Poco dopo il mille la musica profana incominciò ad arricchirsi soprattutto in Francia per merito di poeti musicisti. Questi artisti erano nobili feudatari, cavalieri e anche dame, che si dilettavano a comporre canzoni, da cantare alle feste di corte. A seconda della zona in cui vivevano, essi vennero chiamati trovatori o trovieri: i primi erano attivi nel Sud della Francia, i secondi nel Nord; i primi usavano la lingua provenzale detta lingua d'oc, i secondi la lingua d'oil diventato poi Francese moderno. I temi trattati dai trovatori e dai trovieri erano naturalmente vari, ma soprattutto essi cantavano l'amore, “l’amor cortese”:un amore che aveva sempre i connotati della passione ideale, sublime, esclusiva, nei confronti di una donna che possedeva tutte le virtù e arrivava perciò a rendere più buono, più valoroso, più serio l'uomo che l'amava. La forma poetica più comune e solenne nella quale era celebrato l’amor cortese fu la cansò, composta di varie strofe o stanze. Altre forme della poesia trobadorica furono: i sirventès, di contenuto politico, morale e anche religioso; il planh, in cui si piangeva la morte di un personaggio illustre; la tensò o joc parti, dialogo amoroso fra un uomo e una donna; l’alba, commiato mattutino tra due innamorati; la pastorela, corteggiamento di una pastorella da parte di un cavaliere; i ductia e le estampida, forme a ballo strumentali. Si distinguevano diversi stili del poetare: il trobar plan, stile diretto, facile, chiaro (Jaufrè Rudel); il trobar ric che impiegava costruzioni sintattiche complesse e introduceva allusioni misteriose (Rambaud de Vaqueirais); il trobar clus nel quale era ricorrente il ricorso a metafore e ad espressioni oscure (Arnaut Daniel).La poesia e la musica trobadorica varcarono ben presto le patrie frontiere e calarono da un lato verso la Spagna, dall’altro verso la pianura del Po. Qui s’incontrarono con le forme originali indigene di poesia e musica profane, così anche il nostro popolo, artista per eccellenza, si abbandonò alla gioia del canto. Ogni festa, ogni ricorrenza ebbe le sue canzoni: le maggiolate gentili, echeggianti per le campagne della Toscana, i nostalgici strambotti del Mezzogiorno, le laudi francescane, i canti carnascialeschi.I poeti-musicisti che svolsero in alto-medio tedesco i concetti dell’amore cortese furono influenzati dai modelli francesi. Il movimento artistico si chiamò Minnesang (da Minne, amore cortese e Sang, canto), Minnesanger, cantori dell’amor cortese, equivalente di trovatore e troviero.Ed ecco parte di una canzone di Jaufrè Rudel:Quando son lunghe le giornatea maggio,mi piace dolce canto d’uccelli di lontano,e quando me ne sono dipartito mi rimembro di un amore di lontano. (da Canzone dell’ Amore di lontano)
L' Amor cortese...
Poco dopo il mille la musica profana incominciò ad arricchirsi soprattutto in Francia per merito di poeti musicisti. Questi artisti erano nobili feudatari, cavalieri e anche dame, che si dilettavano a comporre canzoni, da cantare alle feste di corte. A seconda della zona in cui vivevano, essi vennero chiamati trovatori o trovieri: i primi erano attivi nel Sud della Francia, i secondi nel Nord; i primi usavano la lingua provenzale detta lingua d'oc, i secondi la lingua d'oil diventato poi Francese moderno. I temi trattati dai trovatori e dai trovieri erano naturalmente vari, ma soprattutto essi cantavano l'amore, “l’amor cortese”:un amore che aveva sempre i connotati della passione ideale, sublime, esclusiva, nei confronti di una donna che possedeva tutte le virtù e arrivava perciò a rendere più buono, più valoroso, più serio l'uomo che l'amava. La forma poetica più comune e solenne nella quale era celebrato l’amor cortese fu la cansò, composta di varie strofe o stanze. Altre forme della poesia trobadorica furono: i sirventès, di contenuto politico, morale e anche religioso; il planh, in cui si piangeva la morte di un personaggio illustre; la tensò o joc parti, dialogo amoroso fra un uomo e una donna; l’alba, commiato mattutino tra due innamorati; la pastorela, corteggiamento di una pastorella da parte di un cavaliere; i ductia e le estampida, forme a ballo strumentali. Si distinguevano diversi stili del poetare: il trobar plan, stile diretto, facile, chiaro (Jaufrè Rudel); il trobar ric che impiegava costruzioni sintattiche complesse e introduceva allusioni misteriose (Rambaud de Vaqueirais); il trobar clus nel quale era ricorrente il ricorso a metafore e ad espressioni oscure (Arnaut Daniel).La poesia e la musica trobadorica varcarono ben presto le patrie frontiere e calarono da un lato verso la Spagna, dall’altro verso la pianura del Po. Qui s’incontrarono con le forme originali indigene di poesia e musica profane, così anche il nostro popolo, artista per eccellenza, si abbandonò alla gioia del canto. Ogni festa, ogni ricorrenza ebbe le sue canzoni: le maggiolate gentili, echeggianti per le campagne della Toscana, i nostalgici strambotti del Mezzogiorno, le laudi francescane, i canti carnascialeschi.I poeti-musicisti che svolsero in alto-medio tedesco i concetti dell’amore cortese furono influenzati dai modelli francesi. Il movimento artistico si chiamò Minnesang (da Minne, amore cortese e Sang, canto), Minnesanger, cantori dell’amor cortese, equivalente di trovatore e troviero.Ed ecco parte di una canzone di Jaufrè Rudel:Quando son lunghe le giornatea maggio,mi piace dolce canto d’uccelli di lontano,e quando me ne sono dipartito mi rimembro di un amore di lontano. (da Canzone dell’ Amore di lontano)