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''L'amico di famiglia''


Un film di Paolo Sorrentino con Fabrizio Bentivoglio, Giacomo Rizzo, Laura Chiatti. La storia di un usuraio settantenne che si divide tra la mamma malata , la sua sartoria e le visite al suo tesoro rigorosamente depositato in cassette di sicurezza. Ma anche gli usurai si innamorano, della figlia di una delle sue vittime ovviamente, ovviamente una bella ragazza, 'miss agro pontino'. La storia potrebbe sembrare scontata, ma il modo in cui è raccontata non lo è per niente. Scene apparentemente confuse e musica elettronica tengono costantemente incollata l'attenzione allo schermo, personaggi fortemente caratterizzati come quello di Geremia ( Giacomo Rizzo) o di Gino (Fabrizio Bentivoglio) e fortemente negativi invitano alla ricerca del 'buono' della situazione. Ma il 'buono' in assoluto quello del 'lieto fine' qui non c è. L'usuraio sembra avere rapporti malati con chiunque lo circondi , la mamma, il padre, le donne, gli amici, ha un rapporto malato con la vita, con il mondo. Ed è l'intero mondo disegnato da Sorrentino che è malato, non c è salvezza. Ed alla costruzione di quest' idea partecipano anche le architetture fasciste che fanno da sfondo, apparentemente senza vita, non vissute; degli involucri che nascondono le nefandezze umane senza parteciparvi se non con la freddezza del marmo di cui sono rivestite.La critica alle manie del nostro tempo è fin troppo evidente, dalla passione per il country western, alle velleità artistiche delle giovani ragazze di provincia ,alle donne che non vogliono accettare il tempo che passa.E Geremia è li, a prestare soldi.......... a prestare soldi per la realizzazione di progetti in cui nemmeno i diretti interessati credono, e che quando lo fa diventa 'l'amico di famiglia ' appunto, quello che sceglie perfino le bomboniere per il matrimonio . Geremia rappresenta il male in una società dove però il marcio è uniformemente distribuito. Un film da vederenella foto, fabrizio bentivoglio in una scena del film