1 Straccio di Ironia

In Vino Veritas


Amici, colleghi, compagni d'osteria, amiche di letto, leccaculi invidiosi, sbarbine che se la tirano e idioti passeggeri; vi parlerò adesso dei Vini. Certamente e quantunquemente, dopo il post sulle pietanze paradasiache da gemito papillifero, ci stava un post sulla bevanda piscio di Bacco, detto anche nettare d'uva o più comunemente vino. Il vino è cultura. Conoscerlo, saperlo scegliere, saperne gustare le qualità organolettiche, masturbare il palato col solo profumo di esso sono aspetti eno-socio-etilico-culturali che si vanno fortemente (e quantunquemente) diffondendo tra noi giovani. Parentesi a parte per quelli che comprano il vinello in brick, o lo sfuso all'enoteca per raggiungere lo sballo del sabato sera. Un target di idioti alcolizzati che poco hanno a che fare con quanto dicevasi su. Me medesimo ha una discreta conoscenza di vini. Tuttavia, cosi come nel post precedente, c'è qualcosa che mi da un po' fastidio. Avete presente i sommelier? Sono dei tizi che descrivono i vini dal punto di vista tecnico. Il colore, gli odori, la corposità, il gusto in calice. Tutto questo è accettabile, nonchè utile per la conoscenza dei vini, nella misura "umana". Per esempio: Vino rosso rubino, profumo speziato con leggero accenno vanigliato, in bocca senti la corposità di un frutto eccellente. Una descrizione veritiera insomma. Invece cosa succede? Che molti di questi tizi, con grande maestria e sboronaggine, fanno delle descrizione skizzofrenetiche e incredibili. Ci sentono un tuono che squarcia il ciel sereno, l'odore di un ippopotamo sudato che scorreggia nella savana, il masticare di banana da parte di un gorillozzo maschio arrampicato su un albero a 3 metri da terra, al palato hanno una senzazione di risveglio primaverile con canto di fatine in perizoma. E ancora: ci sentono il russare di un bambino di 5 mesi che dorme di fianco alle 6.15 di pomeriggio, vedono il colore bianco pallore di luna piena nel mese in cui il Gemelli ha Saturno stronzo e Acquario in Laude, apprezzano l'aroma del ribes caramellato con scaglie di micro-cristalli di zucchero!! Insomma, non c'è limite alla fantasia di uno skizzopazzosommelier. La sua fantasia è calcolabile tramite il teorema di Tavernello: dato un calice riempito a metà, sul catetere dell'ipotenusa; il sommelier riceve in naso una spinta dal basso verso l'alto (inter narici) degli eno-odori che è direttamente proporzionale al gusto rilasciato in ambiente alveo-palatare pre-labbiale moltiplicato agli anni di raffinamento in barrique del vino stesso. Oui, Chez Moi.