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Poesia 98

Post n°32 pubblicato il 21 Novembre 2011 da nourpelletterie
 
Tag: poesie

PERCHE’ TI AMO

 

 

 

E sento di amarti

oggi

più di ieri

perché il sole

stamani

è sorto prima

perché la rosa

ha pianto

la sua rugiada

perché stanotte

più intensamente

ti ho sognato

perché mi sono svegliato

con il tuo profumo

tra le mani

perché l’ansia

di rivederti

è impetuosa

perché oggi

mi sento

forse

più solo di ieri

 

 

da "L'ultimo canto del melograno"

 
 
 

Poesia 2/16

Post n°31 pubblicato il 20 Novembre 2011 da nourpelletterie
 
Tag: poesie

Ho fatto un mantello

al mio cuore

 

Nei momenti di pace

smanioso

l’ho tessuto

 

Fili di speranze

di amori scoraggiati

di gioie arginate

di notti insonni

di burrasche devastanti

di paure senza albe

di ricerche incredibili

di amicizie inutili

 

Ho fatto del mio cuore

un mantello

 

Per stare un poco

più solo

con me stesso

da "Raccolta 16"

 
 
 

Il testamento di Tito

Post n°29 pubblicato il 20 Novembre 2011 da nourpelletterie
 
Tag: Testi

"Non avrai altro Dio all'infuori di me,
spesso mi ha fatto pensare:
genti diverse venute dall'est
dicevan che in fondo era uguale.

Credevano a un altro diverso da te
e non mi hanno fatto del male.
Credevano a un altro diverso da te
e non mi hanno fatto del male.

Non nominare il nome di Dio,
non nominarlo invano.
Con un coltello piantato nel fianco
gridai la mia pena e il suo nome:

ma forse era stanco, forse troppo occupato,
e non ascoltò il mio dolore.
Ma forse era stanco, forse troppo lontano,
davvero lo nominai invano.

Onora il padre, onora la madre
e onora anche il loro bastone,
bacia la mano che ruppe il tuo naso
perché le chiedevi un boccone:

quando a mio padre si fermò il cuore
non ho provato dolore.
Quanto a mio padre si fermò il cuore
non ho provato dolore.

Ricorda di santificare le feste.
Facile per noi ladroni
entrare nei templi che rigurgitan salmi
di schiavi e dei loro padroni

senza finire legati agli altari
sgozzati come animali.
Senza finire legati agli altari
sgozzati come animali.

Il quinto dice non devi rubare
e forse io l'ho rispettato
vuotando, in silenzio, le tasche già gonfie
di quelli che avevan rubato:

ma io, senza legge, rubai in nome mio,
quegli altri nel nome di Dio.
Ma io, senza legge, rubai in nome mio,
quegli altri nel nome di Dio.

Non commettere atti che non siano puri
cioè non disperdere il seme.
Feconda una donna ogni volta che l'ami
così sarai uomo di fede:

Poi la voglia svanisce e il figlio rimane
e tanti ne uccide la fame.
Io, forse, ho confuso il piacere e l'amore:
ma non ho creato dolore.

Il settimo dice non ammazzare
se del cielo vuoi essere degno.
Guardatela oggi, questa legge di Dio,
tre volte inchiodata nel legno:

guardate la fine di quel nazzareno
e un ladro non muore di meno.
Guardate la fine di quel nazzareno
e un ladro non muore di meno.

Non dire falsa testimonianza
e aiutali a uccidere un uomo.
Lo sanno a memoria il diritto divino,
e scordano sempre il perdono:

ho spergiurato su Dio e sul mio onore
e no, non ne provo dolore.
Ho spergiurato su Dio e sul mio onore
e no, non ne provo dolore.

Non desiderare la roba degli altri
non desiderarne la sposa.
Ditelo a quelli, chiedetelo ai pochi
che hanno una donna e qualcosa:

nei letti degli altri già caldi d'amore
non ho provato dolore.
L'invidia di ieri non è già finita:
stasera vi invidio la vita.

Ma adesso che viene la sera ed il buio
mi toglie il dolore dagli occhi
e scivola il sole al di là delle dune
a violentare altre notti:

io nel vedere quest'uomo che muore,
madre, io provo dolore.
Nella pietà che non cede al rancore,
madre, ho imparato l'amore".



F. De Andrè

 

 

Io, mi ci trovo al 90%......

 

 

 
 
 

Detto

Post n°28 pubblicato il 20 Novembre 2011 da nourpelletterie
 

Abbiamo imparato a volare come gli uccelli,
a nuotare come i pesci,
ma non abbiamo imparato l'arte di vivere come fratelli.
Martin Luther King

 

 
 
 

Poesia 26/16

Post n°27 pubblicato il 19 Novembre 2011 da nourpelletterie
 
Tag: poesie

Sabbia cipria

scogli snervati

dense pinete

pini a ombrello

acque turchesi

muri bianchi di acqua

riviere orlate di eucalipti

 

Distesa la luna

solletica le palme

per far culla ai pensieri

 

E contare le stelle

è stato inutile

perso nel concerto

di un sogno

 

 

14 agosto

Gammarth

(Tunisia)

 

dalla raccolta 16

 
 
 

Poesia 95

Post n°26 pubblicato il 19 Novembre 2011 da nourpelletterie
 
Tag: poesie

E’ di spuma

questa sera

e si ovatta

di gelosi amori

 

Si perde

poi si ritrova

rincorre

evasi ricordi

avida

 

Un concerto

da non perdere

 

Poi

il blu

le stelle

gli astri violati

 

Nessuno

racconta più nulla

del sentimento

e ogni minuto

è una lacrima

 

 

 

7 marzo

 

 

da "Il grido del silenzio"

 
 
 

Poesia 48

Post n°25 pubblicato il 19 Novembre 2011 da nourpelletterie
 
Tag: poesie

Sopravviverò

in questa trincea

tra attimi di sgomento

dove bagliori di paura

sono presenti come in un triller

 

Sopravviverò

con il mio zaino fangoso

più pesante dalla pioggia acida

che ha logorato il mio esistere

 

Camminerò tra la melma

impastata di sangue

del mio passato

e nella fronte grumi di sudore

che nessuno asciuga

 

Sopravviverò

se alla fine

ci sarà un amore

ad aspettarmi

 

Con una carezza

 

 

da "Il grido del silenzio"

 
 
 

Pensiero 66

Post n°24 pubblicato il 19 Novembre 2011 da nourpelletterie
 

 E' difficile vedere oltre lo specchio e ancora più difficile capire cosa si nasconde dietro una camicia.... Difficile è fissare il cuore di ognuno... a volte nasconde verità a volte menzogne, a me piace ascoltare quando c'è sincerità, perchè, nella trama c'è quasi sempre una sofferenza...

 
 
 

Domanda

Post n°23 pubblicato il 19 Novembre 2011 da nourpelletterie
 

Allora Almitra di nuovo parlò e disse: Che cos'è il matrimonio, maestro? E lui rispose dicendo: Voi siete nati insieme e insieme starete per sempre. Sarete insieme quando le bianche ali della morte disperderanno i vostri giorni. E insieme nella silenziosa memoria di Dio. Ma vi sia spazio nella vostra unione. E tra voi danzino i venti dei cieli. Amatevi l'un l'altro, ma non fatene una prigione d'amore: Piuttosto vi sia un moto di mare tra le sponde delle vostre anime. Riempitevi l'un l'altro le coppe, ma non bevete da un'unica coppa. Datevi sostentamento reciproco, ma non mangiate dello stesso pane. Cantate e danzate insieme e state allegri, ma ognuno di voi sia solo, come sole sono le corde del liuto, benché vibrino di musica uguale. Donatevi il cuore, ma l'uno non sia di rifugio all'altro, poiché solo la mano della vita può contenere i vostri cuori. E siate uniti, ma non troppo vicini; Le colonne del tempio si ergono distanti, e la quercia e il cipresso non crescono l'una all'ombra dell'altro.

Kahlil Gibran

 
 
 

L'amore

Post n°22 pubblicato il 19 Novembre 2011 da nourpelletterie
 

L'amore non deve implorare e nemmeno pretendere, 
l'amore deve avere la forza di diventare certezza dentro di sé.
Allora non è più trascinato, ma trascina.

H. Hesse

 
 
 

Poesia 84

Post n°21 pubblicato il 18 Novembre 2011 da nourpelletterie
 
Tag: poesie

Quando più non vedrai

la mia foto

io ci sarò

 

quando più non vedrai

il tuo sole

io ci sarò

 

quando le stelle

saranno spente

io ci sarò

 

perché tu

ci sei

 

 

 

 

da "L'ultimo canto del melograno"

 
 
 

Poesia 91

Post n°20 pubblicato il 18 Novembre 2011 da nourpelletterie
 
Tag: poesie

Avrei spostato le stelle

se lo avessi creduto

costruito una costellazione

che ti somigliasse

se non mi avessi deriso

 

Avrei scavato il tuo cuore diffidente

se me lo avessi lasciato aprire

avrei lucidato i tuoi occhi

per dar loro ancora più luce

accarezzato i tuoi capelli

se non saresti scappata

 

Mi sarei sprecato

nel tuo corpo

che nessuno aveva toccato

ti avrei rubato l’anima

se me lo avresti permesso

mi sarei aggrappato

ad un tuo bacio

per non cadere

 

Mi hai donato solo

la certezza

di non avermi mai creduto

 

Cercherò di non odiarti

per non amarti di più

 

 

 

da  ("NOMADE")

 
 
 

CANZONE

Post n°19 pubblicato il 18 Novembre 2011 da nourpelletterie
 
Tag: poesie

Una musica suonata da foglie

un bisbiglio di parole dalle onde

e i miei pensieri

fino a sfiorarti

 

Ti abbracciano

fino a stringerti di tenerezza

e tu ci sei

e ti chiamo

e ti sorrido

e ti parlo

con gli occhi

talvolta umidi di desiderio

 

Ora

bruciano queste parole

promesse false

di stelle dementi

ora

è arida questa terra

le labbra riarse

screpolano

attendendo nel dolore

un’alba più minacciosa di inganni

 

E’ più facile morire

che sopravvivere

a questa dilaniante tortura

 

e il non saperti

e il non riviverti

mi pesa più

che questa notte bugiarda

 

Vorrei dolcissima sensazione

cantare con te una canzone d’amore…

 

 

20.09.2000

 

 

(da "NOMADE")

 
 
 

Poesia 70

Post n°18 pubblicato il 17 Novembre 2011 da nourpelletterie
 
Tag: poesie

Un sogno bruciato

un caffè

più amaro

un dolore

più freddo del rasoio

una luna

che invano

corre nella notte

 

Le tue bugie

parole mozze

di chi ancora

non ha imparato a sognare

 

Hai spremuto

goccia dopo goccia

il mio cuore

buttato

sulla bancarella

degli straccivendoli

 

Ti sorprenderai

quando mi troverai

a cantare un nuovo amore

 

 

12 maggio

(da  "Nomade")

 
 
 

Poesia 14/16

Post n°17 pubblicato il 15 Novembre 2011 da nourpelletterie
 
Tag: poesie

Dove fiorisce il rosmarino

tra siepi incolte

di lavande e margherite

sudicie di civiltà

 

Tra albe

impastate di rugiada

e una vita illusa

di tenerezza

 

Sempre il sorriso

alto al sole

e le mani in attesa

 

Sulla collina

anfiteatro di antiche storie

ho respirato il profumo della neve

 

 

 

(dalla raccolta 16)

 
 
 

Poesia 16/17

Post n°16 pubblicato il 15 Novembre 2011 da nourpelletterie
 
Tag: poesie

Nulla è rimasto

se non le dune ocra del deserto

 

Qui

ho portato il mio cuore

le mie nenie nascoste

che nessuno conosce

le mie rughe

di provvisori ricordi

 

Ai piedi

di dove il vento comincia a cantare

ho illuso il cielo

(dalla raccolta 16)

 
 
 

Bella senz'anima

Post n°15 pubblicato il 15 Novembre 2011 da nourpelletterie
 
Tag: Canzoni

E adesso siediti su quella seggiola,
stavolta ascoltami senza interrompere,
è tanto tempo che volevo dirtelo.
Vivere insieme a te è stato inutile,
tutto senza allegria, senza una lacrima,
niente da aggiungere ne da dividere,
nella tua trappola ci son caduto anch'io,
avanti il prossimo, gli lascio il posto mio.

Povero diavolo, che pena mi fa,
e quando a letto lui ti chiederà di più
tu glielo concederai perché tu fai così,
come sai fingere se ti fa comodo.
E adesso so chi sei e non ci soffro più,
e se verrai di là te lo dimostrerò,
e questa volta tu te lo ricorderai.
E adesso spogliati come sai fare tu,
ma non illuderti, io non ci casco più,
tu mi rimpiangerai, bella senz'anima.
(R. Cocciante)
In tante primavere di vita, sarà capitato a molti....

 
 
 

Pensiero 61

Post n°14 pubblicato il 08 Novembre 2011 da nourpelletterie
 

...anche una sera è trepidante con il solo tremolio di una stella o il tenue chiarore di una candela... Trepidante è quel cuore che è certo di un amore...

 
 
 

Vecchia storia... storia nuova...

Post n°13 pubblicato il 08 Novembre 2011 da nourpelletterie
 

Questo è il brano ispirato alla dichiarazione che il Capo Indiano Seath, della tribù Suwamish, fece in occasione dell’assemblea dei capi indiani del 1854, in risposta al presidente degli Stati Uniti Franklin Pierce, che chiese di acquistare una grande estensione del territorio indiano, promettendo in cambio una riserva per il popolo pellerossa. Sebbene non si tratti della trascrizione autentica, questo brano è diventato famosissimo.

“Il Grande Capo a Washington ci manda a dire che desidera comprare la nostra terraCome si può comprare o vendere il cielo o il calore della terra?
Per noi è un'idea che ci stupisce. Se non ci appartengono né la freschezza dell’aria né lo scintillio dell'acqua sotto il sole, come potreste comprarcelo?
Ogni piccola parte di questa terra è sacra per il mio popolo. Ogni ago di pino, la riva sabbiosa, la bruma dei boschi, ogni insetto che nasce, il suo ronzio... è sacro nella memoria del mio popolo. La linfa che percorre gli alberi porta il ricordo del pellerossa.
I morti dell'uomo bianco si dimenticano della loro terra natale quando vanno a passeggiare tra le stelle. I nostri morti, invece, non dimenticano mai questa bella terra, perché essa è madre del pellerossa. Siamo parte della terra ed essa è parte di noi. I fiori profumati sono nostri fratelli, il cervo, il cavallo, la grande aquila sono nostri fratelli. Le cime rocciose, l'odore delle praterie, il calore del corpo del puledro e l'uomo: tutti apparteniamo alla stessa famiglia.
Quando il Gran Capo di Washington ci manda a dire che desidera comprare la nostra terra, è molto quello che ci chiede. Il Gran Capo dice che riserverà per noi un posto, dove poter vivere comodamente. Lui sarà nostro padre e noi saremo suoi figli. Per questo, stiamo considerando la sua offerta di comperare la nostra terra. Ma non sarà facile perché la terra per noi è sacra.
L'acqua scintillante che corre nei ruscelli e nei fiumi non è solo acqua: è il sangue dei nostri avi. Se noi vi vendiamo la nostra terra, voi dovreste ricordare che essa è sacra, e dovreste insegnarlo ai vostri figli, dovreste insegnare loro, che ogni immagine che si rispecchia nell'acqua dei fiumi o dei laghi parla di avvenimenti e ricordi della vita del nostro popolo. Se vi vendiamo la terra, voi dovreste insegnare ai vostri figli che i fiumi e i laghi sono nostri fratelli e che meritano l'attenzione che merita un fratello.
Sappiamo che il bianco non capisce il nostro modo di essere. Per lui un pezzo di terra è uguale ad un altro. Lui è come un estraneo che arriva nella notte, strappa alla terra quello che gli è necessario e se ne va . Non guarda alla terra come ad una sorella ma come ad un nemico. E quando l'ha conquistata l'abbandona e parte per altri destini. Lascia indietro le tombe dei suoi padri e non se ne cura. Viola la terra dei suoi figli e non se ne cura. Tratta la sua madre terra e suo fratello, il cielo, come cose che si possono comprare, saccheggiare, vendere, come pecore o lucenti monili. Il suo appetito divorerà la terra e temo, che dietro, resterà solo il deserto.
Non so. Le nostre usanze sono diverse dalle vostre. L'immagine delle vostre città ferisce l'occhio del pellerossa, ma probabilmente perché il pellerossa è selvaggio e non capisce.
Non esiste tranquillità nelle città dei bianchi. Non c'è un posto dove si possa ascoltare il rumore delle foglie o il sussurro delle ali di un insetto. Ma forse dico questo perché sono un selvaggio e non capisco. Il rumore delle città disturba l'udito. Come sarebbe la vita dell'uomo se non potesse ascoltare il grido solitario del coyote o l'animata conversazione notturna dei rospi nello stagno? Io sono pellerossa e non capisco.
L’indiano preferisce il dolce suono del vento che slanciandosi come una freccia accarezza lo stagno e preferisce l’odore del vento bagnato dalla pioggia mattutina, o profumato dal pino pieno di pigne. L'aria è preziosa per il pellerossa, perché tutte le cose condividono lo stesso respiro. Le bestie, l'albero, l'uomo tutti respirano la stessa aria. L'uomo bianco sembra non far caso all'aria che respira come un essere agonizzante da molto tempo, è insensibile al cattivo odore che emana.Ma se noi vi vendiamo la terra, voi dovreste ricordarvi che l'aria è sacra. L'aria che ha raccolto il primo respiro del nostro antenato e ne ha raccolto anche l'ultimo. Voi dovreste mantenerla intatta e sacra perché si possa assaporare il vento purificato dal profumo dei fiori.
Se decidiamo di vendere la terra, lo faremo ad una condizione, l'uomo bianco dovrà trattare gli animali e queste terre come suoi fratelli e sue sorelle

Io sono un selvaggio e non capisco altre forme di pensiero. Ho visto migliaia di bufali imputridire nella prateria, abbandonati dai bianchi dopo averli colpiti con il fucile da un treno in corsa. Io sono un selvaggio e non capisco come il cavallo di ferro, sia più importante del bufalo che noi sacrifichiamo soltanto quando ne abbiamo bisogno per sopravvivere.
Cos'è l'uomo senza animali? Se tutti sparissero l'uomo avrebbe una gran solitudine di spirito. Perché tutto quello che accade agli animali, in seguito si ripercuote sull'uomo.
Tutti noi esseri viventi siamo mutuamente dipendenti uno dall'altro.
Noi sappiamo questo: la terra non appartiene all'uomo, è l'uomo che appartiene alla terra. Noi sappiamo che tutte le cose appartengono ad una unica famiglia. Tutto è unito. Non è l’uomo che ha ordito le trame del tessuto della vita egli è solo uno dei suoi fili. Quello che l'uomo fa a questo tessuto lo fa a se stesso.
Noi sappiamo una cosa che l'uomo bianco non sa, ma un giorno scoprirà, il vostro Dio e il nostro Dio sono lo stesso Dio.
Voi pensate che Lui sia una vostra proprietà, come per la terra, ma non è così. E non sarà così. Lui è Dio di tutti gli esseri e la sua compassione è la stessa verso il popolo pellerossa e verso l'uomo bianco.
Per Lui la terra è preziosa e recar danno alla terra è disprezzare il Creatore.
Questo destino per noi è un mistero.
Ma noi siamo selvaggi e non capiamo quando vediamo tutti i bufali sacrificati, i cavalli selvaggi domati, gli angoli dei boschi impregnati dall'odore di molti uomini, le cime delle montagne macchiate di filo spinato.

Dov'è il bosco? E' sparito! Dov'è l'aquila? Sparita!

E' la fine della vita e l'inizio della sopravvivenza.“

 
 
 

RIFLESSIONE

Post n°12 pubblicato il 07 Novembre 2011 da nourpelletterie
 

La prima volta che l'uomo disse NO a Dio

il male entrò nel mondo e l'umanità imparò a piangere.

 

Sfogliando le pagine della storia umana,

accanto alle rovine di potenze svanite

balzano ancora oggi vive e drammatiche,

tante macchie di sangue umano

e innumerevoli dipinti di morte.

 

Quanti regni, quanti imperi sono sorti a prezzo di massacri,

quanti imperatori, re, sovrani,

hanno eretto i loro pesanti troni d'oro

sulle spalle insanguinate di gente vinta ed oppressa.

 

Ogni secolo, ogni anno, ogni giorno, forse ogni ora

il sole ha illuminato per millenni

scene di violenza e di sterminio,

l'aria è stata squarciata da grida di dolore e di pianto

e la terra si è aperta per seppellire

tanti corpi dissanguati da mani d'uomo.

 

Anche la nostra società del benessere

ha una storia quotidiana

non di rado dettata dall'odio, dalla violenza

e scritta col sangue.

 

E così la storia umana continua ad essere spesso

storia

di un uomo contro un altro uomo,

di un popolo contro un altro popolo,

di una nazione contro l'altra,

di due potenze in lotta tra loro.

Ed intanto le conseguenze dell'egoismo, dell'odio,

della prepotenza

e degli orgogli nazionali,

si abbattono paurosamente sui bambini,

sui deboli, sui poveri,

e su gente che sembra essere nata

solo per pagare con la fame, la malattia,

l'oppressione e la morte

il prezzo della cattiveria altrui.

 

Lo stesso progresso scientifico,

posto a servizio della guerra,

mette sempre più paura, minaccia continuamente la pace

ed aumenta l'insicurezza mondiale.

I rapporti umani sono inquinati

dallo sfruttamento reciproco,

le relazioni tra i popoli infiacchiti dal sospetto,

e molti affogano in una schiavitù di sesso,

di droga, di evasione:

schiavitù alla quale danno il nome di "libertà".

 

Molti oggi parlano di pace e di giustizia,

tutti vogliono un mondo migliore;

eppure l'umanità continua a ripetere sempre più forte

e concitato

il suo NO a Dio,

l'unico che può dare la vera pace e la vera giustizia,

quella pace che non è figlia delle armi

e quella giustizia che è figlia dell'amore.

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: nourpelletterie
Data di creazione: 26/09/2011
 

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