UN ANGELO DI OBOE

L'esaltazione schopenhaueriana della musica


La fama del filosofo tedesco Arthur Schopenhauer (1788-1860), con Il mondo come volontà e rappresentazione, ebbe entusiastici consensi da Wagner, Nietzsche, Freud, D'annunzio, Bergson, Thomas Mann, penetrando nella filosofia del 900. Per Schopenhauer il mondo,il quale si presenta alla nostra conoscenza è rappresentazione. Il mondo è lotta fra gli individui che tendono all'affermazione totale; lo stesso amore della vita è inganno: cerchiamo di essere felici come individui e invece serviamo inconsciamente la volontà universale, irrazionale e quindi inconoscilbile. Via di liberazione da questa volontà, intesa come male di vivere, è l'arte. Fra le arti la più alta è la musica, espressione pura del tendere incessante della volontà. L'esaltazione schopenhaueriana della musica è riscontrabile chiaramente nella conclusione del libro terzo del Mondo come volontà e rappresentazione, riportato qui sotto."L'ineffabile senso intimo di ogni musica, per cui essa ci passa davanti come un paradiso così familiare  e pur eternamente lontano, ed è tanto comprensibile, dipende dal fatto che essa rende tutti i sentimenti del nostro più intimo essere, ma completamente liberati dalla realtà e dai suoi tormenti..In tutta questa trattazione della musica mi sono sforzato di render chiaro che essa in un linguaggio universale, mediante un materiale omogeneo, cioè mediante semplici suoni e con la massima determinatezza e verità esprime l'intima essenza, l'in-sè del mondo.. Qualora si giungesse a dare della musica una spiegazione perfettamente esatta, compiuta e particolareggiata, si avrebbe anche un'adeguata riproduzione e spiegazione concettuale del mondo o una spiegazione del tutto equivalente a questa, ossia la vera filosofia e quindi: Musica est exercitium metaphysices occultum nescientis se philosophari animi (la musica è un occulto esercizio metafisico dello spirito che non sa di filosofare)...dobbiamo riguardare l'arte come il grado più alto, lo sviluppo più perfetto di tutto il mondo in quanto rappresentazione, poichè essa in sostanza fa quello stesso che il mondo sensibile, ma con maggiore concentrazione e compiutezza. Se tutto il mondo in quanto rappresentazione non è che l'aspetto visibile della volontà, l'arte rende più chiara tale visibilità: essa è la camera obscura che mostra più nitidi gli oggetti e permette di abbracciarli meglio con lo sguardo, è lo spettacolo nello spettacolo, è il teatro nel teatro."