SENSI & CONTROSENSI

BON TON O CAFONAGGINE?


Inizialmente l’idea era di fare un post per raccontarvi  un aneddoto che mi ha davvero infastidita e messa in imbarazzo, ma sarò buona per un volta, voglio pensare che il comportamento della persona in questione, sia stato dettato dall’ignoranza (non intesa nel suo reale significato, ma nel senso comune del termine….) e non dalla volontà di compiere il grossolano gesto.Colgo invece l’occasione per parlare di buone maniere.  Esistono codici comportamentali che aiutano in qualsiasi situazione, ma che a mio avviso, spesso sviliscono profondamente la spontaneità e il piacere di godere di un dato momento, dovendo dare la priorità al sembrare e non all’essere. Il bon ton è stracolmo di “non dire, non fare”, e già l’imposizione immotivata mi disturba, ma per farla breve,  riporto di seguito alcuni  DIVIETI che contesto, in quanto secondo me, privi di senso logico. (fino a prova contraria). DIRE “PIACERE” QUANDO CI PRESENTIAMO O SI VIENE PRESENTATISarebbe più consono forse esclamare:”we…che faccia da pirla!”?
 .ENTRANDO IN UN RISTORANTE , L’UOMO PRECEDE LA DONNA. IN PASSATO, IL “CAVALIERE”  AVEVA L’OBBLIGO DI ESPLORARE L’AMBIENTE PRIMA DI FARCI ENTRARE UNA SIGNORA…. Nel 2010 sarebbe bene rimuovere dal galateo questa usanza desueta, a meno che non si entri in un saloon affollato di avventori armati, intenti a fumare sigari e  riempire  sputacchiere, non credo si corra alcun pericolo, se invece trattasi di ingresso in locali di dubbio gusto, o palesemente ambigui, beh…in tal caso non credo sia importante chi varca per primo la soglia. (‘ndo cojo cojo). AUGURARE BUON APPETITOIo non amo farlo a prescindere, mi limito a replicare se viene augurato a me, ma non ci trovo nulla di disdicevole nell’augurarlo! La prossima volta che pranzerò con qualcuno proverò a buttare lì un allegro :”ti auguro di strafogarti” , e vi saprò dire il gradimento. .NON CHIEDERE IL PANE O santocielo…può trattarsi di una dimenticanza, se ti chiedo il pane, non è per farne palline con la mollica e lanciartele in un occhio, suvvia!. MAI DIRE “SALUTE” QUANDO UNA PERSONA STARNUTISCEIo abitualmente, se mi trovo nelle vicinanze di qualcuno che starnutisce,  intervengo con parole amorevoli del tipo “ma creperai prima o poi! Che sia la volta buona?” Si si, decisamente più elegante di un volgare “salute”. E se lo dicono a me, rispondo garbatamente “pensa alla tua, stronzo”. STRETTA DI MANO: MAI DARE LA MANO MORTA, MA NEPPURE UNA STRETTA CHE STRITOLA, UNA BUONA VIA DI MEZZO, UNA STRETTA DECISA E RASSICURANTEE qui mi girano davvero OO, perché è come imporre il modo di sorridere, di muoversi, di esprimersi. La stretta di mano parla di noi…come possiamo chiedere ad un timido e insicuro di stringere vigorosamente la mano del suo interlocutore? Sarebbe come fargli violenza. La mia ad esempio, è decisa ma rapida, (poi se ne riparla eventualmente…) e soprattutto non mi sento in obbligo di porgerla se la persona che ho di fronte non mi piace,   mi limito a salutare solo verbalmente, a costo di passare da cafonazza.Poi....Beh….l’elenco è lungo ma mi fermo qui :-)Io noto i particolari e amo alcune raffinatezze nei modi, ma sono e resterò sempre una persona semplice, contrarissima alle frasi fatte o di circostanza, ai modi affettati che nascondono il vuoto, ai goffi manierismi…e sono convinta che se usassimo gusto e buon senso, non dovremmo consultare alcun libro di BON TON. L’eleganza non si impara, la si possiede.