Oscurità

l'ultima casa 3


oltre il cancello l'erba era secca come vicino ai pozzi inquinati e fra l'erba stenta  si alzavano  mucchi di minerali, cristalli colorati che andavano dal bianco al violetto, la casa ora vicina era più decrepita e repulsiva che mai, le assi annerite, le finestre malconce e alcune sbarrate da assi  tranne un paio  vicino alla porta del patio, segno forse che l'uomo abitava solo quelle due stanze. Il tetto si ergeva conico e lugubre come un sinistro coperchio che mascherava orrori che era meglio non conoscere. Una fornace ardeva emanando mefitici e corrosivi sbuffi dal focolare  e un pennacchio pestilenziale dal comignolo:  la luce del sole ne veniva filtrata  fino a divenire giallognola in quello spazio che andava dal cancello alla ripida  collina sulla quale l'erba secca e gli alberi contorti e macilenti si alternavano alle sinistre e oscure caverne scavate nei secoli dai minatori. Il vecchio frattanto stava azionando un vaglio conico con il quale separava i suoi minerali e ruotava la lunga manovella con un piglio ed un'energia impensabili per quella corporatura scheletrica e l'età avanzata. Mi stupiva che il baccano infernale della macchina e l'assurda cantilena berciata dal vecchio non fossero mai udibili dal paese, ma era così. Ipnotizzato non potevo che seguire quella visione ma una sorda vibrazione tellurica interruppe il lavoro del vecchio. Ora c'era silenzio, ma un silenzio carico di minaccia. La Collina produceva misteriose vibrazioni  subsoniche e un verso agghiacciante rispose dalla parte sbarrata della casa.....