Intervista all'artistaAlfonso Maffini, un artista eclettico che si dedica a diverse forme d’arte. Legato alla terra piacentina- dove nacque nel 1960 – è originario di Monticelli. Attualmente vive sul lago di Garda ma periodicamente torna per proporre le sue opere. Stavolta la tappa sarà Podenzano che festeggia il patrono San Giacomo e il pomodoro abbinando alla rassegna una personale di Maffini nell’auditorium comunale. La mostra verrà inaugurata sabato 29 luglio alle 20,30 in un doppio evento dove l'artista presenterà anche il suo recente romanzo dal titolo "Scacco al re". Lo abbiamo incontrato per parlare del suo rapporto con l’arte, con la pittura e con la scrittura.Ci parli della sua formazione artistica“Ho capito la mia passione per la pittura a sei anni. Abitavo a Monticelli ed ebbi la fortuna di avere come vicino di casa il grande artista Giacomo Malfanti. Era una personalità molto schiva e che non amava troppo le relazioni sociali. Tuttavia mi aprì le porte del suo studio. Fu l’ingresso in quella stanza l’evento scatenante che mi introdusse alla pittura. Da quel giorno Malfanti divenne il mio maestro“.Ricorda ancora il suo primo lavoro?“Si, lo conservo ancora: ritraeva un paesaggio classico con una montagna sovrastata dal temporale. Riguardandolo ora mi stupisco dell’uso maturo che facevo dei colori, quasi troppo adulto per la mia età. Un prevalere di toni pacati, spenti“.Colori agli antipodi della sua attuale maniera pittorica…“Infatti. I miei colori preferiti sono l'oro (inserito in lamine nelle tele ) e colori solari. Un quadro generalmente va in una casa ed è importante che chi lo vede ogni giorno possa cogliere allegria e vitalità da esso. Mi piace molto Klimt, per la sua pittura ricca di oro. Il suo gusto e la raffinatezza fanno di lui un genio unico. Un altro genere che mi attrae molto è la Pop art: l'uso spregiudicato del colore, la scelta di soggetti inusuali fanno di questa corrente una pioniera di un nuovo modo di vedere l'arte.Quali soggetti preferisce rappresentare?Tanti i soggetti che ho ritratto, ma non mi piace perdere troppo tempo sempre sullo stesso tema, l’arte per me è continua innovazione: dai fiori, alle femmes fatales, a copertine anni 70, ad animali ,alle maschere veneziane. Spesso mi sono ispirato all’astrattismo con una continua ricerca ai fini di produrre qualcosa di personale e riconoscibile.“Scacco al re” un romanzo che lei ha scritto dove fantasia e realtà sono congiunte…“Reale e fantastico sono tenuti insieme dalla compresenza di pittura e scrittura non senza richiami alla musica attraverso citazioni e ricordi. Il libro è il percorso di un dialogo tra due protagonisti (due porcellini) che sono l’alter ego di un amico e di me stesso intenti a discutere della vita, dell’arte e del tempo che scorre“.Prossimi progetti?“Ho già iniziato a scrivere il proseguimento del romanzo che si intitolerà “Fiato alle trombe” ed è un romanzo on the road. Il tempo necessario per scrivere è tanto, un quadro, una volta afferrata l’idea è veloce essendo un’attività manuale e rilassante. Lo scrivere è invece molto cerebrale e richiede massima concentrazione. Per questo ci vorrà ancora un po‘ di tempo prima di concludere il libro”.
Alfonso Maffini inaugura una personale e il nuovo romanzo
Intervista all'artistaAlfonso Maffini, un artista eclettico che si dedica a diverse forme d’arte. Legato alla terra piacentina- dove nacque nel 1960 – è originario di Monticelli. Attualmente vive sul lago di Garda ma periodicamente torna per proporre le sue opere. Stavolta la tappa sarà Podenzano che festeggia il patrono San Giacomo e il pomodoro abbinando alla rassegna una personale di Maffini nell’auditorium comunale. La mostra verrà inaugurata sabato 29 luglio alle 20,30 in un doppio evento dove l'artista presenterà anche il suo recente romanzo dal titolo "Scacco al re". Lo abbiamo incontrato per parlare del suo rapporto con l’arte, con la pittura e con la scrittura.Ci parli della sua formazione artistica“Ho capito la mia passione per la pittura a sei anni. Abitavo a Monticelli ed ebbi la fortuna di avere come vicino di casa il grande artista Giacomo Malfanti. Era una personalità molto schiva e che non amava troppo le relazioni sociali. Tuttavia mi aprì le porte del suo studio. Fu l’ingresso in quella stanza l’evento scatenante che mi introdusse alla pittura. Da quel giorno Malfanti divenne il mio maestro“.Ricorda ancora il suo primo lavoro?“Si, lo conservo ancora: ritraeva un paesaggio classico con una montagna sovrastata dal temporale. Riguardandolo ora mi stupisco dell’uso maturo che facevo dei colori, quasi troppo adulto per la mia età. Un prevalere di toni pacati, spenti“.Colori agli antipodi della sua attuale maniera pittorica…“Infatti. I miei colori preferiti sono l'oro (inserito in lamine nelle tele ) e colori solari. Un quadro generalmente va in una casa ed è importante che chi lo vede ogni giorno possa cogliere allegria e vitalità da esso. Mi piace molto Klimt, per la sua pittura ricca di oro. Il suo gusto e la raffinatezza fanno di lui un genio unico. Un altro genere che mi attrae molto è la Pop art: l'uso spregiudicato del colore, la scelta di soggetti inusuali fanno di questa corrente una pioniera di un nuovo modo di vedere l'arte.Quali soggetti preferisce rappresentare?Tanti i soggetti che ho ritratto, ma non mi piace perdere troppo tempo sempre sullo stesso tema, l’arte per me è continua innovazione: dai fiori, alle femmes fatales, a copertine anni 70, ad animali ,alle maschere veneziane. Spesso mi sono ispirato all’astrattismo con una continua ricerca ai fini di produrre qualcosa di personale e riconoscibile.“Scacco al re” un romanzo che lei ha scritto dove fantasia e realtà sono congiunte…“Reale e fantastico sono tenuti insieme dalla compresenza di pittura e scrittura non senza richiami alla musica attraverso citazioni e ricordi. Il libro è il percorso di un dialogo tra due protagonisti (due porcellini) che sono l’alter ego di un amico e di me stesso intenti a discutere della vita, dell’arte e del tempo che scorre“.Prossimi progetti?“Ho già iniziato a scrivere il proseguimento del romanzo che si intitolerà “Fiato alle trombe” ed è un romanzo on the road. Il tempo necessario per scrivere è tanto, un quadro, una volta afferrata l’idea è veloce essendo un’attività manuale e rilassante. Lo scrivere è invece molto cerebrale e richiede massima concentrazione. Per questo ci vorrà ancora un po‘ di tempo prima di concludere il libro”.