Nuovo Mondo

Vita verticale ed orizzontale


Una delle difficoltà maggiori che l’aspirante moderno si trova ad affrontare, è quella di conciliare la sua innata aspirazione – che, quando rettamente vissuta, si traduce in una specifica attitudine spirituale nei confronti della vita – ed il rispetto degli impegni assunti nei confronti della vita stessa.Per dirla in altri termini, stiamo parlando del rapporto tra la vita spirituale (o verticale) e quella oggettiva (od orizzontale). Se l’accostamento di questi due termini (verticale ed orizzontale) vi suscita un’immagine ben nota, cioè quella della croce, siete sulla buona strada! Il discepolo, infatti, è colui che riesce ad “essere nel mondo senza essere del mondo”, dunque a vivere “contemporaneamente” due realtà (solo apparentemente) avulse tra loro, divenendo un punto focale delle energie “spirituali” che, per suo mezzo, possono diffondersi sul piano oggettivo. Cosa c’entra questo con la croce? È presto detto. La croce rappresenta il raggiungimento del controllo da parte dell’Anima della personalità, che è finalmente messa a “tacere”, essendole impedito di “agitarsi”, di saltare da un oggetto del desiderio ad un altro; ed è solo quando tale condizione di “silenzio interiore” è ottenuta e mantenuta che la coscienza è in grado di farsi interprete nel mondo dell’energia superiore, una condizione che – bene inteso – nulla ha a che spartire con la morte, il dolore e/o il sacrificio, almeno non con la drammatica accezione cattolica di questi stati di coscienza!È in questo momento che l’aspirante-discepolo inizia a vivere la cosiddetta “duplice vita”, di cui molto ha parlato Alice Bailey, e di cui si è interessato anche Roberto Assagioli. Sono molte le cose che potrebbero essere dette a proposito di questo aspetto dell’Insegnamento: dalle crisi che la precedono e l’accompagnano, alla sintesi cui essa tende; dalla meditazione che ne favorisce il raggiungimento e, poi, il mantenimento, alle inevitabili modificazioni interiori che ne conseguono, e molto altro ancora.Ma c’è un aspetto di questo argomento che più di tutti mi preme sottolineare, aspetto che è sintetizzato da alcune parole di Alice Bailey, citate da Assagioli nel brano “La vita duplice del discepolo” contenuto nella raccolta “Le vie dello spirito”.“Voi dovete comprendere in modo nuovo e dinamico la vostra doppia vita del discepolo. Il campo del vostro servizio e quello dei vostri doveri karmici non devono mai escludersi a vicenda, ma voi dovete apprendere ad assolvere entrambi in modo efficiente”. E ancora: “il discepolo deve vivere una duplice vita: con una parte della sua riflessione e della sua coscienza concentrata nella vita della Gerarchia spirituale e con l’altra parte della sua percezione mentale concentrata sulla vita dei tre mondi e ciò simultaneamente.”Vivere, cioè “agire”, in modo spirituale, cioè come “aspirante al quinto regno di natura”, non comporta il distacco o l’alienazione rispetto a ciò che nella vita oggettiva si è prodotto e posto in essere fino a quel momento. In altri termini, gli impegni e gli obblighi che abbiamo contratti nei confronti delle persone a noi vicine, così come quelli nei confronti della società, vanno onorati e rispettati, vissuti fino in fondo.Anzi, l’obiettivo primario dovrebbe essere quello di vivere tali impegni ed obblighi in modo “diverso” da come fatto fino ad ora, dimostrando – nelle piccole cose, prima che nelle “grandi” – di essere in grado di agire in modo “corretto”, almeno secondo i principi dell’Insegnamento. Credo che a chiunque di noi piacerebbe essere messo nelle condizioni di potersi dedicare “anima e corpo” – perfetto modo di dire! – ai propri interessi di studio, ma non dobbiamo dimenticare che siamo sottoposti ad una legge che si chiama Karma, e che – è bene tenerlo a mente – reagisce in modo esattamente conforme alle nostre azioni! Dunque, se le condizioni che abbiamo attorno a noi non ci consentono di vivere “esattamente come desidereremmo”, ecco che dobbiamo essere in grado di vivere questa “duplice vita” in modo completo e, permettetemi di dirlo, coraggioso!Al tempo stesso, quanti tra noi potrebbero asserire, con assoluta certezza, di essere davvero pronti a vivere una vita fatta “completamente” di studio, di meditazione e di servizio? Interroghiamoci con onestà e… teniamo per noi la risposta!La “duplice vita” rappresenta un obiettivo di non poco conto, il cui raggiungimento dovrebbe essere sufficiente ad inondarci di gioia. Desiderare di più, almeno al nostro livello di comuni aspiranti, sarebbe una forma di orgoglio bella e buona! Per concludere, permettetemi di affermare ancora una volta un “fatto” che ritengo di fondamentale importanza: non dobbiamo commettere l’errore di considerare le nozioni dell’Insegnamento come qualcosa di avulso dalla nostra vita di tutti i giorni, dal nostro quotidiano, dall’ambiente nel quale siamo normalmente immersi. Infatti, non esiste parola dell’Insegnamento che non possa essere “agita” nel “tumulto della vita quotidiana”: se così non fosse, allora non farebbe parte dell’Insegnamento!Vivere una duplice vita significa esattamente questo: mettere in pratica l’Insegnamento, trasporne i valori nel quotidiano, diventarne coraggiosi “testimonial”, piuttosto che inconcludenti fanatici… in altre e più semplici parole, incarnarlo! Pensieri di Luce. Vi aspettiamo su Facebook!Chiedete l’amicizia a “Nuovo Mondo”: http://www.facebook.com/nuovo.mondo.3 Cliccate “mi piace” sulla nostra pagina: http://www.facebook.com/pages/Nuovo-Mondo/348938808469315