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IRAQ: una tragedia che continua


Con l'esecuzione di Saddam Hussain la "democrazia" iraquena, imposta dagli Stati Uniti e dai suoi alleati, ha dato una prova di crudeltà e di inciviltà assolutamente inaccettabile. Uccidere è un delitto odioso, chiunque uccida e chiunque sia ucciso. La pena capitale è un'inammissibile violazione del diritto alla vita, che è un diritto inalienabile. L'impiccagione del tiranno Saddam resterà l'atroce simbolo di un Iraq umiliato e privato della propria sovranità. Pensare di battere militarmente il terrorismo è un'illusione, in quanto i terroristi non hanno eserciti e basi localizzabili. Si devono, invece, rimuovere le cause politiche, economiche e sociali che lo producono, si devono predisporre leggi anti-terrorismo più precise e si devono processare e condannare i terroristi responsabili degli attentati.Occorre che Kosovo, Afghanistan ed Iraq tornino liberi: proponiamo il ritiro delle truppe straniere dai territori occupati, l'invio di contigenti delle Nazioni Unite per un periodo di tempo limitato e una conferenza di pace per cercare di risolvere con il negoziato, e non con le armi, i conflitti in atto.GUERRA CHIAMA GUERRASENZA PACE NON C'E' LIBERTA'