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SUPERARE LA PAURA DI VOLARE ?


ROMA L’aereo decolla e Sandro Bondi stringe gli occhi, si abbarbica al bracciolo come a un’ancora di salvataggio, il viso pallido, le mani sudate, l’inutile ripensamento dell’ultimo minuto. Oramai l’aereo è in fase di decollo, il dado è tratto: dopo 8 anni il ministro della cultura torna a volare. Direzione Mosca dove era in corso una bilaterale fra il governo italiano e quello russo per la firma di una serie di accordi. All’atterraggio non c’è solo il sollievo ma anche l’angoscia per il volo di ritorno (ieri sera). «Ce l’ho fatta, anche se solo a metà visto che ora devo affrontare il ritorno». Sorridono i colleghi di viaggio Roberto Maroni, Giulio Tremonti e Franco Frattini quando Bondi racconta questo atto eroico: «E’ andata abbastanza bene, certo come esordio non è stato un volo breve: oltre tre ore e mezzo. Per fortuna mi ha aiutato un medico specializzato in fobie che mi ha dato dei consigli». Ad aiutarlo anche le hostess: «Sono stati davvero tutti molto carini». Perché in effetti il corso fatto all’Alitalia, che si chiama incredibilmente «Voglia di volare», e destinato a chi questa voglia proprio non ce l’ha, non era andato troppo bene. Un osso duro come studente, Bondi, vittima nella sua vita di molti scherzi del destino per questa fobia. Da ragazzo al comando militare per gli obblighi di leva lo destinarono in Aeronautica: «Rimasi a terra tutto il tempo». All’ultima spiaggia Alitalia dopo una serie di test, di colloqui con psicologi e con ingegneri che spiegano il funzionamento e la sicurezza dell’aereo, c’è chi ha pensato sadicamente di accelerare il percorso con una cura d’urto. E così Bondi è stato chiuso in un simulatore di volo, una cabina di pilotaggio, azionata a modalità turbolenza, quasi una tempesta a cui il ministro non ha resistito. Qualcuno ha insinuato a uno scherzo di hostess e piloti inferociti con il governo. Inutile assicurargli che la turbolenza non diminuisce la sicurezza. Concetto difficile da spiegare a chi otto anni fa ha deciso che la paura di volare era più forte di quella di vedere la famiglia a Boston e che per andarli a trovare preferiva di gran lunga attraversare l’Atlantico. Decisione presa dopo un volo con Berlusconi da Roma ad Arcore. «E me lo ricordo ancora». «Non è facile soffro di vertigini, ma devo farlo, altrimenti come posso continuare a fare il ministro senza viaggiare?». A convincerlo al grande passo raccontano che sia stato il suo capogabinetto, Salvo Nastasi, che gli ha trovato un medico esperto nella paura di volare, lo ha convinto e praticamente accompagnato per mano all’aereo dell’Aereonautica che lo ha portato in Russia. Da questo momento avremo finalmente un ministro con la valigia, in giro per festival culturali? Le cose vanno fatte con calma e così per i prossimi due viaggi programmati dal ministero in Brasile e in Messico, andranno solo i suoi collaboratori. Voglia di volare, ma fino a un certo punto. articolo completo al seguente indirizzo: http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/societa/200811articoli/37985girata.aspapprofondimento al seguente indirizzo: http://www.iltuopsicologo.it/Aerofobia.htm