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Post n°2 pubblicato il 14 Ottobre 2010 da Ovest10
- C’è chi sostiene che la prossima battaglia elettorale sarà più che fra partiti fra aree geografiche. Da una parte il Nord federalista, dall’altra il partito dell'unità nazionale a Sud, con il rischio che possa identificarsi con quello della spesa facile. Il Pd non rischia di essere stritolato?
A onor del vero non mi è piaciuto com'è stata formulata la prima domanda. Uno scenario fantasmagorico. Il "Nord federalista" avrebbe molto da perdere in una visione così semplicistica della realtà e allo stesso modo non sarei così certo che al Sud ci sia questo forte sentimento di unità nazionale. L'intervistatore (Antonio Troise del Mattino) ha evocato un'immagine che non sta in piedi, a mio avviso. Decisamente più interessante la risposta di D'Alema (al di là della piccola caduta retorica sulla negazione assoluta degli sprechi che fa il paio con le smargiassate dei ministri leghisti). La verità è solo una: con il sistema voluto dalla Lega aumenteranno le spese, mentre occorrerebbe mettere in piedi un federalismo vero, serio e sostenibile. A ogni modo è l'abuso di categorie filosofiche come l' "assistenzialismo" che lascia perplessi. Si continua ad andare avanti per vecchi topoi invece di affrontare seriamente le questioni. Se al Sud c'è il petrolio e non ci sono le strade per un trasporto più semplice ed economico, se al Sud c'è l'80 per cento del fatturato delle vacanze estive e la Salerno-Reggio è un colabrodo, se al Sud ci sono le potenzialità e nessuno ha mai messo mano alle politiche del concreto è evidente come i problemi siano ben altri. Sarà anche vero che in passato si sono perse grandi occasioni a causa del malgoverno locale e della malavita organizzata, ma pensare di risolvere tutto con il federalismo di Bossi è da veri kamikaze.
Post n°1 pubblicato il 13 Ottobre 2010 da Ovest10
La nuova strategia decisa da Massimo D'Alema e Pier Luigi Bersani comincia a dare i suoi frutti. Lui, Massimo, non si vede. L'altro, Bersani, va a pranzo con Nichi Vendola. E quest'ultimo è l'unico che, a sinistra, riesce a raccogliere consensi ripartendo dalle attuali macerie. Non si parla ancora di candidati (questione tra l'altro marginale al momento e prematura), ma si pongono le basi per un'alleanza. Resti pure nel suo ovile con Sinistra e Libertà, ma si trovino concordanze per cementare una nuova alleanza. E' passato poco tempo da quando Bersani e D'Alema masticarono amaro in Puglia con Boccia per le Regionali appule. Acqua passata, naturalmente. Normale dialettica politica. Adesso occorre farsi trovare minimamente pronti nel caso di elezioni. E i colloqui, pare, sono andati bene. Meglio di come andranno quelli con Di Pietro, con il quale è difficile scnedere sul piano squisitamente politico. Ma con il quale sarà necessario dare fondo a tutte le abilità diplomatiche per trovare una soluzione condivisa. E' necessario far confluire nel nuovo Centro Sinistra anche i voti dei dipietristi. Difficile immaginare a oggi quale sia il reale auspicio di D'Alema circa il candidato della nuova formazione. La sensazione è che con una formazione forte, capace di vincere e governare Bersani sia indiscutibilmente il preferito. Altrimenti Vendola potrebbe essere la persona giusta per acciuffare una vittoria in extremis e portare avanti la prima fase del nuovo progetto. E naturalmente per non bruciare definitivamente Bersani che, è bene ricordarlo, negli ultimi dieci anni è stato l'unico a mettere le mani nei portafogli degli italiani per aggiungere e non per togliere (disdette più semplici per contratti di fornitura, eliminazione dei costi di ricarica per i telefonini, crociata contro il cartello delle farmacia, ecc.). La gente tende a non dimenticarle certe cose. Di Pietro resta invece sempre un'incognita, peraltro con parecchia voce in capitolo. Quel che è certo è che i primi fili della tela del buon Massimo sono stati intrecciati.
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