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classe ... o...calesse?


Come ho già scritto, fine settimana a teatro.Sabato al teatro nuovo di Milano, in San Babila, per lo spettacolo di Massimo Lopez che ho goduto in parte, grazie a una coppia di“Signori” che ho avuto la sventura di avere alle mie spalle.Arriviamo alle 20.35, ci sediamo e ascoltiamo, nostro malgrado (dato il tono stentoreo e affatto contenuto di voce dell’uomo) il resoconto dettagliato della sua serata-tipo; rientro dal lavoro, riassetto della camera da letto “ché al mattino, sai, sto sempre di corsa”, preparazione e cena e poi la “mia ginnastica”, della quale non può fare a meno dacché si è accorto che la pelle delle braccia iniziava a “sballottolare” e che le tette iniziano a cadere (anche gli uomini hanno “tette” che cadono?), al che lei commenta che allora sa cosa regalargli…e così via.Arriva una coppia che siede avanti a noi, eleganti entrambi,nulla da dire, ma il commento acido sempre del “Signore” “Ecco vedi? E’ tutto un altro presentarsi! Il teatro dovrebbe avere un regolamento che imponga un certo contegno nel vestire, almeno pantaloni e camicia se proprio non si vuol mettere giacca e cravatta e per lei un abito, o almeno una bella camicetta e una gonna…mica come questi qui! (“questi qui” eravamo noi!)… non si va a teatro con la maglietta con la quale sei andato al supermercato!”.Ora, tralasciando che partire alle 17 da casa in uno dei primi agognati giorni di sole caldo di un maggio che ce l’ha proprio fatto desiderare il caldo vestiti “da sera”, magari non era nemmeno il caso, a parte che un tempo io andavo al lavoro al pomeriggio già vestita per andare a teatro la sera venendo poi derisa dal titolare e dai colleghi e concludendo che frequento abbastanza assiduamente i teatri, diversi e svariati per dimensioni, localizzazioni, prestigio e per varietà di rappresentazioni da avere un’idea di cosa significhi andare a teatro; cosa che evidentemente sfugge al “Signore” in questione (per altro in banale camicia a righe blu, niente giacca e niente cravatta, un maglioncino buttato sulle spalle e signora in tailleur pantalone nero che si lamentava del caldo) giacchè per tutta la durata dello spettacolo, entrambi, hanno continuato a parlare, commentare e cantare (ho ingoiato l’impulso di girarmi e chiedere se per caso avessimo dovuto chiedere a Lopez di fare silenzio, caso mai li avesse disturbati!), sempre a voce normale incuranti di dare fastidio ad altri.Così adesso sono certamente più edotta, conoscendo il prezzo dei pantaloni venduti al mercato di Saint Tropez, di quante volte ci vadano,dei pesi che utilizza per la ginnastica e dove acquistarli..e mio figlio,dacché si sa che gli esempi pratici e reali sono sempre molto meglio di ogni lezione di galateo, grazie a loro sa esattamente come NON comportarsi a teatro,MAI! E mio figlio ha dodici anni, ma è già venuto diverse volte a teatro con noi, a vedere “Notre dame de Paris”, “Cats”, “Luca e Paolo”, “Ale e Franz”,“Atlantide” e altri spettacoli di svariato genere, senza MAI farmi vergognare né pentire per averlo portato con me.Quindi ringrazio di cuore il “Signore” di Milano che pure ha acquistato, come me, i biglietti a prezzo scontato pubblicizzati da Radio 101,e che, come noi “peones” ha preso la metro per rientrare dopo lo spettacolo (solo che noi, dopo essere arrivati a Molino Dorino abbiamo affrontato ancora un’ ora d’ auto per tornare a casa, dopo avere investito tempo, disponibilità e denaro in una trasferta per una serata a teatro che avrei potuto godermi senza dubbio di più, se solo fossimo stati qualche posto distanti da quella coppia così signorile e distinta!) perché è stato un fulgido esempio per mio figlio, di come NON CI SI COMPORTA in pubblico.D’altronde, è vero… la classe si mette sempre in evidenza,soprattutto laddove manca.