Nuotate Notturne

La storia della fine di Kurt Cobain


La storia della fine di una rockstar che ha smesso troppo presto di scrivere rock... Roma Hotel Excelsior, stanza 541. Courtney Love trova suo marito, Kurt Cobain (leader della rock band Nirvana) riverso sul letto. Sta malissimo: nel suo stomaco, 60 pastiglie di Roipnol, un calmante simile al Valium, mescolate con champagne.Ricoverato d’urgenza all’ospedale Umberto I, Cobain il giorno dopo dà finalmente segni di vita.“Il paziente cammina”, dichiara il professor Osvaldo Galletta, “è stato ad un passo dalla morte ma siamo davvero felici che si stia riprendendo così rapidamente”.Passate 20 ore di coma, Kurt Cobain si sveglia: chiede un milk shake alla fragola e (su un foglietto) scrive: “toglietemi ‘sti cazzo di tubi dal naso …”Dopo il tour che aveva visto i Nirvana protagonisti nelle ultime settimane di febbraio, il ritorno di Kurt Cobain in Italia è più rapido del previsto. Decide, infatti, di cancellare la data prevista del 1° marzo a Monaco di Baviera e di fare ritorno nella “città eterna”. Il 3 marzo entra all’Hotel Excelsior.E’ da quasi un mese che non vede Courtney: non è mai stato lontano da lei per così tanto tempo. Il giorno prima, al telefono, i due hanno avuto un litigio violento e Kurt ha chiamato il suo avvocato: vuole il divorzio.In cuor suo, però, si augura che la permanenza romana possa calmare le acque e rasserenare l’atmosfera della coppia. Si sbaglia. L’influenza, le tensioni con Courtney, il mal di stomaco cronico e (forse) la poca conoscenza di un medicinale non commercializzato negli States come il Roipnol lo fanno andare in coma. Con il passare del tempo, l’episodio assume contorni più chiari. L’ipotesi dell’incidente svanisce: quello è stato un vero e proprio tentativo di suicidio non riuscito. Kurt Cobain, esattamente un mese dopo, decide di farla finita: nel garage della sua villa di Seattle si spara un colpo di fucile in bocca.