occhiodivolpe

dolomiti


per aver visto la cima ed il versante , tra monti e foreste e nevi , e studiato le quote , i sentieri , i dislivelli , e l ore del percorso ; salir ancora nei boschi di làrici ormai radi e lontano il rododendro , il passo lungo per tracce tortuose , dai tronchi per spacchi uscir la rèsina ...infin uscir sulla pietra , la via assolata dei gran sassi coi muschi ed i licheni , i passi corti , il fiato che si rompe e si riappara , le genziane e negli spacchi il raperonzolo ; i passi a metà del piede , l erta spezzata in passi diagonali , e la fatica , sentir le stille calar dentro le orecchie e sulle ciglia ...infin la neve e il ghiaccio , gli  scarpon chiodati spezzar polpacci , il passo orizzontale piede su piede a spezzare l erta , il sopraffiato per l aria rada , il passo lento e innaturale a guadagnar centimetri , non veder cieli celesti e immacolate cime ... solo morir e non ancor la resa ...l occhio per terra e la fatica in corpo , e non fermarsi , non superar ferrate e strappi , ghiacci e morene se non per vincere su niente se non se stessi , per arrivar sul punto segnato sulla carta , oltre i tremila ed ore ed ore , segnarsi fatto un altro appuntamento tra cieli celesti e immacolate cime , e con se stesso ...