l'occhio del falco

Al collega Fox Kestrel


“Ne ho piene le palle di orizzonti perduti –  a vista d’occhio.Perché devo sostenerne quella linea piatta. Non hai sentito anche tu che l’usignolo ha smesso di cantare? Il suo ritmo vitale – che si distingue notturno quando altri zittiscono – è come il nostro, è come l’alternanza delle valli con le vette e i burroni  - precipitano nelle pause, volteggiano come condor, in picchiata e risalita veloce.Posso volare, potente, per centinaia di chilometri senza mai battere le ali  - su correnti maestose - per far questo ho bisogno di montagne e profili maestosi che si ripetono in catena, quella montuosa, la più lunga del mondo: Argentina, Bolivia, Cile, Colombia, Ecuador, Perù e VenezuelaMa a me piace stare in Perù.Dove mi legano sulla groppa di un toro  - lo artiglio e lo becco il conquistadores – che cade stremato nella lotta.Una volta sono rimasto ucciso io  - alla corrida, nella piazza della sfida”." Una volta - per me - un uomo si è chiuso in una gabbia.Protesta - che strambi gli europei - un pentito latino, eroe dei due mondi - superba.Mi fai compagnia? - chiedeva.Qui se qualcuno passa un povero custode prende denaro - turisti - ma io torno a volare.L'eroe si chiuse in gabbia per la mia libertà, una ciotola di cibo passata attraverso la rete.Io torno a volare, c'è spazio in gabbia".in volo Falco