la pioggia

Alla volta del cielo


Tra le nuvole(Lui) 
 Era esattamente il tipo di ragazza che avevo sognato. Me ne resi conto già dalla prima volta che la vidi. Indossava una camicia a quadri rossa e bianca su pantaloni neri, credo. Non potevo vederli perchè il grosso banco di legno, dietro il quale serviva i clienti, me lo impediva. Ero entrato per una bibita fresca in quel caldo pomeriggio di fine giugno. Mi accolse un dolce sorriso tra le lacrime. Aveva pianto e lo notai.   
"Ciao" le dissi e poi più niente.Lei aspettò l'ordinazione e furtivamente si asciugò l'ultima lacrima che le sostava tra le labbra. Avrei voluto, già da allora, baciarle quelle labbra, tremolanti e magnifiche. Le chiesi la prima cosa che mi venne in mente e mi ritrovai con un succo alla pera tra le mani. Lo sorseggiai senza lasciarla con gli occhi, sorridendole tra un sorso e l'altro."Buono!" le dissi, poggiando il bicchiere vuoto sul banco."Seicento lire" fu la sua risposta. Poi sorrise anche lei."Sì, certo!" dissi estraendo dal portafoglio un biglietto da mille."Ce l'hai cento lire spicce?" mi chiese."Credo di sì!"Cercai la moneta nelle tasche dei jeans e, invece di lasciarla sul banco, la tenni sospesa tra le mani. Quando lei fece per prenderla, gliela misi delicatamente tra le mani, come fosse un fiore."Grazie!""Grazie a te, per la bibita deliziosa e il sorriso incantevole!"Su quest'ultima battuta lasciai il locale.Non fu sorpresa di rivedermi il giorno dopo e il giorno dopo ancora, sempre verso lo stesso orario."Il solito?" mi chiese.Confermai."Non sarebbe meglio un aperitivo a quest'ora?" mi suggerì."Già, è quasi ora di pranzo! Vada per l'aperitivo!"Mi servì un analcolico con una bella fetta di limone."E' ghiacciato!" le dissi dopo il primo sorso."Fa molto caldo, credevo...""Va benissimo!"Di lei mi andava tutto bene. Mi piacevano i suoi capelli che immaginavo morbidissimi al tatto, gli occhi indagatori, persino il naso con la punta leggermente rivolta in giù, e soprattutto le labbra che non sapevo definire ma le trovavo bellissime. Sotto la maglietta poi, immaginavo un seno sodo, della grandezza, secondo me, perfetta: nè troppo piccolo, nè grande. E mi piaceva la sua cordialità, la gentilezza che mostrava verso i clienti, la simpatia che irradiava il suo sorriso.Era, nel complesso, una personcina gradevole. Me ne innamorai così, semplicemente e profondamente.Un giorno l'aspettai alla chiusura del bar e l'accompagnai fino a casa. Con lei chiacchieravo piacevolmente, dimenticando completamente la mia introversione. Mi ritrovai a parlare di me, delle mie esperienze più significative e dei miei progetti per il futuro. Anche lei era una gran chiacchierona ma aveva altresì una gran capacità di ascolto: chiudeva le labbra come una diga sul fiume di parole che le erano appena uscite e mi ascoltava, attenta e curiosa di tutto. Di lei apprezzavo soprattutto la grinta che metteva nelle cose che faceva, l'avevo sorpresa svariate volte con i libri della scuola aperti su un tavolino che aveva sistemato vicino al banco. Si era appena iscritta all'Università ed era determinata a completare gli studi entro i tempi stabiliti, nonostante il bar le desse un gran da fare.Una come lei non l'avevo mai incontrata prima. Ero abituato alle ragazze delle vacanze estive al mare o dei fine settimana in montagna, preoccupate soprattutto di divertirsi e prendersi una bella tintarella. Anche se la mia ultima conquista era stupenda, questa dolce ragazza me ne offuscò definitivamente l'immagine.Forse fu proprio a causa di questo forte impatto che ebbe su di me che mi spaventai. Le prospettai così, come un perfetto idiota,  un'unica estate d'amore. Lei, inaspettatamente, accettò di viverla, anche se la mia partenza l'avrebbe poi fatta soffrire. Non volle mai pensare alla fine di settembre e a quando silenziosamente me ne sarei andato. E quel giorno arrivò senza che nessuno di noi due lo avesse mai nominato... fino al giorno prima."Domani..." accennai.Lei fece un veloce gesto affermativo con la testa e ponendomi un dito sulle labbra mi fece capire che non serviva parlarne. Entrambi sapevamo, sapevamo tutto quanto c'era da sapere e non c'era bisogno che rovinassimo l'ultimo giorno insieme pensando all'addio. 
  Non so se un'altra avrebbe avuto quella sua straordinaria percezione delle mie paure, quella assoluta comprensione delle contorte motivazioni dei miei atteggiamenti. lei mi amava e basta. Eppure, nonostante mi avesse mostrato fin dall'inizio un amore totale e sincero, avevo paura di perderla e, come un cretino, facevo il possibile per allontanarla. Provocavo io stesso ciò che maggiormente mi spaventava. Così ero partito intenzionato a non tornare più, ma non fu così. Dopo un mese non resistetti alla tentazione di rivederla, un'ultima volta mi dissi, e ritornai. Lei aveva tagliato i capelli e il visino pulito, acqua e sapone, risaltava vivamente. La adoravo. Mi piaceva immergermi nella sua freschezza di ventenne, soprattutto ora che avevo intrapreso la carriera militare e vivevo in un regime che mi teneva molto in tensione. Con lei tornavo, per brevi intensi momenti, il ragazzo spensierato dell'estate appena passata.Poi, di nuovo la paura di perderla mi attanagliava il cuore e, prima che succedesse, la lasciavo andare. Lei accettava da me qualunque decisione, in nome di un amore che voleva nascesse nella più assoluta libertà. Una che ragionasse come lei, che agisse come lei, non l'avevo mai incontrata fino a quel momento. La mia ultima avventura, quella dell'estate scorsa, premeva perchè scegliessi finalmente la compagna della mia vita e mi faceva sentire assiduamente la sua presenza, con telefonatine serali, lettere frequenti...Fino al giorno prima di entrare nel bar avevo pensato fosse la donna adatta a me: bella, raffinata, una vera e propria donna di classe. E si sa, mi ero ripetuto di frequente, la classe o la si ha o non la si ha! 
Questa ragazza invece era... non riuscivo neppure a definirla, questa ragazzina che mi aveva sconvolto la vita. Ora era un tipetto sveglio e determinato, che da sola riusciva a gestire un locale e nel migliore dei modi, ora era una ragazza dolcissima che mi amava senza chiedere nulla, dando di sè il meglio, ora una specie di selvaggia...  
L'estate successiva mi colpì per un'ulteriore trasformazione. Aveva fatto qualcosa ai capelli che erano diventati incredibilmente ricci, pur restando morbidi al tatto. Sotto una blusetta bianca di pizzo, la sua pelle abbronzata mi mandò visibilmente in delirio. Le chiesi subito un appuntamento e lei questa volta tentennò: stava perdendo fiducia nel nostro rapporto. Consapevole di aver esagerato, chiedendole amore senza darle in cambio nessuna sicurezza, ebbi veramente paura di averla perduta e l'idea di non godere più di lei mi fece star male anche fisicamente.Tornai a cercarla ripetutamente, fino a quando lei cedette e accettò di uscire ancora con me. La pregai di indossare di nuovo i vestiti con cui l'avevo vista qualche giorno prima e lei lo fece. Quando venne all'appuntamento aveva quel delizioso corpettino di pizzo bianco su una gonna scura con l'orlo di pizzo bianco come la blusa.Mi inebria di Zagara, la colonia di cui faceva regolarmente uso e le giurai che non l'avrei lasciata mai. Mai più!E' la cosa più bella che mi sia mai capitata nella vita e mi sono impegnato a custodirla come un bene sommamente prezioso. E lei non ne è stata felice. Non riesco a capire dove posso aver sbagliato. Nonostante la mia reputazione di libertino, che lei più volte mi aveva rammentato, le ho dimostrato quanto invece sia profondamente legato alla famiglia che abbiamo deciso di costruirci. Ma non è bastato!L'ho ricoperta di ogni attenzione, consapevole che le donne amano e vogliono le premure, ma non è bastato! Le ho concesso interamente il mio cuore, offerto senza più remore la mia anima, ma non è bastato! Sento che lei sta andando via.Tutto è cominciato da... sì, credo che sia iniziato da quel giorno che la mia ex e il suo uomo sono stati nostri ospiti. Eppure è stata eccezionale in quell'occasione. Non ha mostrato alcun segno di gelosia, fiduciosa nel nostro rapporto e nei nostri sentimenti. Anzi, mi è sembrata persino contenta di aver conosciuto la mia vecchia fiamma. Si sono entrambe piaciute. Pur essendo così diverse, si sono intese subito e veramente, mi sono ritrovato a pensare, sono due donne che si completano a vicenda. Se l'una possedesse il fascino e la classe dell'altra e l'altra la freschezza e spontaneità dell'una, sarebbero perfette, entrambe.Comunque io amo perdutamente la mia donna. L'amo per tutto quello che di bello ha e l'amo pure per quello che non ha. Purtroppo questo lei non l'ha mai capito. Ha sempre percepito come un'offesa profonda i miei commenti negativi nei suoi confronti, trincerandosi dietro al silenzio quando aveva il sospetto di non essere sufficientemente apprezzata.Ecco, subito dopo la convivenza ho scoperto un aspetto di lei che non avevo neppure lontanamente intuito. E', come me, piena di paure, nascoste nel profondo di se stessa. Teme di non essere amata e spesso finisce per convincersene. Eppure il mio amore glielo riverso addosso, in tutta la sua forza.Ultimamente mi dice delle cose che ho difficoltà a comprendere. Addirittura sostiene che la rendo infelice perchè la amo.Perchè le donne sono così maledettamente complicate? Eppure capisco che lo sono stato io per tanto tempo e lei... lei è stata meravigliosa. Mai ha mostrato segni di insofferenza, mai ha cercato di sottrarre tempo ai miei tempi...Anch'io forse ora dovrei fare lo stesso con lei, ma io, purtroppo, ho un carattere diverso, o forse semplicemente sono un uomo e non ho la sensibilità che ha una donna...   
 Io non posso darle tempo quando il tempo me la può portare via, non posso concederle spazio se questo crea una distanza fra noi, io ho disperatamente bisogno dell'aria che respira lei.O forse abbiamo bisogno entrambi di respirare aria nuova. 
Mi piacerebbe portarla con me in montagna, lì dove l'aria è appunto più pulita, e con lei immergermi nell'incontaminato, per poter ricominciare tutto daccapo. Le vorrei dire un'infinità di cose ma lei sembra non volermi più ascoltare. Lei... lei che sapeva farlo così bene... Mi sento un uomo disperato perchè la mia donna non mi vuole più e non riesco a capire cosa c'è nel mio amore che non và.Per questo la porterò lassù, sul monte dei miei sogni, dove l'aria è deliziosa e fresca quanto lei, perchè lasci parlare finalmente il suo cuore. Non sono ancora sicuro di poter accettare tutto quello che potrebbe dirmi, perchè oggi come allora sento di aver un disperato bisogno di lei. Di quella tipetta sveglia e perspicace, dolce e arrendevole in amore, selvaggia, trasandata dentro casa... in continua metamorfosi. L'unica che è riuscita a inchiodare il mio cuore, senza tattiche, stratagemmi... essendo semplicemente se stessa, una creatura che vive la vita nella sua semplicità e complessità, assorbendo ogni palpito di vita che le viene da fuori e irradiando quella che ha dentro.Il mio cuore non vuole perderla, perchè sarebbe come perdere ossigeno, linfa vitale, sarebbe come perdere la ragione della mia esistenza, quella di vivere la mia vita dentro la sua. Nel profondo ho il desiderio di ritrovare quella dolce fanciulla che mi amava incondizionatamente, di sentirmela di nuovo accanto, di poterla ancora e ancora amare. Se, come dice lei, devo imparare un altro aspetto dell'amore, voglio impararlo da lei, perchè è come una fonte inesauribile di amore vivo.Forse nel silenzio della montagna riuscirei finalmente a sentire il grido del suo cuore e il mio... il mio gli risponderebbe come un'eco. Perchè non desidera altro. Perchè è un richiamo che viene  da lontano e dal profondo. Perchè lo riconosce.    Anche quando è turbata e tace, il suo cuore continua a dirmi ti amo!E il mio non ha una risposta diversa dal suo.Potrei solo aggiungere infinitamente.