Creato da ania_goledzinowska il 10/01/2011

CON OCCHI DI BAMBINA

Ania Goledzinowska

 

 

SMENTITA - REPUBBLICA - CORRIERE DELLA SERA

Post n°28 pubblicato il 16 Aprile 2011 da ania_goledzinowska
 


NEI GIORNI SCORSI 12.04.2011 "LA REPPUBBLICA" E IN PRECEDENZA "CORRIERE DELLA SERA" 03.03.2011

MI HANNO TIRATO IN BALLO NELLE INTERCETTAZZIONI CON RUBY. MI PIACEREBBE POTER SOTTOLINERARE CHE MAI SONO STATA CONVOCATA IN PROCURA (NE' TANTO MENO HO RICEVUTO COMUNICAZIONI GIUDIZIARIE) E TROVO PERTANTO ESTREMAMENTE SCORRETTO

VEDERE PUBBLICATE SUI GIORNALI LE MIE CONVERSAZIONI PRIVATE, CON TANTO DI NOME ANIA G, IN QUANTO SONO MOLTO FACILMENTE RICONDUCIBILI A ME. IN MOLTI HANNO RIPORTATO L'ARTICOLO. ALTRE TESTATE CI HANNO MESSO UN MINUTO PER ANDARE A FRUGARE NELLA MIA VITA PRIVATA E PUBBLICARE IL MIO NOME PER ESTESO. 

TROVO ASSOLUTAMENTE SCORRETTO NOMINARE PERSONE CHE NON HANNO A CHE FARE CON IL PROCESSO E SPERO CHE QUESTA COSA POSSA DAR VOCE ALLA RABBIA DI CHI, COME ME, SI SENTE MESSA A NUDO E INDIFESA SENZA AVER FATTO NULLA.

 

 

BERLUSCONI IERI: "Dovunque vada c'è una standing ovation ogni volta che parlo della necessità di tutelare la privacy", ha spiegato il premier. Così il Cavaliere ha ribadito la necessità di evitare la pubblicazione sui giornali di cose irrilevanti penalmente. "La gente è stanca, non vuole sentirsi spiata al telefono", ha concluso.

Sulle intercettazioni il Pdl è pronto alla battaglia. Partendo dal processo Ruby, in corso a Milano, dove le conversazioni tra le ragazze, anche quelle del premier, sono finite in prima pagina. Altri abusi verranno denunciati oggi durante una conferenza stampa in Senato, da Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliariello, presidente e vice-presidente Pdl a Palazzo Madama. Il caso finirà in Parlamento visto che verrà presentata un’interrogazione dal gruppo berlusconiano. Il rilancio della legge sulle intercettazioni, ferma dal giugno 2009 in Commissione giustizia alla Camera, rientra dunque nella strategia del premier per mettere una pietra tombale su questa «macchia» del codice. Maurizio Paniz, che fa parte della Consulta giustizia Pdl, assicura che «entro l’estate», l’Aula di Montecitorio darà il via libera al provvedimento. 

                             E IO CONCORDO !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

la reppubblica

 

 
 
 

Vittorio Arrigoni il volontario ucciso! NE VOGLIAMO PARLARE???

Post n°27 pubblicato il 15 Aprile 2011 da ania_goledzinowska
 

Gaza, ucciso il volontario italiano

Venerdí 15.04.2011 07:58
fonte: http://affaritaliani.libero.it/cronache/gaza_vittorio_arrigoni150411.html

È stato ucciso Vittorio Arrigoni, il volontario italiano rapito a Gaza da un gruppo islamico salafita. Il ritrovamento del corpo è avvenuto dopo un blitz condotto dai miliziani di Hamas, il movimento islamico al potere nella Striscia, in un appartamento di Gaza City. Ma è probabile che Arrigoni fosse già morto al momento in cui è avvenuto l'assalto. Il corpo è stato riconosciuto nell'obitorio dello Shifa Hospital a Gaza City. L'operazione si è comunque conclusa con l'arresto di almeno due salafiti, mentre voci non confermate fanno riferimento anche all'uccisione di un terzo. Il 36enne italiano sarebbe stato strangolato.

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Vittorio Arrigoni

In un filmato i rapitori minacciavano di uccidere Arrigoni se entro 30 ore, a partire dalle ore 11 locali di stamane (le 10 in Italia), il governo di Hamas non avesse liberato alcuni detenuti salafiti. Arrigoni è stato sequestrato da tre miliziani armati a Gaza City. Il cooperante è stato rapito mentre lasciava il campo di Jerbala con uno dei quadri delle milizie delle Brigate di al-Aqsa. "Ho riconosciuto l'uomo nel video, è un nostro attivista che è entrato e uscito da Gaza molte volte negli ultimi due anni". Così Huwaida Arraf, cofondatrice dell'Ism, conferma che nel video c'è Arrigoni che è uno degli attivisti del Movimento di solidarietà internazionale.

Bendato e con evidenti segni di violenza sul lato destro del volto. Così è apparso Arrigoni, rapito a Gaza da un gruppo islamico salafita, nel video postato su YouTube da 'This is Gaza Voice'. Il volontario italiano, con indosso una maglia nera, sembra avere le mani legate dietro la schiena, mentre qualcuno gli tiene la testa per i capelli. Sul viso, tracce di sangue che partono da sotto la benda nera che gli copre gli occhi. Una musica copre il sonoro del video, mentre in sovraimpressione appare una scritta in inglese che recita: "Il popolo di Gaza si dispiace per quello che questi bigotti hanno fatto a Vittorio. Siamo sicuri che sarà presto libero e salvo".Al termine del filmato scorrono scritte in arabo con la data di oggi in cui si sono accuse contro l'Italia e contro Hamas. Nelle scritte i rapitori accusano Arrigoni di diffondere "i vizi occidentali", il governo italiano di combattere contro i Paesi musulmani e il governo del premier di Hamas Ismail Haniyeh di lottare contro la sharia (la legge religiosa musulmana). Nel messaggio sul video inoltre le scritte in arabo esortano i giovani di Gaza a sollevarsi contro il governo Haniyeh, reo ai loro occhi di gravi ingiustizie.

CHI ERA - Vittorio Arrigoni, 36 anni nativo di Besana Brianza, era arrivato a Gaza nell’agosto del 2008, come inviato de il manifesto, per raccontare il dramma che vivono i palestinesi della striscia di Gaza. In particolare celebre è stata la sua cronaca degli avvenimenti seguenti la nota operazione delle forze armate israeliane denominata «Piombo fuso». In quest'occasione Arrigoni riuscì a mandare i suoi servizi dalla Striscia di Gaza sfruttando i pochi internet point funzionanti. "Vittorio Arrigoni ha iniziato a collaborare con noi mandando pezzi di cronaca sul conflitto a Gaza, dove si trovava come volontario di una ong", riferisce il vicedirettore del manifesto Angelo Mastrandrea. "Pur non essendo un giornalista erano testimonianze in presa diretta - prosegue il vicedirettore del quotidiano - Quando è esploso il conflitto, gli abbiamo chiesto di fare un diario: erano cronache quotidiane molto vissute tanto che poi gli abbiamo proposto di metterle insieme per farci un libro, poi pubblicato, dal titolo 'Restiamo Umani'".

 

 
 
 

MEDJUGORIE.........

Post n°26 pubblicato il 14 Aprile 2011 da ania_goledzinowska
 

 

Messaggio del 2 aprile 2011 (Mirjana)

Cari figli, con amore materno desidero aprire il cuore di ciascuno di voi ed insegnarvi l’unione personale con il Padre. Per accettare questo dovete comprendere che siete importanti per Dio e che Egli vi chiama singolarmente. Dovete comprendere che la vostra preghiera è il dialogo di un figlio con il Padre, che è l’amore la via per la quale dovete incamminarvi, l’amore verso Dio e verso il vostro prossimo. Questo è, figli miei, un amore che non ha confini, è un amore che nasce nella verità e va fino in fondo. Seguitemi, figli miei, affinché anche gli altri, riconoscendo la verità e l’amore in voi, vi seguano. Vi ringrazio!

 

LA FOTO E TRENTINO PASSO ROLLE. CRISTO PENSANTE

 

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"LA PARALISI NEL SONNO" VI E MAI CAPITATO? OPPURE AVETE ALTRA TEORIA A QUESTO FENOMENO?

Post n°24 pubblicato il 13 Aprile 2011 da ania_goledzinowska
 

La paralisi nel sonno fa temere per la propria sanità mentale e la propria vita

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DI MICHEL McLEAN

Mi arriva il suono di passi che salgono le scale mentre sono a letto. C'è qualcuno in casa. Lo scricchiolio del legno dei gradini è un suono familiare, mentre i passi si avvicinano. Dico a me stesso di svegliarmi, ma non posso muovermi. Sono sdraiato inerme sulla mia schiena. Le mie gambe, braccia, perfino la mia testa sono come pesi morti. Cerco disperatamente di aprire gli occhi ma non accade nulla. L'estraneo è ora in cima alla scala e sta arrivando attraverso il corridoio. Dico di nuovo a me stesso di svegliarmi. Cerco di urlare. Cerco di fare un rumore qualsiasi, ma, come il resto del mio corpo, la mia voce non funziona. Mentre i passi entrano nella mia stanza e si avvicinano al letto sono in grado di costringere gli occhi ad aprirsi. Non c'è nessuno!
Non lo sapevo allora, ma quello che avevo sperimentato era la paralisi nel sonno. Al Cheyne, un ex professore di psicologia dell'università di Toronto e dell'università di Waterloo sta studiando la paralisi nel sonno da 10 anni. "E' un sogno-allucinazione" dice Cheyne "e' un'intrusione di una fantasticheria simile al sogno nella tua vita da sveglio. Ecco perchè ha la tendenza a verificarsi nei momenti di addormentamento o di risveglio e di risveglio nel cuore della notte in questo stato in cui non puoi muoverti". La gente ha la sensazione di qualcosa o qualcuno nella staza e un senso di terrore è comune, dice. Alcune persone si svegliano e non sono ingrado di muoversi per alcuni secondi, dice. Altri hanno allucinazioni più elaborate - dice - alcune sono straordinariamente elaborate come sogni completamente sviluppati. Per altri c'è la sensazione di una presenza.
La paralisi nel sonno si verifica più spesso nella stanza da letto pechè è il luogo in cui la gente dorme di solito, dice Cheyne. Ma alcuni hanno detto di averla provata in biblioteca o nelle loro automobili quando si sono messi a fare un pisolino sul bordo della strada -dice - può capitare in varie situazioni in cui le persone sono stanche. Di solito capita quando stanno per addormentarsi o si stanno appena svegliando. Alcuni la sperimentano solo brevemente una volta nella vita, ma può essere un'esperienza più complessa - dice. Cheyne ha un sito web (http://watarts.uwaterloo.ca/~acheyne/) nel quale dà informazioni sulla paralisi nel sonno e invita a mandargli e-mail con le proprie esperienze. Ha raccolto più di 28,000 racconti di paralisi del sonno da tutto il mondo.
PIU' VOLTE PER NOTTE
Nei miei campioni ci sono molte persone che la sperimentano in modo regolare notte dopo notte per settimane - dice - alcune la provano più volte nella notte. Può andarsene per mesi e poi ricomparire. Può essere l'esperienza di una vita.
La paralisi del sonno c'è sempre stata, ma non ha mai suscitato molto interesse.
E' qualcosa che è andato crescendo - dice - quando abbiamo cominciato era solo una cosa embrionale. Sospetto che il nostro website, che ha un enorme quantità di visite ogni giorno, probabilmente abbia aiutato parecchio. Il web stesso ha aiutato. Ha reso l'informazione più disponibile. Mi riferisco a quaesto come alla patologia sconosciuta più comune, anche se non è davvero una patologia. E' un tipo di fenomeno del tutto naturale, normale, anche se non tutti lo sperimentano. E' una di quelle strane cose che era ignota perchè non c'era un termine culturale per definirla. Quando succedeva alla gente loro non ne parlavano. E' un'ignoranza collettiva.
Wendy Boothe, una tecnica di poligrafo al North York General Hospital, Branson Division sleep laboratory, analizza i dati durante il sonno dei pazienti.
NON UNA PATOLOGIA
I disturbi del sonno includono le apnee, russare e stanchezza generale, ma non la paralisi nel sonno.
Ciò che è la paralisi nel sonno, è in pratica che quando sei in fase REM del sonno (rapid eye movement) il tuo tono muscolare è molto basso così tecnicamente non dovresti essere in grado di muoverti.
Gli unici muscoli che dovrebbero essere attivi sono i tuoi muscoli oculari perchè stai vedendo i tuoi sogni e i tuoi muscoli interni dell'orecchio così che puoi ancora sentire i suoni.
Boothe ha spiegato così il fenomeno: é come se una persona si svegliasse prima che il suo corpo sia sveglio. Prima di riguadagnare il tono muscolare le persone a volte si svegliano in preda al panico perchè possono vedere la stanza intorno e udire, ma non si possono muovere.

Una clinica del sonno non è il luogo per chi sperimenta le paralisi. Non è un disturbo del sonno - dice - è solo uno di quei fenomeni che noti durante il sonno o al risveglio. Sebbene Boothe non si occupi di questo tipo di esperienza nel laboratorio, dice che i suoi pazienti le descrivono le paralisi nel sonno. E' di solito la prima cosa che dicono - dice lei - so che cos'è, ma non l'ho mai sperimentata personalmente. Alcuni sono incapaci di respirare durante la paralisi. Alcuni dicono che avere un peso sul petto - dice. Questo è perchè non hanno tono muscolare. Stanno cercando di respirare di più ma il tono muscolare è basso. 
Cheyne dice che le sue ricerche hanno identificato tre tipi di paralisi notturan: l'intruso, l'incubo e l'esperienza corporea:
L'intruso è la sensazione che ci sia qualcosa nella stanza. Può essere accompagnata da allucinazione visiva e uditiva.

L'incubo è il classico sintomo di qualcosa che siede sul tuo petto e ti sta attaccando. E' come subire un assalto. A volte sono coinvolte componenti sessuali.

Il terzo tipo è diverso perchè inerente a sensazioni corporee. Sembra di stare fluttuando sopra il letto - dice Cheyne - puoi perfino sentire come se stessi lasciando il corpo, così è una OOBE.
chiedendomi come possono produrre queste esperienze. Ma la maggior parte di coloro che contattano Cheyne gli chiedono di far cessare gli episodi di paralisi nel sonno.
Offro consigli su come affrontarli e possibilmente prevenirli - dice - per molte persone è sufficiente evitare di stare sdraiati sulla schiena mentre si addormentano, perchè è la posizione più comune. Ma alcune persone hanno le esperienze indifferentemente dalla loro posizione a letto.
Per molte persone si verifica esclusivamente quadno stanno sdraiate sulla schiena. Non ho idea del perchè. E' una delle cose più intriganti al riguardo. Abbiamo idee e teorie sul perchè, ma nessuna particolarmente convincente.

 
 
 

“E dietro l’inchiesta ci fosse Lele Mora?”

Post n°21 pubblicato il 12 Aprile 2011 da ania_goledzinowska
 

NELL’AMBIENTE DEL PAPI SI PRESUME CHE LELE MORA SIA LA SPIA DEI PM.

SOLO QUALCHE GIORNO FA SCRIVEVO "VIVA LA LIBERTA'" E CHE SIAMO FORTUNATI A VIVERE IN ITALIA.

IN QUANTO MI SONO RESA CONTO OGGI CHE NON VOLUTAMENTE MI HANNO COINVOLTA IN UN CASO CHE NON MI INTERESSA E NON MI RIGUARDA, PER UN POCCHINO NON SCRIVERO SUL BLOG....

 MI DISPIACE... MA IN ITALIA TRA UN PO TI INTERCETTANO ANCHE LA PUZZETTA CHE FAI...

TROVO VERGOGNOSO NON ESSENDO COINVOLTA NEL PROCESSO IN NESSUN MODO A LEGGERE MIEI SMS SUI GIORNALI. ALTRO CHE CUBA....!!!!!!!!!!!

 

NELL’AMBIENTE DEL PAPI SI PRESUME CHE LELE MORA SIA LA SPIA DEI PM.

“E dietro l’inchiesta ci fosse Lele Mora?”. Nell’ambiente delle papi girls questa domanda comincia a girare. Oltre al giro dei soldi che vanno a Ruby e chi l’ha spinta da minorenne , alle feste del bunga bunga. Nei fascicoli dell’inchiesta giungono telefonate che sembrano raccontare alcune imbarazzanti valutazioni di Silvio Berlusconi.

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La Reppubblica :

intercettazione 16 gennaio 2011

Ania G.29 anni al telefono con Karima dice “Stai lontano da Lele Mora . Non posso parlare al telefono né … Quando ci vediamo ti spiego. Stai lontano.Fidati… che vai ancora più nei casini…”. Ma la stessa Ania , più tardi manda due messaggini a Karima. Il primo “Guarda con il cuore e nn so neanche perché lo faccio ! Stai attenta perché sei solo una pedina in questo gioco”. Il secondo “Ti dico un altra cosa… Silvio dice che il signore che ti ho detto ogni volta che ha a che fare con lui gli porta solo dei problemi”.

fonte:

http://www.pensierimadyur.blogspot.com/2011/04/nellambiente-del-papi-si-presume-che.html

 

 

 
 
 

CUBA - PATRIA O MUERTE VINCEREMOS

Post n°18 pubblicato il 07 Aprile 2011 da ania_goledzinowska
 

Carissimi Amici,DSCN2480

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PATRIA O MUERTE VINCEREMOS

questo e lo slogan che si vede ovunque sull'isola di Cuba..

 Ho girato i posti Bellissimi e anche quelli "brutti", che

poi brutti non sono... E la Vera realta di Cuba,

realta che cercano di nascondere ma e evidente in

qualsiessi angolo della strada...

Sempre se la volete vedere.. Ovviamente nelle zone

turistiche  e tutto bello e colorato.... Ma la Vera Cuba

non e solo le spiaggie bianche, mare azzurino, delfini,

ottimo cibo e Sigari...... Esiste un altra realta, molto

triste... Da piu di 50 anni sotto dittatura di Fidel Castro...

Per chi lo ha conosciuto dal vivo, dice che sia una persona

molto "brillante"........

Per chi non lo ammira.. Tempo 5 minuti e finisce in manette....

Chiave buttata via....

Ho tantissime foto che sono riuscita a fare in giro

per VERA CUBA...... Un giornale mi ha chiesto di fare

un reportage per loro... Quindi fino all'ora non posso

tirarle fuori.... Ma appena reportage esce, Vi faro sapere e cosi

ne parliamo meglio... Intanto Vi lascio queste foto....

Con il fuso orario, sono.....fusa.... Sono tornata 3  ore fa

circa a casa....  Vi mando un grande abbraccio e io dico.......

                     VIVA LA LIBERTA'

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LELE MORA FONDA UN PARTITO TUTTO SUO... RIDICOLO

Post n°16 pubblicato il 07 Aprile 2011 da ania_goledzinowska
Foto di ania_goledzinowska

Lele Mora vuole fondare un partito tutto suo.... L'avevo gia detto che da sempre voleva essere al posto di Berlusconi.... Gelosooooneeee..... Finto amico.... E meglio che mi fermi qui.............

 

 
 
 

IL PRIMO CAPITOLO DEL MIO LIBRO "UN CLIENTE SPECIALE"

Post n°14 pubblicato il 27 Marzo 2011 da ania_goledzinowska
 

CON OCCHI DI BAMBINA - PIEMME (gruppo Mondadori)

giusto cover

Con occhi di bambina è un romanzo-verità. È la storia di Ania e della sua instancabile ricerca dell’amore, della felicità e di una gioia di vivere che credeva perduta per sempre.

La storia comincia in Polonia, con una bambina che sogna di vivere in un castello incantato, e che conosce invece tutta la durezza della vita. È la storia di un viaggio in Italia, come verso la terra promessa. Un viaggio che invece, per questa ragazza ancora minorenne, diventa un susseguirsi di tragiche avventure. È una storia che racconta la forza dei sogni, e quanto sia importante non mollare mai. Ania passa attraverso esperienze di sfruttamento e di discriminazione, poi un sequestro e un tentativo di suicidio; scopre che persino chi dovrebbe proteggerla, la polizia, può nascondere al suo interno persone corrotte. Molestie, alcol, droga, la vita dei night e mille falsi amici senza scrupoli sono gli antagonisti contro cui la ragazza si batte da sola, alla disperata ricerca di se stessa. Alla ricerca di un grande amore che sembra arrivare, e poi svanisce, inghiottito da quel nulla che in certi momenti sembra mangiarsi tutto.

La storia di Ania rovescia il luogo comune per cui è solo accettando i compromessi che si può andare avanti nella vita. Sarà invece proprio la ricerca della lealtà e dell’amore, la sua voglia di restare se stessa fino in fondo, a darle la forza di realizzare il sogno di diventare prima di tutto una donna. Una nuova strada si apre del tutto inattesa. Una strada che promette un futuro diverso, una speranza che non finirà mai, una strada che arriva fino alle porte del cuore.

 

 

 

 

UN CLIENTE SPECIALE

 

All’improvviso mi saltò addosso. Fino a un attimo prima s’era comportato come una persona normale, anzi era stato addirittura gentile. Avevo provato gratitudine per lui, perché per una sera mi aveva portato via da quella specie di prigione in cui mi ero ritrovata, mi aveva portato a ballare, e così dopo tanto tempo – sia pure soltanto per qualche ora – mi ero sentita di nuovo una ragazza qualunque, una ragazza normale.

Ma poi, di colpo, si trasformò in una belva.

Si lanciò su di me. Le sue mani mi afferravano, mi strappavano i vestiti, mi toccavano. Sentivo il suo fiato sulla mia faccia. L’odore della sua pelle mi stordiva. Dicono che una persona eccitata cambi odore. E’ vero, perché ora lui emanava l’odore di un animale, e non quell’aroma delicato che avevo avvertito fino a poco prima, quando ballando con lui guancia a guancia avevo cercato d’indovinare che profumo usasse.

Tutto avvenne con tale rapidità e violenza che per qualche istante non riuscii neanche a rendermene conto. Non riuscivo a realizzare che quello che stava accadendo fosse vero, che stesse capitando a me.

Caddi in una sorta di trance. Mi sembrava di assistere a quella scena da lontano, come se fosse un film. 

Non pensiamo mai che certe cose possano capitare a noi. Non lo vogliamo pensare, anche se sappiamo perfettamente che accadono e ne sentiamo parlare continuamente. 

Purtroppo non era un incubo: ero proprio io la ragazza di diciassette anni seduta in quell’automobile. Un’automobile che da un momento all’altro si era trasformata in una trappola. Ero io la ragazza su cui quell’uomo si era gettato come un animale affamato sulla preda.

Il cuore mi batteva all’impazzata. La mia stessa voce mi rimbombava in testa, e continuava a ripetere non è vero... non può essere vero..

Sentivo un gran calore sulle guance, mi girava la testa. Provai addirittura a sorridere, tentai di negare la realtà fino all’ultimo, fingendo di non aver capito quali fossero le sue intenzioni. Speravo che lui la smettesse e che, con la stessa rapidità con cui si era trasformato in un mostro, tornasse ad essere un uomo, l’uomo di prima, e mi dicesse a bassa voce “scusa, ho perso la testa, perdonami...”.

Non so se ridere o piangere quando penso a quanto ero ingenua a quei tempi! 

Smettere? E perché mai avrebbe dovuto smettere?

Continuava, invece, e nulla avrebbe potuto fermarlo. Stava facendo quello che aveva in mente fin dal principio, fin da quando mi aveva conosciuta al locale e mi aveva invitata ad uscire. 

Le mie suppliche, le mie lacrime, servivano solo ad eccitarlo ancora di più. Lo divertiva che io opponessi resistenza, gli piaceva.

Eravamo in una piazzola di sosta della tangenziale di Torino. Lui aveva accostato senza dirmi nulla.

Le altre automobili ci sfrecciavano accanto, balenando per un istante alla luce giallognola dei lampioni. Poi sparivano infondo alla curva, e il rombo del motore si spegneva nel silenzio. 

 

Era notte fonda. Dal finestrino dell’auto vedevo le case in lontananza, la città. Il mondo era lì, a un passo da me. Sembrava così tranquilla quella notte torinese, così normale... E fino a un istante prima lo era stata. Ma ora tutto era cambiato, e quel contrasto mi procurava una sensazione orribile, che non potrò mai dimenticare: dal finestrino vedevo la vita scorrere pacifica e silenziosa come un grande fiume.... ma intanto lì, in un anfratto della riva di quel fiume, come se nulla fosse, un uomo mi stava stuprando. 

Non so perché, ma la mia attenzione in quei primi istanti si focalizzò su particolari assurdi, di nessuna importanza. Notai, ad esempio, che l’autoradio era accesa, e che il pomello della leva del cambio era di legno. Se da un lato ero stordita, dall’altro certe percezioni si erano amplificate. La realtà mi bombardava, e non riuscivo a difendermi.

Realtà e incubo si confondevano. Sentivo quell’angoscia tremenda che procurano a volte certi brutti sogni, quei sogni agitati – pieni di visioni angosciose, indecifrabili – in cui vorremmo gridare, gridare con tutte le nostre forze, ma la voce non esce. La bocca si spalanca, ma rimane vuota, mentre gli occhi traboccano di terrore. Quei sogni in cui vorremmo disperatamente fuggire, ma non riusciamo a muoverci perché una forza misteriosa e irresistibile ci blocca. 

Avrei voluto reagire con tutte le mie forze, ma non ci riuscivo. Avrei voluto gridare, ma ero diventata muta: però non era un sogno.

Mi tremavano le mani, le labbra, come ai bambini quando stanno per piangere. Mi sentivo gelare.

“Va’ con lui”, mi avevano detto al locale, “è un cliente speciale. Non dovete far altro che andare a ballare e divertirvi!”. E io mi ero fidata. 

Ero pronta a credere a tutto: ero in Italia, il Paese più bello del mondo, il Paese dove avevo sempre sognato di vivere. Ma ad un tratto il sogno si era trasformato in un incubo, e così in fretta che i miei pensieri non gli stavano dietro. 

Le macchine continuavano a passare una dopo l’altra, le case erano sempre lì, con qualche finestra illuminata in lontananza, e il cielo sopra di noi, quel cielo un po’ cupo, con la luna che appena filtrava tra le nuvole, era il solito cielo di Torino. 

Tutto era così normale intorno a me, la vita scorreva, e nessuno si accorgeva che in quella macchina ferma in una piazzola di sosta della tangenziale, un figlio di puttana stava violentando una ragazza di diciassette anni.

Io mi agitavo, mi disperavo, ma lui era come indemoniato. Cercai di divincolarmi, di lottare. Per un attimo riuscii a respingerlo e aprii lo sportello dell’auto. 

Poggiai la punta di un piede per terra, e nel farlo mi sentii come un naufrago che sfiora la spiaggia. Ma lui mi afferrò per i capelli e mi diede uno strattone. La testa mi si piegò all’indietro, mi sembrò che mi stesse spezzando il collo. Gli diedi una gomitata, e lui mi afferrò e mi strinse con entrambe le braccia. Mi afferrò per i seni, stringendoli fino a farmi gridare. Mi tirò di nuovo dentro, e richiuse la portiera. Fu una sensazione spaventosa, come se la risacca mi avesse agguantato, e una forza irresistibile mi avesse trascinanto di nuovo al largo, in mezzo alla tempesta. Mi teneva stretta, avvolgendomi anche con le gambe, mi si attorcigliava addosso, come un serpente. Mi bloccò le mani, mosse la leva che faceva abbassare lo schienale del sedile, e mi immobilizzò sotto di lui. Poi cerco di ficcarmi la lingua in bocca. 

I baci, quelli veri, sono petali di rosa, i suoi invece erano morsi di una bestia feroce. Mi strappava i vestiti. Sentivo le sue mani insinuarsi nelle mie parti più intime, sentivo contro il mio corpo tutta la durezza e la violenza del suo desiderio di avermi. 

Mi strappò le mutandine, riuscì ad allargarmi le gambe e fu dentro di me. Mi sembrò di finire sott’acqua. Annegavo. Non respiravo più. Annegavo nel dolore, nella disperazione, e sentivo un dolore bruciante, come se mi stessero squartando. 

Mi teneva stretta per i polsi, e si affannava sopra di me. Io lo supplicavo, piangevo, ma lui continuava a mordermi, a spingere. Riuscii a liberare una mano e lo colpii un paio di volte. Allora lui mi diede uno schiaffo tremendo. Più un pugno che uno schiaffo. Mi uscì il sangue dal naso, e mi colò sulle labbra come una lacrima rossa. Aveva un sapore vagamente metallico.

Il dolore di quello schiaffo scatenò in me una reazione furiosa. Ripresi a lottare, proprio quando forse lui credeva di avermi ormai sottomessa. Lottai con tutte le mie forze, con tutta l’energia nascosta nell’ultima cellula di ogni muscolo, lottai con quella disperazione con cui si combatte quando si sa che in gioco c’è il tutto per tutto.

Appena riuscivo ad allontanare un po’ la sua faccia dalla mia, oppure a staccare il suo artiglio dal mio seno, lui mi picchiava di nuovo. E mi mordeva. Questo, questo più delle botte, mi faceva andar fuori di testa: essere morsa, come una preda vera, come se lui mi stesse divorando.

Lottai fino alla fine, con le tempie che mi pulsavano, con l’odore del suo sudore che mi inondava il cervello, dibattendomi in quell’auto come un animale preso nella rete. E lui giù altre sberle, sempre più forti. Il suo respiro s’era fatto ruvido, affannoso. Mi lasciò le mani, e mi strinse in un abbraccio così forte che non riuscivo quasi più a respirare. Provai a colpirlo ancora, sulla schiena, sulla testa, ma adesso lui sembrava diventato insensibile. Gemeva, ma non per i miei colpi. Gemeva di piacere, mentre io morivo sotto di lui.

Alla fine, sfinita, la mia resistenza cessò. Scivolai in una specie di incoscienza. Cominciarono a venirmi in mente fantasie impossibili. 

Immaginai che apparisse mia nonna Janina... Sì, che lei – che era stata una madre per me, e tante volte mi aveva protetta – spuntasse lì dal nulla e venisse a salvarmi. La immaginai così intensamente che chiudendo gli occhi la vidi aprire lo sportello della macchina. Mi sorrideva, con quel sorriso un po’ stanco ma pieno di dolcezza che hanno le persone anziane, e mi diceva “Vieni Ania, andiamo...”. E mi portava via con sé, come quando ero bambina e lei veniva a prendermi all’asilo, e tornavamo insieme a casa, mano nella mano. 

A casa, a casa mia. Al sicuro.

Ma la mia casa, mia nonna, la mia vita di appena qualche mese prima, erano più lontane delle stelle che intravedevo nel cielo fuori del finestrino appannato di quell’auto maledetta. Erano irragiungibili, irreali. 

Lui continuava a premere il suo corpo sul mio, abrutito dall’eccitazione. Ad un tratto pensai che mi avrebbe uccisa davvero. Che dopo avermi stuprata mi avrebbe tagliato la gola e mi avrebbe buttata a calci fuori della macchina. Come una cosa vecchia, che ormai non serve più.

Così la mia vita sarebbe finita con un necrologio di due righe, nelle pagine di cronaca di un giornale locale. È proprio questo che capita a tante ragazze: arrivano in Italia con una valigia carica di sogni, e si ritrovano su un marciapiede: “Giovane polacca trovata morta sulla tangenziale di Torino...”, questo sarebbe stato il riassunto di tutta la mia esistenza, il succo amaro dei miei sogni. 

Questo sarebbe rimasto di me, della principessa che avevo creduto di essere quando m’illudevo di abitare in un castello incantato: il cadavere di una ragazzina usata e poi gettata via. 

La gente avrebbe letto la notizia sul giornale, magari facendo colazione al bar, e qualcuno avrebbe mormorato ridacchiando: “Tanto quelle sono tutte troie, sono loro che se le vanno a cercare...”. 

Chi mi avrebbe cercata? Nessuno. E dove poi? Nessuno avrebbe mai saputo più niente di me. Ero una clandestina, quelli del locale mi avevano preso i documenti... Non sarebbe stato possibile neanche identificarmi. Ero nulla. Come se non fossi mai esistita. Un nome scritto sull’acqua, una voce che si perde nel vento.

Fu un momento spaventoso, il più terribile di tutta la mia vita.

“Ti piace, eh?”, mi sussurrava lui nell’orecchio, con la sua voce da maiale. “Dimmelo che ti piace!” 

Tutto cominciò a girare intorno a me. Avevo gli occhi aperti, ma non vedevo altro che ombre confuse. Sentii una gran pesantezza, provai una specie di vertigine come se stessi precipitando nel vuoto. La voce di mia nonna mi riecheggiava in testa: “Eccoci a casa...”, diceva, “perché non vai a giocare con la tua sorellina?”. 

Sentii un urto di vomito, un fremito che mi percorse tutto il corpo, mormorai qualcosa che non ricordo più, e infine svenni.

 

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FINTA BENEFICENZA

Post n°13 pubblicato il 24 Marzo 2011 da ania_goledzinowska
 

 
 
 
 
 

LA VERA STORIA DI ANIA GOL. QUANDO SOLDI , SUCCESSO E LUSSO UCCIDONO IL SOGNO

Post n°11 pubblicato il 22 Marzo 2011 da ania_goledzinowska
 

 pubblicata da Lucio Giordano il giorno martedì 22 marzo 2011 

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LUCIO GIORDANO per ALGANEWS

All'inferno e ritorno. Ania Gol mi ha chiesto l'amicizia virtuale su facebook circa un anno fa. Non la nego mai a nessuno. Non l'ho negata nemmeno a quegli occhi dolci di bambina con quel cognome lungo una quaresima: Goledzinowska. Abbiamo chattato qualche volta, ci siamo ripromessi di incontrarci a Roma o a Milano, dove lei abita. Non è mai capitato. Forse mai capiterà.
Poi un giorno mi è arrivato il suo libro. Quel libro di cui mi aveva parlato spesso, mentre lo scriveva. Tutta la sua vita in 300 pagine. Una giovane vita, vissuta più veloce di una striscia di cocaina, più violenta di uno stupro. Ania ha 28 anni, oggi. Ma sulle spalle un'esperienza da sessantenne.
Polacca di Varsavia, orfana di padre, una madre senza baricentro, adottata dagli zii, sogna di recitare. Finirà per entrare, minorenne, in un giro di prostituzione, schiava di un pappone polacco che la sequestra per venderla a clienti facoltosi del torinese. Ania scappa dal suo aguzzino, trova un altro lavoro, poi capita a Milano. Inizia un'altra vita. Ma si innamora dell'uomo sbagliato.
E con lui , imprenditore di successo, finisce nel precipizio della cocaina. Frequenta giri fragili: il mondo dello spettacolo, industriali, calciatori famosi, forse politici. Diventa una reginetta del gossip, vive il suo quarto d'ora di celebrità presentando qualche programma televisivo, i giornali scandalistici si occupano di lei. Una bella vita, la sua, insomma. ' Bella' come quella delle ragazze dell'olgettina, alcune delle quali Ania avrà probabilmente conosciuto, in un'esistenza parallela alla ricerca di scorciatoie verso paradisi artificiali . Una vita da prendere a morsi,insomma. Sesso senza pensarci troppo.
A 24 anni appena l'esistenza di Ania sembra sciogliersi nell'acido della dissoluzione. Ma all'improvviso, tre, quattro anni fa si ritrova. Ritrova i suoi principi, la sua voglia di vivere. I suoi sogni e la sua fede in Dio. Che Gol ha raccontato in questo suo ' Con occhi di bambina',scritto in modo asciutto, intenso, con alcuni momenti che commuovono intensamente. Oggi Ania, sempre in bilico tra una vita popolata da orchi con i fili d'argento e la riscoperta della semplicità, della normalità, che poi sono la sua vera aspirazione, ha scelto la seconda strada. Giorni fa, conversando in chat, mi ha detto che sogna 'un uomo normale che sappia finalmente capirla. voglio una esistenza semplice ma serena.' 'Dovrai rinunciare a tutte le lucciole e le lanterne che hanno accompagnato la tua permanenza italiana', le ho detto senza tanti giri di parole, perplesso se crederle o meno sul suo cambio di marcia. Te la senti davvero di rinunciare alla tua vita esagerata fatta di lusso, autisti privati, lavori di pubbliche relazioni in locali finti per gente finta, come il billionaire?. " Si ormai mi sento diversa . Ho capito che quella vita è completamente inutile e non da la felicità. E nemmeno gioia sincera. E poi sai, in questo momento la mia più grande aspirazione è avere un figlio'.
Lo diceva con le parole di una donna cresciuta troppo in fretta ma che continua a guardare il mondo con gli occhi di bambina. Consapevole che la vita potrebbe presentarle ancora una volta il conto, tentandola verso il fatuo. Eppure, non so perchè, ma ho idea che Ania sarebbe davvero un'ottima madre.

 

 
 
 

IL DRAMMA DELLE SCHIAVE CHE NESSUNO VEDE

Post n°9 pubblicato il 20 Marzo 2011 da ania_goledzinowska
 

 

RECENSIONE quotidiano LIBERO -5 marzo 2011

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IL DRAMMA DELLE SCHIAVE CHE NESSUNO VEDE

Carlo Sala 5 marzo 2011

Ciniche carrieriste o semplicemente succubi, le ragazze a cui tanta attenzione dedica la magistratura milanese che indaga su Arcore non hanno mai lamentato di essere state costrette ad agire contro la loro volontà.

C’è invece un vasto mondo di ragazze, straniere di norma, letteralmente vittime di una tratta di schiave: ingannate, con la promessa di un futuro radioso in Italia, sequestrate, costrette a prostituirsi e spesso oggetto di vera e propria violenza sessuale. Una verità tanto universalmente nota quanto ormai accettata in un rassegnato silenzio che Anja Goledzinowska ha il merito di squarciare. Raccontando in prima persona, nel libro “Con occhi di bambina”, la sua storia di giovane polacca fuggita alle privazioni dell’era sovietica ma trovatasi schiava là dove si attendeva di gustare la libertà. Schiava, con l’inganno di un ingaggio da modella, non solo in senso fisico - una violenza sessuale subita a 17 anni, perché in un certo mondo è inconcepibile che chi lavora in un night possa anche negarsi - ma anche di tutta una rete di connivenze e luoghi comuni: dagli agenti prezzolati per non vedere certe cose all’idea che “così fan tutte” e quindi da un lato non c’è niente di male (la testimonianza su certi “dietro le quinte” dell’autrice è impietosa), dall’altro è incredibile che qualcuno possa non accettare quelle che sono vere e proprie “regole del gioco”.

Scevro da ogni sociologismo o vittimismo autoindulgente - della serie: sono le condizioni di bisogno che spingono tante a fare quel che fanno - e semmai saldamente ancorato ai concetti di responsabilità e dignità personale (chi si presta lo fa volantariamente, evidentemente disprezzando ogni altro suo talento), il racconto della Goledzinowska ha poi il pregio di non cadere in una denuncia che affidi alla magistratura compiti palingenetici. Anche se al lettore viene inevitabile pensare come esista una vasta area grigia di cui la legalità si disinteressa completamente, la Goledzinowska affida ancora alla responsabilità individuale - raccontando nuovamente la sua esperienza, l’incontro con la Madonna a Medjugorje - trovare la propria salvezza. Dopo anni da "bellona" paparazzata come classico elemento decorativo del vip di turno, dal nobile alla star sportiva o della canzone, una sorta di vuoto a rendere tutta esteriorità e nessun valore, lei la sua redenzione l'ha trovata nella scoperta della fede e a chi legge (coi suoi 16 euro in libreria contribuirà agli aiuti destinati dall’autrice ad associazioni dedite a donne e bimbi in difficoltà) viene automatico pensare che se legge dev'essere, meglio che sia quella delle 12 tavole piuttosto che del codice penale.

 



 

 

 
 
 

FAMIGLIE D'ITALIA.....

Post n°8 pubblicato il 19 Marzo 2011 da ania_goledzinowska
 

ANIA GOLEDZINOWSKA… ” Con occhi di bambina “Di famiglieditalia

Qualche sera fa presso il locale le Banque di Milano si è svolto l’evento/festa per la presentazione del libro “ Con occhi di bambina ” scritto daAnia Goledzinowska nel quale la nota modella e show girl  polacca ha inteso raccontare la sua storia con il preciso intento di dare una voce a tantissime altre donne che hanno subito o subiscono ogni giorno violenze e che, proprio perché sconosciute al pubblico, non fanno nemmeno notizia.

Il libro di Ania risulta subito coinvolgente sin dalle pagine iniziali ed entra immediatamente  in quel tetro e triste tunnel fatto di violenze, di sfruttamento, di falsi valori e di ipocrisia. Un mondo con il quale siamo costretti a convivere e che ci salta veramente agli occhi solo quando sale agli onori della cronache nere o perché qualcuno, come Ania Goledzinowska, ha avuto il coraggio di raccontarlo con l’intento di aiutare le persone a ragionare ed evitare proprio di entrare in quel tunnel dal quale molto spesso non esiste una via di uscita.

Le esperienze di violenza prima e di un mondo patinato poi, fatto però anche di droga, avrebbero portato Ania all’annientamento totale, ed infine…. quella che Ania definisce una cosa molto strana, ossia la riscoperta della fede quale ancora di salvezza sul ciglio del baratro fino alla rinascita ad una nuova vita.

Il consiglio è di entrare metaforicamente anche noi lettori  in questo tunnel ed in questo inferno, visto che lo possiamo fare stando comodamente seduti a casa e che, solo noi, abbiamo la possibilità di uscirne in ogni istante limitandoci a chiudere il libro. Si potrà così percepire, grazie alla grande perizia narrativa della scrittrice, il dolore umano ma, anche e soprattutto, quello morale che c’è ad esempio dietro l’atto infame e vigliacco di uno stupro ad una ragazzina indifesa… con la certezza che la consapevolezza di questo dolore possa contribuire a forgiare e a sensibilizzare le coscienze dell’uomo perché cessi ogni tipo di violenza sulle donne.

 Stefano Micheli

 
Famiglie  d’Italia
http://famiglieditalia.wordpress.com/2011/03/19/ania-goledzinowska…-con-occhi-di-bambina/

 
 
 

ANIA GOLEDZINOWSKA - VIDEO POMERIGGIO 5

Post n°7 pubblicato il 18 Marzo 2011 da ania_goledzinowska
 

10 marzo 2011 Pomeriggio 5 con Barbara D'Urso

ANIA A POMERIGGIO 5

VIDEO DAL MINUTO 53.15 sec.

http://www.video.mediaset.it/video/pomeriggio_5/full/214627/giovedi-10-marzo.html

 
 
 

INTERVISTA - ASPETTO I VOSTRI PARERI

Post n°6 pubblicato il 17 Marzo 2011 da ania_goledzinowska
 
Foto di ania_goledzinowska

Il talento è essenziale, ma più importante è cosa fai con esso. 
Ci eravamo lasciati così nel 2008, con questa frase quasi profetica di Stanislavski a salutare la tenacia e la determinazione di una cara amica. Ania Goledzinowska studiava all' epoca all' Actors Accademy di Edoardo Costa a Milano e sognava l' affermazione nel mondo del cinema. Sembrerà strano a chi oggi è ormai abituato a leggere di starlette o aspiranti tali che riescono ad ottenere un breve lampo di notorietà grazie a feste e festini disincantati con il potente di turno. Oppure è proprio la controprova, la cartina di tornasole che fa apparire l' inganno celato dietro questo mondo fatato che di magico ha ben poco. Ania ha dovuto passarne di inganni e soprusi per raggiungere un minimo di serenità, rincorrendo sogni terreni ha scoperto la speranza di una vita migliore attraverso la fede. Nella precedente intervista Ania si definiva "una persona che guarda soltanto avanti e mai indietro", ma con questo libro, che vuol raccontarci e proporre al pubblico, ha dovuto per forza di cose gettare uno sguardo al suo passato, svelando cose che non aveva ancora confessato alle cronache di pubblico dominio. "Anche quando mento dico la verità..." affermava scherzando e per questo dovremo chiederle se nel libro vengono stravolti i fatti che ci aveva raccontato riguardanti il suo arrivo in Italia. 

Ania, ci dicevi che a 16 anni eri arrivata in Italia vincendo un casting per fare una pubblicità, che sulla tua strada si sono alternate tanti tipi di persone, buone e cattive. Il tuo libro inizia con una scena forte, come sei riuscita a venirne fuori e riproporne i tratti salienti e crudi ? 

Innanzitutto è vero, avevo vinto un casting e la prima volta in Italia rimasi per un mese a Milano attraverso un’ agenzia di modelle. Tutto fu ok. Poi son dovuta rientrare per avere il permesso dei miei tutori (genitori adottivi), ma quando tornai in Italia mi ritrovai a lavorare in uno squallido locale alle porte di Torino. È stato difficile ripercorrere quel periodo della mia vita. Per molto tempo, scrivendo questo libro, parlavo in terza persona, mi dicevo che era la storia di un’ altra ragazza, non accettavo fosse la mia. In seguito, rileggendo centinaia di volte la bozza, è stato come fare una specie di terapia. Ma anche Medjugorje ha fatto tanto. 

Quindi sei stata a Torino per un certo periodo della tua vita. Ne avrai purtroppo solo un ricordo negativo ? 

No, assolutamente. A Torino ho vissuto per circa tre anni e mezzo, ho conosciuto persone che mi hanno aiutato, mi hanno voluto bene e sono tuttora in contatto con loro. E poi Torino è una città bellissima ! 

Il mondo dei night e della notte non sembra essere così patinato come ci raccontavano nella famosa trasmissione Lucignolo, o sbaglio ? 

Il mondo della notte e dello spettacolo è solo una grande illusione. Non è tutto oro quello che luccica ! 

La droga in che modo è entrata nella tua vita ? Ce ne puoi parlare ? 

Già da giovanissima, in Polonia, ho provato la droga. Un giorno, a casa mia, quasi annegai in vasca da bagno. L’ effetto dell’ ecstasy che avevo presso mi fece perdere il controllo. Riuscii ad uscire dalla vasca, mi addormentai e mi risvegliai in una pozza di sangue a causa di una violenta epistassi. A Milano ho infine passato 4 anni all’ insegna della droga. La trasgressione e le notte folli erano all’ ordine del giorno. 

Hai anche tentato il suicidio. Cosa ti ha portato a questo gesto estremo ? Chi ti ha portato fuori da quel baratro ? 

All’ epoca ero ancora piccola, avevo 14 anni e mi sembrava che nessuno mi volesse. Mia madre non si occupava di me, mio padre era morto, mia nonna aveva fatto domanda di affidamento per poi ritirarla. Volevo morire, volevo morire per dimostrare a tutti quanto amavo la vita, e solo con la mia morte pensavo si potessero accorgere di chi avevano perso. Ora so che è stata una grande cavolata, perché il suicidio è solo per vigliacchi che non vogliono affrontare le difficoltà della vita, che tutti hanno. Avvicinandomi alla fede, conoscendola, ti accorgi invece che non c'è nulla che ti possa ferire, perché la fede è perdono, e ti insegna ad amare i tuoi nemici. 

Alla fine è sempre l' amicizia e la ricerca dell' amore a dare quella svolta decisiva, e nella tua vita hai scoperto pure la fede. Medjugorje e Paolo Brosio, che firma la prefazione del tuo libro, sono stati fondamentali. Nel libro racconti il tuo pellegrinaggio nella città della "Regina della Pace" o Kraljica Mira come la chiamano in quei luoghi. Quale è ora il tuo rapporto con la religione e la fede ? 

Si, Paolo mi ha aiutata molto, mi insegnava a dire il rosario, le preghiere in italiano. Mi ha fatto confessare dopo 15 anni che non lo facevo. Ora sono serena, prego tutte le sere e la domenica vado a messa. Cerco di trarre un insegnamento per me nelle letture del vangelo. Mi sono accorta che pregando mi riempio di una forza magica, sto bene. 

Abbiamo avuto un grande Papa polacco, morto nel 2005 ed amatissimo dagli italiani (e non solo). In che relazione lo metti con il tuo avvicinamento alla fede ed a Medjugorje ? 

La qualità più grande di Papa Wojtyla era la sua umanità. La gente lo sentiva vicino, uno di loro. Era così anche per me. Poi, essendo polacca come lui, questa sensazione era ancora più forte. Le sue parole, la sua figura, sono state sicuramente uno stimolo per avvicinarmi a certi temi, per cogliere quei momenti in cui sentiamo di aver bisogno di un contatto più profondo con noi stessi, e cominciamo a intravedere Dio. 

Dopo la tua rinascita religiosa, e la pubblicazione del tuo libro, quale pensi possa essere il tuo futuro lavorativo ? Con che spirito potrai scindere il tuo lavoro da PR dagli insegnamenti che hai tratto dall' esperienza di Medjugorje ? 

Non credo di dovermi scindere, né di averlo mai fatto. Io sono io, Ania. E non farò mai qualcosa che mi imponga di rinunciare a una parte di me stessa, o a qualcosa in cui credo. Lavoro come PR perché anche io, come tutti, devo pagare l'affitto, comprare il latte, vivere. La Madonna non è con te a seconda del lavoro che fai. Spero di continuare con il mio lavoro nel campo dello spettacolo, e non ho mai smesso di studiare recitazione e di prepararmi. Ma ho anche intenzione di continuare a scrivere, e sto già lavorando a un secondo romanzo, un thriller. La scrittura, come molte cose che avvengono per caso, è stata una grande scoperta per me. 

Il 10 marzo sarai ospite a Pomeriggio 5. Il paragone con certi personaggi sotto le luci negative della ribalta potrebbero giovarti da un lato ma abbatterti dall' altro. Ci hai pensato ?

Io spero che la gente mi riconosca una qualità, quella di essere una persona semplice, spontanea. Ho i miei difetti, come tutti, ma non sono una che calcola, o che cerca di barare per conquistarsi le simpatie del pubblico. E poi sono convinta che la gente è molto più intelligente di quanto tanti non vogliano far credere. Io sono una ragazza che cerca la sua strada col sudore della fronte, lavoro da quando avevo quattordici anni. Non cerco scorciatoie, e la gente lo capirà. Su questo, a dire il vero, non ho dubbi. Qualcuno mi ha definito l'anti-Ruby. Ma a me non interessa, mi interessa invece che passi un messaggio, un messaggio per tutte le ragazze: non fatevi fregare, non svendetevi, la lealtà e l'impegno pagano sempre nella vita. Bisogna credere nei propri sogni, crederci fino in fondo. 


E dunque "Con occhi di bambina" hai sofferto, vissuto, lottato, gioito, ritrovato la voglia di vivere ed infine ripercorso la tua vita che ci hai raccontato in questo romanzo-verità. Quanto c'è di romanzato ? Hai dovuto evitare di citare fatti e nomi per non incorrere in diffide o denunce penali ? 

È tutto vero. Ho fatto la guerra con il mio co-autore, Flavio Pagano, che è uno scrittore bravissimo, quando si lasciava troppo andare a romanzare alcune parti. Abbiamo collaborato tantissimo e lui è stato in grado perfettamente di esprimere le mie emozioni, le sensazioni che provavo nei vari momenti della mia vita. I nomi però sono stati tutti cambiati, più che altro per sicurezza mia, in quanto è stato arrestato anche un ispettore di polizia. 

Citazione Libro Ania

Il mondo dello spettacolo, del resto, rimane sempre lo stesso e non ci si può di certo macchiare di nefandezze che oscurino la bontà dei prodotti che il mercato ci vuol vendere. A meno che tu non sia amico di un potente, o il potente in persona, ed allora riesci a ribaltare pure la realtà. Ed allora non ci resta che sperare in una rivoluzione interiore generale, diffusa, percepita da tutti come necessaria per andare oltre questo sopravvivere sognando il vacuo materialismo delle celebrità. Una rivoluzione interiore che Ania ci ha presentato dimostrandoci che non tutto è perduto se hai la forza di rinascere, mantenendo per sempre quello sguardo da bambino che è in ognuno di noi. 

Con occhi di bambina è la storia di un viaggio in Italia, come verso la terra promessa. Un viaggio che invece, per questa ragazza ancora minorenne, diventa un susseguirsi di tragiche avventure. È una storia che racconta la forza dei sogni, e quanto sia importante non mollare mai. Ania passa attraverso esperienze di sfruttamento e di discriminazione, poi un sequestro e un tentativo di suicidio; scopre che persino chi dovrebbe proteggerla, la Polizia, può nascondere al suo interno persone corrotte. Molestie, alcol, droga, la vita dei night e mille falsi amici senza scrupoli sono gli antagonisti contro cui la ragazza si batte da sola, alla disperata ricerca di se stessa. Alla ricerca di un grande amore che sembra arrivare, e poi svanisce, inghiottito da quel nulla che in certi momenti sembra mangiarsi tutto. La storia di Ania rovescia il luogo comune per cui è solo accettando i compromessi che si può andare avanti nella vita. Sarà invece proprio la ricerca della lealtà e dell'amore, la sua voglia di restare se stessa fino in fondo, a darle la forza di realizzare il sogno di diventare prima di tutto una donna. 

 

FONTE http://traspi.net/notizia.asp?a=4061990834&idnotizia=10683

 
 
 
 
 

ASPETTO I VOSTRI COMMENTI-

Post n°4 pubblicato il 09 Marzo 2011 da ania_goledzinowska
 
Foto di ania_goledzinowska

ADNkronos 9 marzo 2011

Il buio e la luce di Ania Goledzinowska

http://www.adnkronos.com/IGN/News/Spettacolo/Il-buio-e-la-luce-di-Ania-Goledzinowska-Cosi-ho-deciso-di-raccontarmi_311769820252.html

 

Il buio e la luce di Ania Goledzinowska: "Così ho deciso di raccontarmi"
Ania Goledzinowska Ania Goledzinowska
ultimo aggiornamento: 09 marzo, ore 19:26
Roma - (Ign) - La modella polacca e il suo romanzo-verità 'Con occhi di bambina': "Volevo dar voce a quel mondo che spesso ignoriamo". Su Ruby: "Ci siamo scambiate messaggi su facebook. Ad Arcore ci sono stata ma solo perché molto legata al nipote del presidente del Consiglio". La Goledzinowska rinuncia al sesso: "Basta uomini... ora c'è la fede"

Roma, 9 mar. - (Ign) - Violenze, alcol, droga, ricatti e la vita dei night. L'esperienza che vive Ania, protagonista del romanzo-verità 'Con occhi di bambina' (edizioni Piemme) è l'avventura di chi venuta dalla Polonia in Italia per inseguire un sogno si ritrova a dover affrontare una serie di esperienze crude. Solo la fede l'aiuterà a uscire dal buio. L'autrice Ania Goledzinowska racconta con coraggio la sua storia come se fosse "una sorta di terapia" per liberarsi del suo passato. "Ho deciso di raccontarmi quando ho capito che esiste un mondo che noi ignoriamo. Ce ne accorgiamo solo quando troviamo tracce di vomito, urina o sangue sulle strade", dice la modella polacca a Ign, testata online del Gruppo Adnkronos parlando del suo libro che, già in libreria, sarà presentato il prossimo 14 marzo presso "Le Banque", storico locale di Milano.

 

"Ogni giorno apprendiamo notizie di omicidi di donne e bambini, di stupri - continua Ania Goledzinowska - ma nessuno si chiede il perché. E' colpa dei genitori? Colpa della società? Quelli che rischiano di diventare teppisti sono ragazzi soli, sono già fantasmi prima ancora di morire". Persone fondamentalmente sole, che vivono sofferenze, difficoltà economiche, altri addirittura violenze. "Ho voluto dare voce a questa parte del mondo", spiega l'autrice, "perché l'Italia non è solo bunga bunga, ci sono i problemi piu gravi".

 

 

A proposito dello scandalo Ruby, la modella polacca che domani, giovedi 10 marzo, sarà ospite nel salotto di Barbara d'Urso a Pomeriggio Cinque, afferma che "la stampa ha dato fin troppo spazio alle vicende dei festini ad Arcore e le ragazze dell'Olgettina facendole diventare delle star" mentre, insiste, c'è necessità di parlare di altro. "Io non giudico chi si fa strada utilizzando il proprio corpo, ciascuna può fare ciò che vuole". La Goledzinowska comunque non nega di aver partecipato a qualche festa ad Arcore "ma solo ed esclusivamente perché - afferma - sono molto legata al nipote del presidente del Consiglio Paolo Enrico Beretta (figlio di Maria Antonietta, la sorella scomparsa di Berlusconi, ndr).

 

 

"Qualcuno mi ha definita l'anti-Ruby", dice ancora la Goledzinowska sottolineando di aver avuro qualche scambio con la giovane marocchina: "Ruby mi aveva scritto qualche volta su facebook. Mi diceva che sono una venere e che mi invidiava. Sicuramente è una ragazza che non ha avuto una vita facile, poi però ha fatto delle scelte sbagliate".

 

 

La prefazione del libro 'Con Occhi Di Bambina' è firmata da Paolo Brosio che riassume in sintesi la vicenda della sua amica Ania: "Il pericolo, la violenza e la criminalità organizzata, il mondo della notte a Milano, tentacolare, avvolgente per una vita senza sbocchi di luce, sono gli ingredienti di un cocktail che poteva esserle letale. Ma la giovane vita di questa bella, solare e intelligente ragazza polacca stava a cuore a Qualcuno che la amava tanto dal Cielo e le ha indicato la via per uscirne fuori. Sono sicuro che l'Angelo custode è suo padre, la sua salvezza la Madonna di Medugorje".

 


AFFARITALIANI 5 marzo 2011

La violenza sulle donne, una cosa che sembra normale 

http://affaritaliani.libero.it/cronache/violenza_donne_normale040311.html

 

La violenza sulle donne, una cosa che sembra normale
Sabato 05.03.2011 12:00

Di Ania Goledzinowska, attrice

Si parla tanto dei festini Bunga Bunga e di ragazze che decidono di fare certe scelte,
 vendendo il proprio corpo. Gli si dà spazio su tutti i quotidiani e i settimanali e di conseguenza le si fa diventare delle star, diventando reginette di un ballo o l'altro. Invece la realtà è diversa. Non ci si dedica abbastanza tempo e impegno per impedire che vengano violentate le ragazzine.

Tre violenze sessuali in dieci giorni a Roma e riesplode la questione sicurezza. L'ultimo caso, il più grave è lo stupro di gruppo avvenuto nella vecchia sede dell'ambasciata somala,"oppure "la ragazza spagnola violentata a roma, un coltello alla gola pensavo di morire"o ultima violentata da tre carabinieri. Violenza sulle donne, sembra una cosa normale. Succede in pieno giorno, fa parlare per qualche ora e poi ci si dimentica. Ci si dimentica anche se per queste ragazze e un trauma che rimane a vita. Perchè chi violenta ti uccide, uccide la tua anima per sempre. Questo dovrebbe essere punito come un omicidio. Tantissime altre donne costrette alla prostituzione oppure molestate nei posti di lavoro o malmenate dai propri compagni. 

Le ragazzine che vivono i traumi degli zii o amici di famiglia che le hanno adocchiate nonostante siano solo bambine. Ci si chiede dove andremo a finire cosi? E colpa dei genitori? Che non dedicano abbastanza spazio ai loro figli che di conseguenza cresceranno comettendo stupri, omicidi, rapine,spacciando o assumendo droga? E' colpa della società che ignora un certo tipo di mondo facendo finta che non esiste? Perchè? Perchè è gente di cui non importa nulla a nessuno. Ragazzi che non hanno una famiglia, ragazzi soli , la cui la morte o eccessi sono solo un fastidio per la polizia. E proprio loro che rischiano piu di diventare teppisti.  Giovanni che ci sono in tutte le città del mondo. Ragazzi soli che sembrano i fantasmi prima ancora di morire. Perchè vivono intorno a noi ma nessuno li vede. Ci ricordiamo di loro solo quando disgustati  troviamo tracce di vomito, urina o sangue all' angolo di una strada. autrice del romanzo - verita "con occhi di bambina" edito piemme (uscito 22 febbraio 2011) ci racconta con la testimonianza in prima persona tutto questo. Parla di droga, alcol, violenza sui minori, stupro, ispettore di polizia corrotto e poi arrestato che contribuiva alla prostituzione, lei sequestrata dagli agguzzini minorenne, genitori assenti, una 14 anni uccisa e buttata nel cassonetto della spazzatura dal proprio ragazzo, e molte altre cose che hanno fatto parte della vita di questa ragazza polacca ormai 28'anni, che ora vive a Milano, e racconta la sua cruda storia in un libro. Perchè la sua storia e la storia di tante altre persone, spesso donne, che non hanno voce, perche le volte stare dalla parte della giustizia ci si sente impotenti. E la voce va data magari a chi certa vita se la sceglie (le escort, rubygate etc).

 

 

 Intervista - TGCOM - "Non mollare mai" Con occhi di bambina, l'autrice- 28.02.2011

Ania a Tgcom: "Non mollare mai"Con occhi di bambina, l'autrice

Un romanzo-verità, una testimonianza cruda e sincera di una vita difficile e piena di sofferenza. Tutto raccontato in Occhi di bambina: il libro edito Piemme di Ania Goledzinowska , una giovane polacca giunta in Italia per fare la modella che invece si è trovata nel racket della prostituzione a contatto con sfruttatori che non le hanno risparmiato alcuna violenza. Ha conosciuto l’inferno, poi ha trovato la luce: la fedei sognila speranza. “Non ho mai smesso di sognare – racconta a Tgcom – Con la mia testimonianza vorrei arrivare al cuore della gente e lasciare un messaggio di speranza”

 

Il tuo libro è stato definito un romanzo-verità. Denunci violenze, l’uso di droghe, un sistema corrotto. Ti aspettavi di trovare questo degrado qui in Italia?
" No. Lo scontro con la realtà è stato durissimo. Quando ho intrapreso il viaggio verso l’Italia mi aspettavo di trovare un paese felice, le arance sugli alberi, il sole, le presone buone. E invece purtroppo non è stato così."

Parti dalla descrizione del tuo stupro. Un momento difficile da ricordare. Come mai questa scelta? 
"La mia storia è quella di tante donne. E’come se avessi voluto dare voce a questo popolo di invisibili. Ho fatto un percorso molto difficile, ma volevo farlo: è stata per me una sorta di terapia."

A un certo punto parli del mondo dello spettacolo e dici che tu sapevi e vedevi tutto, ma che hai scelto di rimanere te stessa e stare fuori da certi meccanismi. Che vedevi? 
"Ho visto di tutto. Come ho scritto nel libro, a un certo punto apro una porta per sbaglio e vedo un noto presentatore televisivo(preferisce non fare il nome, ndr) a letto con due trans; oppure in bagno ho trovato una presentatrice ubriaca, a terra e con le mutande abbassate. Insomma, di tutto. Io però ho sempre creduto che se hai un sogno da inseguire prima o poi si avvera. Ho scelto di continuare a studiare spettacolo, di andare per la mia strada senza chiedere favori a nessuno, di seguire un percorso e prefissarmi un traguardo: ad esempio questo libro."

Sei stata definita da molti l’anti-Ruby. Cosa ne pensi di lei,delle ragazze di Olgettina, dei festini di Arcore e del bunga bunga?
"Ho letto da qualche parte che Ruby si è convertita al cristianesimo, allora sarà la fede a salvarla. Per le ragazze di via Olgettina credo che non sia stato Berlusconi a calpestare la loro dignità, ma che siano state loro a calpestare la dignità delle donne, di tutte la altre donne che non scendono a compromessi".

Cosa diresti o consiglieresti a chi vende il proprio corpo per arrivare da qualche parte? 
"I media su questo si concentrano troppo: a loro non direi niente. Dio vede e provvede, faranno in conti con la propria coscienza. Invece mi soffermerei su quelle donne che sono costrette a prostituirsi, che sono sfruttate perché ce ne sono tantissime."

C’è stato un momento in cui hai deciso di mollare tutto?
"Non uno, tantissimi. La depressione, la droga, i problemi economici continui, la miseria. Ma anche adesso: ho scritto il libro, è vero, ma semmai non posso permettermi l’affitto. Solo che io non vado da nessuno a elemosinare soldi."

Poi è arrivato Medjugorje e la fede…cosa è successo?
"Ho sempre sentito dentro di me il bisogno di andare a Medjugorje. L’amicizia con Paolo Brosio mi ha fatto scoprire la fede. Con lui poi ho litigato, sono andata in pellegrinaggio con altre persone e ho provato sensazioni inspiegabili".

A un certo punto parli della Madonna e dici che non l’hai vista come la descrivono tutti, con l’abito bianco lungo e i capelli sciolti, ma sentivi che c’era. Cosa sentivi?
"L’apparizione in sé mi ha deluso perchè non ho visto niente. Poi durante la via crucis alla seconda stazione sono caduta a terra e non volevo più continuare. A un certo punto ho sentito una spinta, ho proseguito e ho iniziato a pregare da sola, io che non avevo mai pregato in vita mia".

Se dovessi tornare indietro c’è qualcosa che non faresti?
"No.Credo che tutto quello che ho vissuto, anche se doloroso, doveva accadermi per arrvivare dove sono oggi. Penso che doveva essere così perché quando conosci l’amore di Dio non c’è niente che ti può ferire. Sei illuminato e protetto da questo amore".

Qual è il tuo messaggio?
"Voglio solo parlare con sincerità al cuore della gente, raccontare le emozioni e dare un messaggio di speranza a tutti quelli che vivono in condizioni tristi, peggiori di quelle in cui ho vissuto io".

Manuela D'Argenio

 


 
 
 

Con Occhi Di Bambina

Post n°1 pubblicato il 10 Gennaio 2011 da ania_goledzinowska
 

 

 BENVENUTI NEL MIO BLOG. PIACERE DI CONOSCERVI. IL MIO PRIMO LIBRO "CON OCCHI DI BAMBINA" ESCE 22 FEBBRAIO 2011 IN TUTTA ITALIA.

SE VI FA PIACERE QUI TROVERETE INFO SUL LIBRO

http://www.facebook.com/pages/Con-Occhi-Di-Bambina/127726200627297

MI HANNO SUGGERITO DI APRIRE UN BLOG ANCHE SE SINCERAMENTE NON SAPREI COME LO DOVREI GESTIRE, MA CI PROVERO.

SPERO CHE AVREMO MODO DI CONFRONTARCI SPESSO IN QUESTO PICCOLO SPAZIO VIRTUALE. UN BACIO - ANIA

trentino cristo pensante59

 
 
 
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