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La felicità? È una questione di DNA


Secondo uno studio scozzese dipende per il 50 per cento dal nostro corredo geneticoSCOZIA (Regno Unito) - Chi non si è mai interrogato sul perché sia così difficile essere felici? Una risposta potrebbe giungere da una ricerca condotta dall'Università di Edimburgo in collaborazione con l'Istituto di Ricerca Medica di Queensland in Australia. LO STUDIO - Sono state prese in considerazione 900 coppie di gemelli, omozigoti ed eterozigoti, poiché i primi hanno un identico patrimonio genetico mentre i secondi presentano differenze sostanziali pari a quelle di normali fratelli. Il criterio di scelta degli individui che hanno preso parte al test è stato determinato in base a caratteristiche personali che precedenti studi hanno dimostrato incidere sulla curva della soddisfazione, vale a dire una scarsa tendenza alla preoccupazione, la socievolezza e la coscienziosità. La comparazione dei risultati dei due gruppi ha consentito ai ricercatori di determinare quanto un particolare tratto caratteriale venga influenzato dalla genetica. La conclusione alla quale sono giunti i ricercatori scozzesi è che metà della nostra possibile felicità è legata al nostro corredo cromosomico, mentre il restante cinquanta per cento dipende dallo stile di vita, dalla carriera intrapresa e dalle relazioni sociali. Il direttore dello studio, il dottor Alexander Weiss, sostiene che la felicità, unitamente alla vita e alla libertà, sia uno dei desideri fondamentali degli esseri umani e che una cospicua quota di gioia di vivere possa essere spiegata soltanto attraverso l'architettura genetica della personalità. SCIENZA DELLA FELICITÀ - La scienza della felicità è un campo in rapida espansione, grazie a una richiesta sia pubblica che aziendale finalizzata alla comprensione di tutto ciò che è benessere. Qualche tempo fa l’Economist dedicava una copertina al tema Happiness, sdoganando definitivamente questo tema dal terreno delle emozioni e facendolo entrare a pieno titolo anche in settori prima poco famigliari, come l’economia. Ora è un argomento trasversale, studiatissimo come mai e inseguito come sempre. E si inizia a pensare che dove non è riuscita la politica, la finanza o la psicologia, possa arrivare proprio la scienza della felicità. EREDITÀ - Dunque secondo lo studio dell'Università di Edimburgo, dai genitori non si ereditano soltanto i tratti somatici, ma anche quelli caratteriali, e si riceve una sorta di lasciapassare per la felicità (o per l'infelicità). Ma questo lascito, nel caso sia negativo, non deve spingere alla rassegnazione e all'accettazione passiva di una triste sorte. Esiste pur sempre un residuo cinquanta per cento che è nelle nostre mani. E poi, come suggerisce il direttore della ricerca, bastano pochi semplici accorgimenti per portare un po' di luce anche nelle vite più buie. Per esempio, richiamare alla mente i propri punti di forza o evocare con la memoria, la sera prima di dormire, tre avvenimenti della giornata che ci hanno procurato piacere. Ciascuno di noi potrà continuare a inseguire la propria felicità, con buona pace dei genetisti.Emanuela Di Pasqua 06 marzo 2008 fonte www.corriere.itvedi anche http://www.iltuopsicologo.it/pensieri%20_terapeutici.asp