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concorso per 10 infermieri all'Asl 1 di Sassari

Post n°21 pubblicato il 18 Aprile 2009 da nursingup.ss

il 17.04.2009 finalmente è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale , il concorso per 10 infermieri all'Asl  1 Sassari ...era ora....probabilmente lunedi sul sito dell'Azienda verrà pubblicato un fac-simile di domande..

 
 
 

Contrattazione decentrata Asl1 del 16.04.2009

Post n°20 pubblicato il 17 Aprile 2009 da nursingup.ss

 

Si è svolta ieri mattina verso le 11.30 , riunione di contrattazione decentrata, presenti le segreterie territoriali del Nursing Up, Cgil, Cisl , Uil, Fials e Fsi oltre numerosi rappresentati della RSU.

Nella riunione si doveva continuare a discutere sia del nuovo regolamento sull’assegnazione dei buoni pasto , sia del regolamento per la progressione orizzontale dei dipendenti ( passaggi di Fascia ).

Prima di qualsiasi intervento , si è proceduto alla firma del verbale riguardante la riqualificazione di ulteriori 25 OSS, verbale a cui noi abbiamo allegato una nota dove chiarivamo la nostra posizione sugli OSS ( nota che è stata spedita a tutti voi nei giorni scorsi ), vista la nostra contrarietà, non abbiamo firmato il verbale , anche perché c’è da dire la scorrettezza dell’azienda che chiede di firmare un verbale quando il giorno 8 Aprile , il giorno dopo la scorsa riunione di contrattazione , ha pubblicato il bando interno.

Appena ci verrà consegnato sarà nostra cura mandarvi via mail copia del verbale .

 

Primo Punto : buono mensa

 

Secondo l’Azienda il Buono Mensa spetta a coloro che fanno i rientri e a chi fa i pomeriggi, continua a proporre un tetto di 8 buoni pasto e per chi fa la notte propone la possibilità di ordinare il pasto dalla mensa aziendale ( il dipendente arriva alle 21 mentre i pasti serali vengono consegnati alle 17.30/18 ), inoltre a chi fa i rientri  ( personale amministrativo ) la possibilità di usufruire di 60 minuti di pausa pranzo.

 

La nostra posizione è stata di rigettare in toto la proposta: niente tetto di 8 buoni pasto al mese, il buono mensa deve essere dato anche a chi fa il turno notturno , troviamo assurdo ed umiliante la proposta dell’Azienda di consumare il pasto , ordinando dalla mensa, e vergognoso che si pensi che un dipendente possa cenare con un vassoio preparato 5 ore prima dal servizio mensa, la pausa pranzo secondo noi non deve superare i 30 minuti.

Idem come noi le altre organizzazioni sindacali.

 

Secondo Punto : progressioni economiche ( fasce )

 

Anche qui la proposta Aziendale è stata vergognosa. Secondo i nostri dirigenti i passaggi di Fascia devono avvenire ogni 5 anni e dopo aver superato una selezione dipartimentale.

Si dovrebbe avere una graduatoria a livello dipartimentale, i dipendenti dovranno essere giudicati da una commissione formata dal Capo dipartimento, dal Primario di struttura complessa , dalla P.O di dipartimento e dai coordinatori delle varie strutture.

I criteri e i punteggi sono basati sull’Anzianità di servizio, dalla Formazione e dalla valutazione dell’impegno che ognuno di noi dà nel quotidiano.

Si stà andando anche per l’attribuzione delle fasce verso un sistema premiante!

 

La nostra posizione è stata di esprimere contrarietà soprattutto per quanto riguarda il lasso di tempo che ognuno di noi deve permanere all’interno di una categoria prima di avere un nuovo passaggio, il ccnl dice che un dipendente deve trovarsi all’interno di una categoria almeno due anni, prima di godere di eventuale passaggio di fascia.

Ed Infatti la nostra proposta è stata che ogni due anni si deve dare la possibilità ai dipendenti di passare di fascia.

Per quanto riguarda la selezione. A parte il fatto ( ribadito dall’Azienda ) che in questo momento deve essere fatta una selezione pro-forma , cioè tutti i dipendenti assunti dal 1 gennaio 1990 fino al 31 dicembre 2000 debbano necessariamente avere il passaggio; per il futuro siamo d’accordo per una selezione, da vedere se la commissione che deve giudicarci debba essere dipartimentale ( ci conoscono meglio ) o aziendale, anche perché la selezione ormai viene imposta dalle normative vigenti, sono però da rivedere i criteri e i punteggi, soprattutto per quanto riguarda la formazione, visto che ormai è diventato impossibile aggiornarci e soprattutto l’azienda non ha dato la possibilità a tutti di usufruire dei corsi obbligatori.

Dopo una sospensione di circa 20 minuti chiesta da noi sindacati per confrontarci, le proposte aziendali sono state rigettate. Nei prossimi giorni si vedranno le segreterie territoriali dei sindacati presenti oggi alla contrattazione e stenderanno un documento unico da presentare all’azienda riguardante i nuovi regolamenti sui Buoni Pasto e Progressioni economiche ( Fasce ).

 

La riunione è stata chiusa alle 14.15

 

Firmare oggi le proposte dell’Asl 1 sarebbe stato come darci un calcio alle palle da soli ! scusate l’espressione cruda , ma rende l’idea

 

Alessandro Nasone

 
 
 

La realtà Infermieristica attuale

Post n°19 pubblicato il 13 Aprile 2009 da nursingup.ss

Al Direttore della Nuova Sardegna

Ai Colleghi Infermieri

 

 

Egregio  Direttore

Essere infermieri oggi non è come esserlo nel passato o come dieci anni fa. La professione infermieristica è una realtà ben consolidata nel Sistema Sanitario. L’infermiere è un professionista, con una preparazione universitaria e con una funzione fondamentale all’interno delle diverse articolazioni del Sistema Sanitario, dall’assistenza di base fino alla docenza e alla dirigenza dei servizi.

Il filo conduttore che unisce l’infermieristica di oggi con quella del passato riguarda :

  1. la scelta del prendersi cura
  2. la serietà e la responsabilità che caratterizza il nostro impegno
  3. la certezza di svolgere un ruolo rilevante ed anche insostituibile a fianco delle persone che hanno bisogno di assistenza
  4. la consapevolezza di volere e dover essere sempre all’altezza dei nostri alti compiti sia sul piano umano che su quello professionale

 

Il sistema sanitario nasce per dare corpo al diritto costituzionale della tutela della salute, di questo né siamo consapevoli da molto tempo ma, il sistema , il nostro, è lento ad adeguarsi al nuovo.

E’ tempo di un significativo salto di qualità.

E’ necessaria la flessibilità, l’andare al di là degli schemi radicati da anni. Per troppo tempo e tutt’oggi si assiste localmente a gravi situazioni evidenziate spesso all’amministrazione dell’Asl 1, senza mai aver avuto risposta decisiva ed incisiva. Ancora si assiste al demansionamento degli infermieri che vengono utilizzati per i compiti più svariati. Mancano infermieri, cosi come le figure di supporto addette all’assistenza di base, manca l’organizzazione nelle varie unità operative , manca la definizione, l’organizzazione e l’attuazione della missione aziendale. Manca l’assistenza infermieristica definita dalle norme vigenti, di cui spesso i cittadini né risultano essere vittime e che denunciano anche attraverso i media, con conseguente danno per l’immagine dell’infermiere, dell’unità operativa e dell’azienda stessa.

Con la nuova amministrazione tutti gli operatori sanitari, gli infermieri in particolare, si aspettavano risposte immediate almeno per sopperire ai disagi creati dall’urgente necessità che permane nelle Unità Operative, ma a tutt’oggi è esattamente , se non peggio , di un anno fa.

Ciò che ci siamo trovati a subire è un ulteriore riduzione di personale infermieristico ed anche il non impiego delle figure di supporto , gli OSS, formate da più anni, situazione che non permette di garantire il soddisfacimento dei bisogni fondamentali dei pazienti.

Tanti i buoni propositi della nostra Dirigenza Aziendale : contenimento della spesa sanitaria, riduzione dei posti di degenza, incremento dei servizi, nuova dotazione organica, miglioramento della qualità dell’assistenza. Ma, come si può migliorare l’assistenza sanitaria , in particolare quella infermi eristica , se vengono a mancare quelle che sono le basi , il numero, per garantire la qualità? Se in molte realtà ci sono solo due infermieri per turno a dover gestire 34, 36 e anche 40 pazienti, se non si riesce spesso a garantire l’igiene personale , la somministrazione dei pasti , il rilevamento dei parametri vitali e tutto il resto ? Come si può iniziare il discorso di pianificazione dell’assistenza , l’attuazione di progetti che migliorerebbero la qualità dell’assistenza infermieristica e , di conseguenza , il lavoro infermieristico? Quanti articoli sui quotidiani si dovranno ancora leggere ? Quante volte ancora si dovrà provare vergogna del posto in cui si lavora per ineficcienza dell’organizzazione aziendale?.

Oggi ci si trova spesso col minimo legale per garantire la copertura dei turni ( e tante volte neanche quello ) che, indirettamente, vieta il diritto ad usufruire delle ferie, dei riposi settimanali o di ammalarsi; la stessa situazione che ha obbligato alcuni reparti al vergognoso accorpamento , per poter usufruire delle ferie estive, ma che ha generato un’assistenza che non è definibile con tale termine, che manca di rispettagli operatori sanitari, ma soprattutto ai nostri assistiti.

C’è rabbia ed indignazione da parte di chi onestamente ce la mette tutta , ma proprio tutta, di chi è sempre in prima linea , a diretto contatto con i malati, coi loro familiari e che deve dare delle risposte che siano soddisfacenti e che spesso , non lo sono, non lo possono essere. Certo è che l’eredità avuta dalle precedenti dirigenze non è facilmente gestibile, ma ciò no giustifica la mancata possibilità del cittadino di essere sottoposto alle cure di cui ha il diritto.

E’tempo che prendiate atto che anche il cittadino è cresciuto molto ed è diventato più esigente da punto di vista dell’assistenza .

La crescita della gente pretende una crescita professionale parallela della figura infermieristica che deve dare risposte assistenziali di qualità adeguate ai bisogni espressi. Difficilmente oggi capita sentirsi dire “ mi metto nelle vostre mani” questo perché il cittadino è sempre consapevole non solo dei propri diritti, ma anche di quello di tutela della propria salute.

Quando non si valorizza la risorsa infermieristica o addirittura si “ taglia” , il primo ad essere colpito è il cittadino.

Non è sufficiente dire “ che si facciano le otto ore e che i coordinatori inizino a coordinare” i numeri sono quelli ed è necessario garantire riposi settimanali, ferie, malattia e congedi per l’aggiornamento e contemporaneamente la pianificazione , l’attuazione e la valutazione dell’assistenza infermieristica. Non si può “spremere” ancora quello che è già stato “spremuto”; non è utile neanche il continuo utilizzo dell’istituto delle prestazioni aggiuntive per garantire il presente. Abbiamo bisogno di programmare il futuro delle nostre unità operative attraverso un programma triennale di assunzioni.

L’assillo del bilancio è derivante da una concezione della sanità vecchia e sbagliata. Quella, secondo il quale il comparto sanitario è solo un fattore di spesa a carico dei bilanci pubblici, senza riuscire a coglierne le straordinarie potenzialità e il dinamismo in esso contenuti, che possono farlo diventare a tutti gli effetti un vero e proprio fattore di sviluppo. Vorremmo che i nostri dirigenti pensassero che è più utile investire anche sull’assunzione di un singolo infermiere che sul mercato dei prodotti sanitari.

Il ricatto dei conti ci infastidisce. Rischia di portare a scelte di razionamento e ridimensionamento del servizio sanitario – anche se in modo indiretto- sotto la spinta dell’emergenza economica. E’ una visione miope, sbagliata e destinata al fallimento. Del resto il contenimento a priori della spesa sanitaria è un miraggio. Le spese per la salute tendono a crescere in conseguenza dell’invecchiamento della popolazione, dell’aumento delle cronicità e delle non autosufficienze, ma anche per la crescita nei cittadini della consapevolezza del “ bene salute”. Un bene da difendere e mantenere sia in termini di anni di vita che di qualità della vita stessa. Dobbiamo tutti insieme , avere capacità di affrontare queste nuove realtà, dove la vecchiaia non è più la fase terminale della vita, ma ne caratterizza ormai il 25% della sua durata. Dove le famiglie hanno bisogno di servizi efficienti, aperti, accoglienti, gestiti ed organizzati da professionisti competenti e motivati , in una logica di servizio e di vera compartecipazione della collettività.

La qualità in sanità è un processo, è un metodo , è uno strumento oltre che un fine , per affrontare qualsiasi aspetto dell’assistenza e qualsiasi criticità.

La qualità in sanità significa che ogni atto nel suo insieme deve essere sempre orientato al raggiungimento della soddisfazione del cittadino, ma anche dell’operatore , nonché del gestore del sistema.

La qualità dell’assistenza non disdegna , infatti la corretta amministrazione, l’uso appropriato delle risorse finanziarie , il controllo trasparente della spesa. In altre parole il far sì “ che si spendano bene i nostri soldi”.

Quindi, qualità in sanità diventa un vero e proprio insieme di obiettivi e concetti che spaziano dall’etica alla competenza, dall’efficienza alla soddisfazione , dalla legalità all’efficienza, in una specie di incastro virtuoso che deve entrare nella testa e nel modus operandi di tutti coloro che hanno a che fare con la salute delle persone. Al di là della crescita culturale degli infermieri , è proprio cambiato il modo di percepire l’assistenza, che diventa prerogativa non solo dei medici , ma è qualcosa di integrato , orientato a “ risolvere i problemi della persona” , la quale ha bisogno di più cose messe insieme e di cui l’infermiere gestisce la parte preponderante.

La valorizzazione della competenza infermieristica  non è la conseguenza di norme innovative , ne di decisioni illuminate prese da qualche direttore che ci crede. Il nostro riconoscimento professionale è una necessità indiscutibile per permettere al sistema sanitario di essere moderno , efficiente ed efficace. Senza l’assistenza infermieristica non si và da nessuna parte , senza il contributo degli infermieri il processo di cambiamento e l’innovazione non potranno mai decollare.

In una fase in cui è necessario razionalizzare l’uso delle risorse ( perché sono limitate, controllate ecc. ), gli infermieri hanno, come pochi altri, la capacità di leggere i bisogni dei cittadini. Erogando materialmente i servizi agli utenti , capiscono quando ci sono sprechi o un cattivo uso delle risorse. Molto spesso l’inefficienza deriva dai modelli organizzativi fatiscenti e antichi, che vanno riprogettati e modificati con il contributo degli infermieri. Pertanto , l’infermiere proprio in questa fase dovrebbe trovare la massima valorizzazione.

Se voi che occupate i posti nella direzione della nostra Azienda, riuscirete a capirlo e a farne tesoro , allora otterrete un bel risultato , visto che quello che avete fatto finora non ne ha prodotti molti, forse nessuno!

Noi “ l’ombrello dalla testa” vorremmo togliercelo da tempo e speravamo che con la nuova amministrazione , sarebbe stato possibile, perché siamo abituati al dialogo e al confronto. Non possiamo più permettere che scelte miopi o parziali mettano in pericolo la nostra professionalità e la qualità stessa dell’assistenza.

Non possiamo più permettere che ritardi culturali o rendite di posizione frenino il cambiamento

Non è nostra consuetudine lanciare ultimatum perché siamo formati e abituati al confronto , non allo scontro; ma è giunto il momento di lanciare un forte richiamo alla direzione aziendale, ai Politici , ai Sindaci e ai nostri colleghi medici, perché gli Infermieri :

  • sono stanchi di stare a guardare
  • sono stanchi di attendere che il sistema si deteriori ulteriormente per intervenire
  • sono stanchi di ulteriori rinvii nella presa d’atto della necessità di un loro importante e significativo coinvolgimento nelle decisioni.
  • Sono stanchi veder continuamente rimandare la ridefinizione delle dotazioni organiche delle singole unità operative , basate sui reali carichi di lavoro
  • Sono stanchi di non poter vedere la possibilità che i nostri colleghi precari possano finalmente essere assunti di ruolo
  • Siamo stanchi di non vedere all’orizzonte la possibilità di effettuare un nuovo concorso
  • Siamo stanchi  di veder rimandare una generale ridefinizione delle loro competenze economiche.

Siamo una categoria abituata a guardare avanti , con ambizione e coraggio.

Siamo Pronti ad accogliere nuove sfide consapevoli di essere professionisti. Siamo pronti a lottare per i nostri diritti e per il diritto del cittadino alla “ Salute ”……..perché Siamo Infermieri!

 

Sassari 27.12.2008

 

 

 
 
 

Nostre dichiarazioni scritte su vs proposta di riqualificazione ulteriori 25 operatori socio-sanitari

Post n°18 pubblicato il 13 Aprile 2009 da nursingup.ss

Al Direttore Generale

Al Direttore Sanitario

Al Direttore Amministrativo

 

In merito alla vs proposta presentata in data 07.04.2009, durante la riunione di contrattazione decentrata, è nostra premura mettere per iscritto le nostre dichiarazioni in merito, per meglio chiarire il nostro pensiero ma anche per evitare future strumentalizzazioni  da parte di terzi.

 

Il Nursing Up, come abbiamo detto spesso in questi mesi, ritiene la figura dell’operatore socio-sanitario una figura necessaria nelle nostre corsie ospedaliere, che deve essere di supporto al professionista infermiere, e che deve essere adibita al soddisfacimento dei bisogni primari del paziente. Nel dicembre 2007 con la delibera 403 la Direzione Aziendale ha riqualificato 145 unità appartenenti alle categorie A e B in Oss ( categoria Bs ) , di queste, pochissime sono state comandate nei reparti di base , dove maggiormente la figura dell’operatore socio-sanitario è necessaria, mentre la quasi totalità ha continuato a svolgere il proprio lavoro nei reparti di appartenenza, servizi amministrativi, tecnici o nelle sale operatorie. Dobbiamo dire anche che circa 60 di loro dopo essere stati riqualificati sono stati dichiarati inidonei alla mansione o inidonei ai carichi di lavoro dei reparti di base dal medico competente.

Il 23 Marzo 2009 la direzione Aziendale sottoscrive la delibera 269/09 dove un dipendente , inquadrato attraverso la delibera 403 come operatore socio-sanitario, viene re-integrato nella precedente categoria, perchè inidoneo alla mansione di operatore socio-sanitario.

Il Nursing Up nella riunione del 7 Aprile u.s. ha chiesto che vengano fatte tante delibere simili quanti sono gli operatori socio-sanitari inidonei a questo profilo, secondo noi erroneamente riqualificati attraverso al delibera 403 del dicembre 2007.

In questa maniera possono essere messi a concorso ulteriori posti di operatore socio-sanitario da immettere negli organici delle unità operative che maggiormente risentono della mancanza di personale di supporto.

Perciò esprimiamo il nostro parere contrario ad ulteriori riqualificazioni di  Operatori Socio-Sanitari fino a quando gli Operatori Socio-Sanitari dichiarati inidonei alla mansione dal medico competente non vengano riportati al profilo precedente di ausiliario.

Crediamo che sia un danno per quest’azienda avere  60 persone riqualificate OSS , ma che di fatto non fanno questa mansione; perciò secondo il Nursing Up devono necessariamente essere riportate al loro profilo precedente, in maniera da rendere liberi quei posti che possano essere messi a concorso insieme ai 25  da voi dichiarati.

Naturalmente ribadiamo la nostra richiesta che tutti e gli 80 OSS idonei presenti in Azienda debbano necessariamente andare a far parte delle dotazioni organiche dei reparti di base, ancora oggi non comprendiamo la scelta aziendale di destinarli in altri servizi, con mansioni non propriamente riguardanti il soddisfacimento dei bisogni primari del paziente.

Chiediamo che la presente nota venga allegata al verbale della riunione del 7.04.09.

 

Tanto era dovuto.

 

Cordiali Saluti

Sassari 09.04.09

 

 
 
 

Personale con Incarico di Coordinamento

Post n°17 pubblicato il 13 Aprile 2009 da nursingup.ss

 

Al Direttore Generale 

 

Premesso che non abbiamo nulla da eccepire sulla promulgazione di un bando di Mobilità per coordinatori, basato su una selezione per capirne meglio le attitudini  e  le loro capacità relazionali, chiediamo però che tutti i coordinatori che hanno ricevuto l’incarico negli anni 2004 / 2005 , vengano valutati per il lavoro svolto. Chiediamo inoltre che l’organo preferenziale per valutare i coordinatori sia il Nucleo di Valutazione Aziendale  come da art.29 dell’atto aziendale .

 

In attesa di riscontro , porgo distinti saluti

 

Sassari 07.04.2009

 
 
 
 
 

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