UN ANGELO DI OBOE

Musicista e Mecenate


Rieccomi qui! E' un pò che manco dal mio blog, un pò per mancanza di tempo  ma anche perchè la mia mente è stata un pò occupata da altro,  in verità lo è tuttora
ma vi prometto che cercherò di farmi viva più spesso...
Questa volta tratterò  come si evince dal titolo del post, del rapporto musicista-mecenate, prendendo spunto dall'opera "Il Cortegiano" di Baldesar Castiglione. I quattro secoli di storia musicale che vanno dagli inizi del 500 alla fine del 700 sono caratterizzati, per quanto riguarda la storia delle arti e della musica in particolare, da quel fenomeno sociale, economico e culturale che prende il nome di mecenatismo. Il mecenate era colui che per amore della  cultura finanziava attività artistiche, in pratica poteva essere il re, il principe, il signore, chiunque avesse autorità e dominio su un territorio. La corte poteva diventare un centro autentico di produzione culturale,  se solo aveva a disposizione e al proprio servizio gli intellettuali. Infatti nelle corti e nelle famiglie nobili si concentravano letterati, filosofi,musicisti, artisti legati in forme diverse agli interessi culturali, sociali e politici del signore che ne era mecenate. La musica, come pratica di diletto quotidiano e persino come strumento di educazione profonda dell'animo, ebbe una presenza continua nel mondo aristocratico. Le pagine che nel Cortegiano Baldesar Castiglione dedica nel 1528 alla musica, nel tracciare l'ideale del perfetto uomo di corte colto e raffinato, sono tra le più significative scritte sull'argomento; il perfetto cortigiano, infatti, non può non essere esperto anche di musica cioè saper cantare e saper suonare vari strumenti, per il proprio diletto ma anche per addolcire il suo spirito:" perchè se ben pensiamo, niuno riposo di fatiche e medicina di animi infermi ritrovar si può più onesta e laudevole di questa (la musica) e massimamente nelle corti dove, oltre al refrigerio de' fastidi, che ad ognuno la musica presta, molte cose si fanno per satifar alle donne, gli animi delle quali, teneri e molli, facilmente sono dall'armonia penetrati e di dolcezza ripieni..." Scopo del canto infatti è comunicare una dolcezza che intenerisce e penetra le anime, imprimendo in esse soavemente una dilettevole passione. Un altro aspetto importante legato alla pratica del mecenatismo è dato dal fatto che dal momento in cui il musicista viene assunto al servizio di un signore e la sua qualità di musico viene riconosciuta, riceve un compenso economico fisso e la musica diventa una vera e propria professione. Ciò trasforma il ruolo e lo status sociale del misicista, infatti, molti musicisti , sia compositori che esecutori si elevano dalla umile posizione del mestierante a quella del professionista, acquistando popolarità, ammirazione e rispetto. Tuttavia la libertà di scelta stilistica di cui il musicista apparentemente godeva, non era affatto assoluta. Il potenziale o reale ascoltatore delle sue opere non era la società nel suo complesso ma la nobiltà di corte o di chiesa che lo assumeva alle sue dipendenze e lo retribuiva per ottenerne opere funzionali ai suoi fini. Comunque sia, la musica di tutta l'epoca del mecenatismo è dunque un prodotto artistico che riflette fondamentalmente i modi di pensiero, i sistemi di valore le prospettive culturali della società aristocratica di quei secoli.