L'oblò sul mondo

Adios


Non prendete il titolo come il secondo e ultimo post del blog!
Piuttosto è il titolo del libro che ho finito un paio di giorni fa ed è scritto da quell'ottimo giornalista che risponde al nome di Toni Capuozzo.Sono una serie di memorie di quando non era ancora un giornalista ma scorrazzava per l'America Latina alla ricerca di storie da raccontare e in un periodo dove tra le rivoluzioni sandiniste e le sommosse in Honduras sicuramente non mancavano gli spunti.Così passa dalla visita al luogo dove è morto il Che in Bolivia a una visita in Amazzonia fino all'intervisa con Borges durante la guerra delle Malvinas tra Argentina e Inghilterra.Leit motiv della storia è un parallelo con un'altro ragazzo che come lui è andato a vedere da vicino quanto le proprie idee fossero messe in pratica laddove ci fossero rivoluzioni proletarie. La loro storia è simile ma la differenza è stata che dove Toni ricavava disillusioni e senso di inutilità Elio invece trovava sempre maggiore l'attrattiva del fucile e del suo mettersi al servizio delle varie rivoluzioni.Devo dire che è un libro che mi ha fatto molto pensare a quanto spesso ci si rinchiuda in ideologie e idee preconfezionate ma non si abbia la voglia, o la forza, di andare a verificare e in caso di errore, spesso non ci si rischi a far marcia indietro e ad ammettere che talvolta ci si può sbagliare.Già, perchè in tutto il libro aleggia questa sensazione di disillusione nel vedere quanto la propaganda spesso contribuisca a formare le nostre idee e quanta fatica si faccia per ricredersi di fronte all'evidenza e che in realtà sia più facile piegare ciò che si vede alle proprie convinzioni.La tristezza nell'impotenza di vedere un popolo come i Miskitos che vengono dipinti come controrivoluzionari di destra dai sandinisti ma che in realtà si rivelano come essere stati nel posto sbagliato nel momento peggiore e per questo vengono deportati, sterminati e infamati senza che nessuno alzi un dito per aiutarli. Vedere morire bambini di tubercolosi o di sapere di centinaia di persone in fuga bloccate tra campi minati, eserciti e boscaglie senza poter fare nulla se non distruggere proprie convinzioni. E rendersi conto che non serve a niente.Io lo inserirei tra quei libri da leggere anche perchè Toni è uno dei giornalisti che vale la pena di ascoltare e di leggere magari non un libro da spiaggia, ma da viaggio si, assolutamente.