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Un blog creato da August05 il 05/04/2011

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due

Post n°20 pubblicato il 24 Maggio 2013 da August05

Poi ieri sera l'arcobaleno ha fatto capolino nel cielo. Dopo aver fatto tutti i tempi come dicevi sempre tu. Nel pomeriggio nubi bianchissime e spumeggianti avevano spinto da sud-ovest aggrottandosi nell'azzurro che lentamente sfumava nel grigio verso Milano. Si sono confuse con l'ennesimo acquazzone. Le ho seguite con lo sguardo finché si sono sciolte come la panna spray che lì per lì riempie la scodella e dopo pochi secondi ciò che resta sembra una chiazza di latte acquoso e scaduto.

...liberi, liberi...dentro la vita...

Maledetta primavera! Nei tuoi ultimi attimi sto parlando attaraverso titoli di canzonette. Osservo il cielo stringendomi nel maglione, la primavera maledetta della Goggi. Sono stata in biblioteca ieri pomeriggio, ho accompagnato A. C'è stata la presentazione dell'ultimo libro di Guido Quarzo. Titolo: La meravigliosa macchina di Pietro Corvo. Te ne parlerò senz'altro.

Devo lasciarti. Stamattina siamo intorno ai 3 secondi. Sempre il braccio destro, stesso movimento. Mi chiedo se tu non sia stanco, sfinito.

 
 
 

uno

Post n°19 pubblicato il 23 Maggio 2013 da August05

è stranissimo. Eppure in questi giorni è accaduto che nelle orecchie penetrasse come un ritornello paradossale e proprio per questo autentico.

E così, "dentro la vita", quella che ti è rimasta, stai lottando proprio per trovare la "via d'uscita".  Sono seduta accanto a te, a quello che resta di te, gli occhi li apri appena, quel tanto che basta a far entrare gli affetti e un miscuglio di passato e presente che si snocciola nelle varie chiamate. Già perché chiami sempre. I tuoi fratelli, il don, Relio, Checco, tua mamma e non puoi capire l'effetto che fa sentirti chiamare mamma come un bambino...allora, mi alzo, faccio due passi nel corridoio, quello dove ballavo Liberi liberi e con le pattine scivolavo con un perfetto sguish...merito della nonna che aveva passato la lucidatrice dopo aver steso per bene la cera.

Ritorno nella stanza, non sono triste. Sono concentrata sui tuoi movimenti. Uguali. Ognuno che compi varia a seconda dell'arto che muovi. Il braccio destro ogni 4-5 secondi; le gambe simultaneamente, unite; infilo le mani tra le tue ginocchia e la sponda del letto, così non ti fai male; però, quanti lividi, non sempre riesco a evitare che tu prenda qualche botta. Il dito indice della mano destra ha una cadenza di anche dieci miunti, un quarto di ora. E' il gesto meno convulso. Mi chiedo cosa tu stia facendo in quegli istanti. Non trovo risposte. Ma di nuovo la sensazione di torvarmi innanzi a un neonato che compie tanti movimenti senza sapere ancora bene il perché.

Da dentro, mentre il mattino entra dalle fessure della tapparella, mi prende di nuovo il desiderio di canticchiare...liberi, liberi...dentro la vita, urlando, chiedendo qual è la via d'uscita. Mistero. Buio. Notte.  Già, ma è mattina. Una mattina di maggio asciutta e fredda. Quest'anno la primavera non c'è. Dicono che arriva Ginevra sabato. Temperature tardo autunnali. Crispoli! Tu dicevi sempre così. Soprattutto quando avevi piantato i pomodori e poi imprecavi (veramente qualche volta ricordo bene che te la prendevi un po' troppo con Quello lassù) perché le piantine diventavano gialle. Segno inequivocabile che stavano soffrendo. Che c'era una sofferenza in atto.

Come la tua di adesso. Tu però non sei giallo. Un leggero pallore ti si è incastrato tra le rughe. Certi giorni hai un aspetto verdognolo, altri sei proprio bianco. Altri mi sembra di vederti addosso tutti i colori del mondo. Si vede che prima di partire, starai pensando di fare incetta dell'arcobaleno.

(continua...)

 
 
 

ssst...

Post n°18 pubblicato il 14 Marzo 2013 da August05

14/03/2013

La voce del silenzio

massimo gramellini

È timido, è semplice, è piemontese, anche se parla come Maradona. Chissà se gli basterà essersi chiamato Francesco per seppellire la pompa della Chiesa e la società dei consumi, entrambe degenerate a livelli insostenibili. Di sicuro uno che al suo primo affaccio dal balcone si mette in ginocchio e riesce a fare tacere per quasi mezzo minuto la folla di Roma può essere capace di qualsiasi impresa. Mezzo minuto di silenzio, cioè di spiritualità, qualcosa di molto più ampio della religiosità. Le parole trasmettono emozioni e pensieri. Il silenzio, sentimenti. Erano anni che lo aspettavamo. Anni orribili di applausi ai funerali e di minuti di silenzio inquinati da coretti da stadio non solo negli stadi. Questo terrore di entrare in contatto con se stessi, contrabbandato per empatia ed espansività. Questo bisogno di buttare sempre tutto fuori, per paura di sentire che cosa c’è dentro, fra la pancia e la testa. Il cuore.  

Il gesuita Francesco ha mandato nel mondo il suono dimenticato del silenzio. Per trentadue secondi: in televisione un’eternità. Sarebbe bastato che dalla piazza partisse un «viva» o un «daje» per rovinare tutto. E invece una Roma improvvisamente e miracolosamente afona non gli ha sporcato il primo e fondamentale discorso a bocca chiusa. Ora il suo cammino può cominciare, nonostante le difficoltà del caso. Lui è abituato a girare in metropolitana, ma muoversi coi mezzi a Roma risulta piuttosto complicato. Le strade sono piene di buche, in Curia anche di burroni

 
 
 

va tutto bene

Post n°17 pubblicato il 01 Marzo 2013 da August05

Va tutto bene

 

Va bene, va tutto bene. La capacità del Pd di perdere le vittorie ha raggiunto livelli talmente sofisticati che persino un tifoso del Toro si sente pervadere da ammirato stupore, ma va tutto bene. Bersani è uscito disidratato dalle urne e beve venti bicchieri d’acqua in un quarto d’ora di conferenza stampa, ma va bene, va tutto bene. Domani si dimette il Papa, il Presidente della Repubblica è in Germania, il governo chissà, e a presidiare Roma è rimasto soltanto Alemanno, ma non abbiate paura: va tutto bene (anche perché non dovrebbe nevicare). Col quattro per cento dei voti la Lega controlla le tre Regioni più importanti del Nord e minaccia di trasferirle in Carinzia, ma va tutto bene, davvero. Gli uomini di Ingroia danno colpa della débâcle all’imitazione di Crozza (ma dai, era Crozza?), però va tutto bene. Una neosenatrice dei Cinquestelle, intervistata alla radio, non sa esattamente quanti siano i componenti di Camera e Senato che vorrebbe giustamente dimezzare, ma va bene, benissimo così (magari una sbirciata a Wikipedia, la prossima volta). I tedeschi, gli unici ad avere votato per Monti (per Fini e Casini non ce l’hanno fatta neanche loro) oltre a tutto il resto pretendono di esportare la stabilità e, avendo le elezioni a settembre, potrebbero decidere che il vincente governerà loro e il perdente noi, ma credetemi: va bene, va tutto bene.  

 

Non sono impazzito, anche se la situazione politica me ne darebbe ampia facoltà. Mi sono solo convinto che l’Italia versava in un tale stato catatonico che per rianimarla serviva un elettrochoc. Ora siamo svegli. Nella melma più nera, ma svegli. Non resta che venirne fuori, ma questa da millenni è la nostra specialità.  

 

Massimo Gramellini

 
 
 

tutto il resto...

Post n°16 pubblicato il 04 Dicembre 2012 da August05

Alla domanda che mi è stata fatta circa cosa tengo nel portafoglio, oltre ai pochi euri che mi servono per vivere (sono un tipo spartano alla Terzani tanto per capirci, del mercato e delle sue leggi del piffero me ne faccio un baffo, sono una persona libera) ho risposto leggendo, cioè, declamando il brandello di carta de La Stampa super logoro dalle pieghe, ma stupendamente fuori dal logorio del tempo, almeno per quel che mi riguarda.

Insomma, io nel portafoglio ci tengo la GIOIA! E mi scusino tutti i Califani del web, ma sinceramente, non me ne frega niente!!

 

 

Tutto il resto è gioia

Signor Franco Califano, ho appena saputo che lei è un anziano povero e solo, tanto da essersi appellato alla legge Bacchelli che garantisce un sussidio statale agli artisti in disgrazia. Non mi scandalizza l’attenzione mediatica riservata al suo caso, mentre della povertà e solitudine degli anziani ignoti non importa un fico secco a nessuno. E non punterò il dito sui milioni da lei sperperati nel corso della vita in amorazzi, fuoriserie e sostanze assortite: fatti suoi. Ma le canzoni no, sono fatti anche nostri. Una in particolare: «Tutto il resto è noia». Ha idea dei disastri causati da quel manifesto della superficialità umana, che esalta le emozioni a scapito dei sentimenti e considera «noia» qualsiasi cosa non produca una scarica di adrenalina?

Eugenio Finardi provò a metterci una pezza («l’amore è fatto di gioia ma anche di noia») e un Franco più spirituale di lei, Battiato, cercò «un centro di gravità permanente che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose e sulla gente», ma ormai era troppo tardi: i materialisti avevano trovato l’inno a cui appoggiarsi per giustificare il loro sfarfallio esistenziale privo di senso, salvo ritrovarsi alla fine della giostra isolati e depressi. Perché quella che lei chiama «noia», Califano, è la vita vera. E non è affatto così noiosa. Noiosi, e un po’ patetici, sono i settantenni che continuano ad abitare il mondo come ragazzini. Da contribuente sono disposto a finanziare la sua vecchiaia, ma a una condizione: se proprio non vuol cambiare registro, cambi almeno il testo.

 
 
 
 

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