Giorni e nuvole

Quella parte di me rimasta così a lungo in letargo


… …...Fu solo dodici o tredici anni dopo che tutt’a un tratto mi si chiarì di colpo cosa fosse. Mi trovavo a Santa Fe, in New Mexico, per fare un’intervista a un pittore, e verso sera ero entrato in una pizza house dove, bevendo una birra e mangiando una pizza, me ne stavo a guardare un tramonto di miracolosa bellezza.  Tutto il mondo si era tinto di rosso: non solo le mie mani, il mio piatto, ma qualsiasi cosa, fin dove l’occhio poteva arrivare, ne sembrava imbevuta. Era un rosso talmente brillante come se tutto il mondo fosse stato intinto nel nettare di qualche straordinario frutto esotico.  E nel centro di quel tramonto di una bellezza da levare il respiro, di colpo fui assalito dal ricordo di Hatsumi.  Fu solo in quel momento che capii cos’era quel rimescolio nel cuore che mi procurava la sua presenza.  Era una fantasia d’amore infantile, mai appagata e forse inappagabile per l’eternità. Quella pura, infiammata passione l’avevo relegata nell’oblio ormai da tempo immemorabile e, fino a quel momento, ne avevo completamente cancellato l’esistenza. Quella che Hatsumi risvegliava era una parte di me che era rimasta così a lungo in letargo.  E quando me ne resi conto provai una tristezza così profonda che tutto quello che avrei voluto era piangere. Lei era una creatura veramente, veramente speciale.  Qualcuno a tutti i costi avrebbe dovuto salvarla...  ... [da "Norwegian Wood Tokyo Blues" di Murakami H.]     
 [fotografia di L. Makabresku]