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Post N° 11

Post n°11 pubblicato il 13 Ottobre 2006 da nuovaitaliaunita

"Sinistra – Socialismo e Democrazia"

 

 

Nei primi anni ’90 – da un lato il crollo del modello sovietico a partito unico e con una economia rigidamente pianificata, ha portato allo scioglimento di fatto del P.C.I. diventato D.S. e alla nascita di nuovi partiti comunisti, inconsistenti ed isolati, dall’altro per il deciso intervento della magistratura che ha scoperto le collusioni tra politici, affaristi e criminalità, si è avuto il tracollo del P.S.I. che è stato abbandonato dagli elettori ed ha lasciato nella sinistra un vuoto difficile da colmare. In questa situazione la sinistra Italiana deve reagire con coraggio recuperando la propria identità storica e lanciare il progetto di una alternativa guidata dai partiti della sinistra democratica e senza condizionamenti centristi.

L’Alternativa non va vista solo come una formula politica, ma deve avere precisi punti di riferimento, ideali che per Nuova Italia Unita sono quelli del socialismo nella libertà.

La questione del socialismo non è una questione astratta, perché N.I.U. è un partito nuovo scarsamente conosciuto dall’opinione pubblica e deve dare risposte chiare a chi gli chiede in che cosa credono e che cosa vuole.

A nostro avviso, il socialismo deve permettere di cambiare le gigantesche strutture del cosiddetto capitalismo maturo che, monopolizzando i mercati in modo ormai incontrollabile, producono ingiustizie e disuguaglianze, con il sostegno dell’ideologia del momento e cioè l’ideologia neoliberista. Tale cambiamento, tuttavia, non può avvenire con metodi violenti e repressivi, ma nel pieno rispetto delle libertà civili ed attraverso un' egemonia dei partiti d’ispirazione socialista, conquistata con il consenso espresso in libere elezioni. La democrazia, infatti, non è un’invenzione della borghesia, come alcuni pensano, ma è la massima espressione della sovranità popolare, perché mette in grado tutti i cittadini senza discriminazioni e costrizioni, di scegliere pacificamente la propria classe dirigente in una libera competizione, tra schieramenti antagonisti che si alternano al governo ed all’opposizione, d’altro canto la storia ha ampiamente dimostrato che ogni trasformazione imposta dall’alto in modo anti-democratico, spinge la classe dominante a reprimere duramente il dissenso con una inammissibile violazione dei diritti umani.

Anche coloro quindi, che criticano questa società e vogliono cambiarla devono considerare la democrazia una forma di governo irrinunciabile.

Ma quale socialismo è concretamente proponibile in Italia? Per rispondere a questo interrogativo occorre partire dalla constatazione che la graduale privatizzazione dell’economia, secondo criteri liberisti, cominciata all’inizio degli anni ’80 non solo non ha dato gli esiti sperati, ma invece ha accentuato il divario tra le aree più ricche e quelle meno sviluppate del paese, ha causato un aumento drammatico della disoccupazione nelle regioni meridionali ed ha favorito quell’intreccio di corruzione clientelare che a sua volta ha provocato il disfacimento di un’intera classe politica ed una crisi istituzionale non ancora risolta.

Dall’insieme di queste considerazioni si ricava l’urgente necessità di attaccare, sul piano teorico la cultura neoliberista e contrapporvi un nuovo socialismo, che tragga i suoi principi ispiratori dall’unica certezza che è rimasta e cioè la nostra carta costituzionale.

La Costituzione Italiana, infatti, è una delle costituzioni più avanzate e progressiste del mondo, e se letta attentamente contiene tutti gli elementi di un moderno stato socialista.

Gli articoli 41 e 42 attribuiscono all’iniziativa economica privata e alla proprietà finalità sociali, e stabiliscono inoltre che la legge determina i programmi e i controlli dell’iniziativa privata e i modi d’acquisto e di godimento della proprietà. Con la programmazione economica, Governo e Regioni possono incentivare, integrare e sostituire l'iniziativa privata dove questa è carente o addirittura assente. La proprietà, per lefinalità sociali che ha, non deve produrre un'ingiusta concentrazione di capitali nelle mani di pochi privilegiati. 

L’articolo 45 stabilisce che la legge deve promuovere l’incremento della cooperazione economica.

L’articolo 46 sancisce il diritto dei lavoratori a collaborare nei limiti stabiliti dalla legge alla gestione delle aziende, indicando forme di socializzazione dei mezzi di produzione secondo un modello di sviluppo non statalista, ma di autentica democrazia del lavoro. Ovviamente questo vasto disegno previsto dalla Costituzione si può attuare concretamente soltanto con un adeguato trasferimento di risorse dal privato al pubblico, una redistribuzione della ricchezza a favore dei più deboli, ed un’espansione democratica, a tutti i livelli.

Perché se è vero che non può esserci socialismo senza libertà, è altrettanto vero che non ci può essere libertà senza quei valori di giustizia, unità e senso dello Stato che sono propri del socialismo.

Con questi ideali NUOVA ITALIA UNITA lancia un appello a coloro che si richiamano alla tradizione socialista, ai progressisti che vogliono impegnarsi per gli altri, ai giovani che non si rassegnano. Lavoriamo insieme per il rinnovamento della società italiana.

 
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