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IL Sutra del Loto


IL SUTRA DEL LOTOÈ considerato una delle scritture buddiste più importanti, che ha ampliamente influenzato la tradizione mahayana in tutta l’Asia orientale. Si ritiene sia stato scritto tra il I e il II secolo d.C. Come molti altri sutra, si estese dall’India all’Asia Centrale, la Cina, la Corea e il Giappone. Giunto in Cina nel terzo secolo d.C. fu tradotto in numerose versioni di cinese, di cui quella di Kumarajiva (344-413 d.C.) è considerata particolarmente pregiata. Il suo messaggio centrale è che la Buddità – una condizione di felicità assoluta, libertà dalla paura e da tutte le illusioni – sia inerente a ogni forma di vita.In particolare, in questo sutra viene dichiarato che tutti gli esseri viventi possiedono la natura di Budda e che non esistono categorie di persone che non possono ottenere la Buddità nella vita presente. Viene inoltre chiarito che il Budda non esiste in qualche luogo speciale e non è un essere soprannaturale, poiché la Buddità esiste da sempre perché è connaturata alla stessa vita dell’universo.Nel ventitreesimo capitolo, in particolare, si legge l’invito a propagare l’insegnamento del Sutra del Loto nel futuro: «Nel quinto periodo di cinquecento anni dopo la mia morte, realizzate kosen-rufu in tutto il mondo e non permettete mai che il suo flusso si fermi». Il Gran maestro T’ien-t’ai – che dedicò tutta la sua vita allo studio e interpretazione del Sutra del Loto – aveva chiaramente indicato il Sutra del Loto come l’insegnamento definitivo e più alto del Budda.Nichiren Daishonin (1222-1282) scelse il Sutra del Loto perché rappresenta il cuore dell’insegnamento di Shakyamuni. Nella traduzione cinese di Kumarajiva il titolo del Sutra del Loto è Myoho-renge-kyo che, secondo Nichiren, contiene l’essenza dell’intero sutra. Sulla base di questa profonda intuizione egli stabilì l’invocazione di Nam-myoho-renge-kyo quale fondamento della sua pratica buddista, che consente a ogni persona di manifestare la Buddità nella vita quotidiana.