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MY WAY


  Orgoglio…se devo essere completamente sincera posso asserire di non conoscerlo, non nel senso più completo del suo significato o, meglio, non nel senso impulsivo e più istintivo dello stesso. Ho reso di dominio pubblico un'onta che nessuno ammette volentieri di aver subito.Ho letto commenti, consigli, scambiato mail e messaggi in privato con amici reali e con amici virtuali, spesso più spietatamente sinceri giacché non "emotivamente coinvolti".In ufficio tutti "sanno;"anche perché all'origine del "bubbone" infine scoppiato dopo sei mesi di crisi, di menzogne, di negazioni e di ambiente invivibile in casa, per tutti, c'è un giorno e una notte fuori casa,senza nessun messaggio, senza nulla…ed io, comunque, in quei giorni DOVEVO esserci, in ufficio, rientrando prima dalle ferie per malattia della capa.Ebbene, senza colpo ferire, continuo ad andare in ufficio; a sopportare sguardi di commiserazione, di compatimento, conversazioni interrotte al mio arrivo il tutto senza dormire che due/tre ore a notte, piangendo e parlando, parlando,parlando.Una crisi, in una coppia, non ha mai un solo, unico responsabile.Spesso, poi, davvero con lo scorrere del tempo finiamo con il dare per scontato che l' altro sia sempre lì, statico e immutevole, impermeabile al tempo che passa…così un giorno ci siguarda e ci si accorge che non si è più gli stessi, nessuno dei due."Colonel" descrive il suo amore, nel commento al mio post…ebbene anche noi due abbiamo avuto un amore così, anche noi inseparabili, quasi simbiotici e in perenne armonia…fino a che un intoppo ha provato che non era poi così reale quel clima da favola,che non bastava voltarsi dall'altra parte per fare scomparire i problemi…è bastato un incontro, fortuito, casuale…lo stato d'animo idoneo e il bisogno di  conferme che a cinquanta anni tutti prima o poi e chi più e chi meno abbiamo e così Francesca si è intrufolata fra noi. Per sei mesi era a lei che lui telefonava spesso, nella giornata, era a lei che pensava sempre, era a lei che diceva"ti amo", era da lei che regolarmente scappava nel giorno di "c…suoi",come egli stesso ha definito i giovedì nei quali uscendo dal lavoro alle 16.30 spariva per rientrare alle 3/4 del mattino, con 570 chilometri in più nel contachilometri dell'auto.Sei mesi di angoscia, di rabbia, disperazione…sei mesi terminati con quell' ultima"bravata" la notte senza rientro (toh, che caso, anche quello un giovedì).Da allora non facciamo che parlare, chiarire, discutere e decidere di non volerli buttare via trentacinque anni della nostra vita.Lui ha chiuso con lei; a me sembra strano l' abbia dimenticata così in fretta…evidentemente non era poi quel "grande amore" ma voglio credergli. E' mio marito. E' l'uomo con il quale vivo da trenta anni e il solo con il quale io desideri davvero vivere.Questo a me basta. Per ricominciare, per andare avanti, per volerci credere ancora, in "noi"…quante coppie scoppiano dopo pochi anni, al primo litigio? Noi in trenta anni ne abbiamo passati di periodi bui, ma li abbiamo sempre affrontati e superati insieme.Supereremo anche questo. E qualunque sia il pensiero di chi passa, legge e magari intende "giudicare", per dirla alla Rett Buthler di Via col vento "francamente me ne infischio"…questa in fondo è la mia vita.