inferenze

Sogno fraudolento


Il tempo di alzarsi, lavarsi, vestirsi e sarebbe stata pronta per uscire.Le mancava soltanto una cosa: non sapeva dove doveva andare.Da quando si era trasferita aveva perso ogni desiderio di contatto umano, ed ogni mattina, svegliandosi in quel letto umidiccio, le ci voleva un po' per rendersi conto di dove si trovasse. Aveva perso le sue coordinate, il senso dell'orientamento, tutto.Le capitava addirittura di svegliarsi la notte sapendo di aver sognato di essersi svegliata al mattino e di essersi chiesta dove fosse. Non che le importasse realmente, ma alla fine avrebbe dovuto vincere la battaglia contro la esatta conoscenza della sua condizione spazio-temporale. Questo era davvero importante. Come ogni battaglia con se stessa prima ancora che con il mondo che la circondava.Ecco: adesso doveva capire soltanto dove fosse diretta.Saltò sul letto a gambe incrociate ed occhi in su, come se dovesse apprestarsi ad interferire con gli affari celesti, ed in pochi secondi aveva deciso.Aveva preso in mano la sua vita, sì. Lo aveva fatto, nel bagliore della luce mattutina che adesso in realtà inondava la stanza dandole anche un tantino di fastidio. Ancora guardando in su, come se dovesse sfidare la volontà di un drago sperando di vincerla e sapendo di non poterlo fare, pensò che per andare nel luogo deciso doveva alzarsi, lavarsi, vestirsi eccetera.Così con andatura spavalda e lenta si recò nella stanza da bagno. Lì, tuttavia, accadde l'inevitabile: non una goccia d'acqua veniva giù dal rubinetto, che anzi la osservava dal basso gorgogliando con voce roca.E allora decise di nuovo. Decise che non poteva uscire. Decise di tornarsene a letto, ad attendere di addormentarsi ancora, e di svegliarsi di nuovo, senza sapere per un millesimo di secondo dove si trovasse esattamente. Per poi ripetere lo stesso cerimoniale.Però era padrona della sua vita.