Oscurità

Quella notte


vi ho abituati davvero bene, un racconto all'anno? devo dire che è una cadenza un po' miserella per chi ambirebbe a scrivere, ma così è. Un racconto per questa Vigilia di Ognissanti e che si dipanerà più o meno seguendo il ritmo di questi giorni. Buona lettura. La festa volgeva al termine e Bertrand si accorse di aver bevuto troppo, conoscenti e sconosciuti si allontanavano salutandolo allegri e l'uomo rispondeva come poteva mentre le carrozze si alternavano sotto al porticato per rituffarsi nella notte nebbiosa. Bertrand non si sarebbe mai abituato a quella città e a quella regione, arrivava da lontano e nel suo piccolo paese d'inverno soffiava talvolta il vento, la tramontana, ma non c'erano interminabili settimane uggiose o nebbiose. Il suo ospite che salutava gli invitati era altrettanto ubriaco e a stento gli chiese perché non attendesse una carrozza "perché sono giunto a piedi" aveva risposto Bertrand, virile " e ora così mi incammino""un altro bicchiere?"Bertrand finì per accettare un ultimo calice di vino frizzante e gelato, quasi una prova di virilità e mentre l'amico si aggrappava al maggiordomo, Bertrand prese per il tratto di fine ghiaia che traversava il parco e conduceva alla cancellata ed alla strada principale. Si sentiva così euforico e sicuro di sé per quella prova di resistenza vinta con l'amico da non chiedersi nemmeno da quale direzione fosse arrivato, ma con il suo passo baldanzoso da sottotenente aveva marciato per cinque buoni minuti nella notte nebbiosa illuminata da rari fanali canticchiando tutte le marce del reggimento e l'inno nazionale come alla sfilata. Ed era stato proprio sull'"attenti aa." brandendo la sua immaginaria sciabola che si era trovato su un ponte il cui ultimo fanale illuminava un muro nebbioso. No, quella non era la città, era l'inizio della campagna e qui la memoria finalmente lo aiutò ma troppo tardi, uscendo dal parco della villa aveva preso la direzione sbagliata. La forza artificiale del vino era svanita, le gambe sollecitate da quella lunga, innaturale marcia sul selciato ora quasi gli dolevano e il pensiero di riprendere il cammino a ritroso e attraversare la città sino al suo alloggio gli parve una fatica inimmaginabile."Come state, avete problemi?" era giovane, come lui, e come lui aveva un cappotto pesante, una sciarpa di seta bianca ed un cappello a cilindro."Eh, non ...ho problemi, ma sono...lontano.." le parole uscivano a fatica  fra sbuffi di vapore"Venite,ho qui la mia carrozza" Effettivamente sul ponte c'era una carrozza laccata con i suoi lumi ad acetilene ed uno stemma nobiliare, Bertrand non aveva davvero udito il suo arrivo, doveva essere proprio ubriaco ed accettò con gratitudine l'aiuto del cocchiere e del personaggio appena incontrato per arrampicarsi e abbandonarsi sui morbidi strapuntini della carrozza che un istante dopo si mosse."grazie""non c'è di che"Bertrand per lungo tempo pensò solo a riprendersi e fu solo quando una calda voce femminile gli rivolse la parola che si rese conto che a bordo della carrozza c'era un altro passeggero,a nzi una giovane donna e si rese conto di  non essersi nemmeno presentato "Scusatemi""state comodo, volevo sincerarmi solo come stavate" riprese la voce calda; ora la intravvedeva di fronte a lui ed  al giovane uomo che la presentò "Aurora, mia sorella ""acquisita" aggiunse lei sorridendo, possedeva una grazia particolare ed i suoi occhi ogni tanto balenavano. Bertrand si presentò, la sua famiglia non era nobile ma avevano molte terre ed il cognome non era nuovo a quella coppia, anche se non sembrava che campi, frantoi e mulini dovessero occupare i loro pensieri  "e francamente nemmeno i  miei" aggiunse Bertrand  "sono qui per perfezionare gli studi come vogliono i miei""comprendo" disse il giovane porgendogli un sigaro. Bertrand fumò con calma poi chiese "ma eravate anche voi alla festa? Non ricordo che foste presenti" i due parvero interrogarsi con lo sguardo poi la giovane donna disse "no, abbiamo festeggiato questa vigilia a modo nostro e poi siamo usciti"  Bertrand intuì che quei due nobili non amavano troppe domande e questo gli parve in linea con i loro principi. Certo era meglio non farne. Giunsero così  sotto un portico molto differente da quello della festa, meno illuminato, meno ben tenuto ma più solenne ed antico, era la differenza fra la nuova generazione dei borghesi e l'antica tradizione nobiliare " se mi dite dove sono...m'incamminerò""ma voi non siete in grado di camminare amico mio, non ancora" ed era vero e ancora una volta Axel ed il cocchiere lo aiutarono a scendere dalla carrozza.Il resto degli avvenimenti rimase confuso nella mente di Bertrand, vagamente si rese conto che qualche servitore lo stava aiutando a svestirsi, csi era spazzolato i denti un bagno al cui confronto il suo albergo per quanto signorile sembrava una miserabile e dozzinale pensione di periferia, infine barcollando era ritornato in camera per crollare a pancia in giù su u un letto a baldacchino sul quale poteva allungarsi di traverso e starci comodamente. Unica interruzione fu un sogno spiacevole e angoscioso dal quale si liberò con un grido; ma era solo la luna ora apparsa alta nel cielo che lo aveva infastidito, almeno così pensò prima di cambiare posizione e mettere la testa sotto al cuscino e l'alcol lo trascinò ancora in un sonno opaco...