibile lo stare fermo.
Il trio andava benissimo e quando Van Wood decise di intraprendere la carriera di solista, Renato ingranò la quarta e formò una band di 6 elementi. Dal sodalizio con il paroliere Nisa , nacquero pezzi come: Torero; Tu vuò fà l'americano; O' sarracino ; e tanti altri. Collaborò anche con altri autori e fu la volta di Maruzzella, canzone molto struggente che lui stesso dedico alla moglie, fino ad arrivare a Pianofortissimo, un pezzo che Renato era capace di suonare anche con due palle da tennis, facendole roteare sulla tastiera.
Le canzoni del Maestro Carosone hanno fatto ballare e fanno ancora ballare intere generazioni in ogni angolo del mondo, persino in Cina e sono state incise da tantissimi altri artisti e finanche attori come la Magnani e la Loren. La sua musica era un misto di diverse sonorità, dalle quali ancora attigono moltissimi musicisti e non solo napoletani e che oggi chiamano: contaminazione.
Renato ha incarnato il miracolo italiano del dopoguerra, nel circo della musica...E come diceva Peppino: ...e ho detto tutto!!
Grazie Renato.

Baci...m31

 
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nonsolonero
nonsolonero il 07/10/08 alle 17:13 via WEB
E meno male "nonsologigidalessio"!!! Ho visto tanti anni fa, durante uno spettacolo televisivo girato alla "Bussola" di Viareggio, Renato Carosone esibirsi in "Pianofortissimo". Ancora oggi rimane vivo in me il ricordo di quelle dita che, velocissime, passeggiavano sulla tastiera che sembrava sorridere al loro tocco. Davvero magico Renato. La canzone più bella, però, a mio avviso che Carosone ci ha lasciato è stata "Lettera da Milano" che racconta di un napoletano trapiantato nel capoluogo lombardo che descrive la sua vita laggiù in una lettera ad un amico e trova il modo di descrivere Milano molto più "umana" e finanche la nebbia, definita "acqua e annese", si trasforma in un momento di poesia. Anche io concludo con un malinconico e forte "Grazie Renato". Un abbraccio. Claudio.
 
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