nostalgea

quello che muri dicono roma


"Di fronte a un'opera di street art - spiega Cucchiarelli -, l'arte urbana dei nostri giorni, il pensiero non va al futuro ma all'immediato, alla bellezza, alla seduzione del dipinto, alla magia di trovarcelo davanti all'improvviso e fermarci a osservarlo, guardandoci intorno e riscoprendo la zona con occhi nuovi. "Di sicuro - osserva l'autrice - siamo davanti a un movimento nuovo, figlio del "qui e ora", della crisi della cultura, del bisogno di uscire fuori dall'immobilismo dei musei, della voglia di restituire vita alle periferie, di esserci ed esprimersi a ogni costo". Di sicuro c'è una Roma che cambia e si ridipinge, dall'omaggio a Pasolini al Pigneto nei due murales di Mauro Pallotta e Mr Klevra, ai personaggi che emergono dalle tenebre dipinti da Gomez al Museo della Mente; dalla grande lupa di Roma a Testaccio all'uomo che beve un caffè immortalato dal duo Etam Cru a Tor Pignattara, dalle teste parlanti di Carlos Atoche ai personaggi divertenti di Mimì the Clown. E mentre il dibattito tra gli artisti non si arresta, cambia il volto immobile della città: il muro lancia messaggi e colori, diventa "un dono" per chi passa, anche se dovrà combattere contro le usure del tempo.