occhiodivolpe

polpastrelli


lievi le dita velar dietro la nuca , sfiorar la dolce concavità , sfiorar la prima balùgin dei capelli , saziarsi di se stesse e di quel tòcco ...sognanti di se stesse , il polpastrello indagar il còncavo dietro l orecchio , attardarsi nel buio e risalire , cogliere il tremore nella tenerezza , in qualche frèmito suo rifugiarsi ...sfiorar dal lobo lentamente per il bordo , carezzarne il profilo e poi scendere per l ombra che tace e non nasconde , l ombra che chiama gli echi di quei tòcchi nella mente ...come su un arpa sonar la pelle , sollecitar languori con tòcchi lievi e carezze lunghe , intente nell arabesco ricamato al buio , ghirigoro non visto ma sentito ...