ancora pezzettini

semper


 Ah quella parola tonda che non sapeva mai come tutte le altre... Per lei, "sempre" era una parola che aveva una concretezza unica, un suono rassicurante. Era una parola famigliare, casereccia. Odorava di pane o di caffè. "Sempre" Ah quella parola breve e facile che lei comunque non diceva quasi mai. Non che gli si scompigliassero le labbra nel voler dirla, no. "Sempre" era una parola comoda, dicibile. Ma lei ogni volta che aveva la tentazione di pronunciarla, la nascondeva invece nella bocca anzi, nella voce. E così risparmiava tutti i suoi "sempre" ma non per tirchieria. Quando lui aveva bisogno di concretezza e di pane e di caffè, quando lui era un cavaliere stanco e disilluso, un sofferente paladino tradito dal suo re, quando si sentiva piccolo piccolo, piccolo boscaiolo di latta, allora lei spendeva volentieri tutti i "sempre" che aveva risparmiato. Sempre sempre sempre sempre lo diceva in un bacio assoluto che anche se finiva sempre sempre sempre sempre troppo presto, durava comunque per sempre sempre sempre sempre.