Giorni e nuvole

croc


 Scartò un cioccolatino..  che non era ino e nemmeno one.. un cioccolat ricoperto di piccolissime scaglie di nocciole.. che forse erano mandorle, ma poco importava tanto erano buone.. dentro era ripieno di crema gianduia.. e ancora più indentro c'era una nocciola intera non tanto grossa che quando lei l’addentava faceva croc, spargendo in ogni dove per tutta la bocca tanti minuscoli pezzettini.. quei pezzettini, tanti come bambini in festa, come i bambini dell’asilo quando escono urlanti in giardino per ricreazione.. che scappano felici ed è come se facessero croc alla vita.. croc.. i pezzettini di nocciola si incastravano come frammenti preziosi negli anfratti dei denti e lei con cura doveva liberarli con la lingua.. e diventavan sempre più piccoli fino a svanire piano, fino a lasciare dietro di sé il sapore di qualcosa di buono che quando l’assapori è già finito.. Assaporò quel cioccolat  mentre il collega le avvicinava il cellulare all'orecchio.. all’altro capo la voce pacata e finta del suo dirigente che doveva chiarirle, confondendole le idee, su quel tal mandato.. quella tal e-mail… quel tal episodio..il cellulare in mano, la voce all’orecchio, quello destro.. due parole buttate lì giusto per rispondere a quella voce estranea e darle il tempo di far provvista di dolcezza.. almeno per un attimo.. non pensò nemmeno un secondo al lavoro del suo dentista.. Era stata una brutta giornata..la mail di un amico che le rinfacciava com’era, perché era, perché non era… in una sola parola sbagliata.. il tono seccato di suo padre a telefono.. quel giornale e quell’inserto da comprare per lui, che cinque minuti dopo averli ricevuti li avrebbe dimenticati e le avrebbe rinfacciato il giornale che 20 giorni fa lei aveva dimenticato di acquistare.. lui ci teneva tanto.. la sua macchina sempre più rotta.. chissà se pure oggi avrebbe resistito e l'avrebbe portata a casa.. e quei 497,00 euro.. che proprio non ci volevano.. per riacquistare un nuovo copriruote per l’auto formato transatlantico di proprietà del portiere dello stabile presso cui si trovava il suo ufficio..appena una traccia di rossetto lasciata da un'impronta di labbra, come fosse un bacio.. così lei aveva pensato quando, uscendo dal lavoro esausta, aveva urtato (piano) con la sua vettura rosso porpora sbiadito quella sezione di mondo, grigia come la vita.. come la sua vita quel giorno lei si sentiva così.. sbagliata..senza un posto nel mondo..