CLUB DEL GAMBALETTO

Post N° 252


Durante l’università ho potuto constatare che, come in tutte le comunità che si rispettino, vige un decalogo da rispettare...ogni volta che mi apprestavo a sostenere un esame mi ritrovavo a fare i riti scaramantici propri dell’ormai consolidata “consuetudine anti-sfiga dello studente”.Per prima cosa, dopo un periodo di studio più o meno  proficuo, la notte prima degli esami.. si doveva passare a ripetere.. in pratica io e l’amica/o di turno, che studiavamo lo stesso esame, volevamo in una notte riuscire a immagazzinare più nozioni possibili.. ripetendo e ripetendo e ripetendo all’infinito.. Si iniziava con la cena leggera, cuccuma enorme di caffè (dobbiamo stare svegli tutta la notte), due chiacchiere dopo cena con gli altri (tanto abbiamo tutta la notte.. prima rilassiamoci un po’...), sigarettina e poi si inizia eh?? Altra sigaretta e .. se andassimo a bere una birra e poi iniziamo con più grinta? Ma sì dai.. verso l’una tornavamo a casa sbadigliando.. mmm sai cosa facciamo? Adesso dormiamo un po’ e poi domani mattina ci svegliamo presto e ripassiamo.. a mente fresca siamo più lucide.. e andavamo a dormire, svegliandoci poi verso le 8 giusto in tempo per darci una lavata e arrivare all’appello SENZA AVER TOCCATO LIBRO...Una volta arrivate in facoltà (sempre con i nostri libri sotto braccio) e fatto l’appello... ci mettevamo a sfogliare il libro.. in completo stato di panico perché alle domande che avevamo sentito non riuscivamo mai a dare risposta.. ci aggiravamo tra gli altri esaminandi cercando uno sguardo complice nella disgrazia ma, regolarmente, trovavamo la fantomatica secchiona.. quella che ti fa venire ancora più ansia... La secchiona da esame è quella che sa tutto ma continua a ripassare, una sconosciuta che ti chiede.. “questo lo sai?” e puntualmente si rispondeva “mmmm.... questo? Mmm veramente no” e lei diceva “io sì..” (e allora che cazzo me lo chiedi a fare??).. via, via, via.. andiamo via... da qui.. troviamoci un posticino tranquillo.. tanto le domande che abbiamo sentito le ha già fatte... a noi chiederà altro... Ed ecco un altro rito propiziatorio pro-esame... MAI, dico MAI dire (nemmeno pensare) “speriamo che non mi capiti quel professore” .. perché puntualmente al momento dell’appello.. quando sta per toccare a te.. ecco che la belva peggiore, il famigerato professore da evitare prende in mano tra tutti il tuo libretto... e urla il tuo nome.. (porca miseria che sfiga! E vabbè... vado)Una volta seduta altra cosa da evitare è “speriamo che non mi chieda questo argomento” MAI FARE QUESTO ERRORE.. bisogna concentrarsi sulla domanda che si vuole.. e mai su quella che non si vuole.. perché il prof., che credo abbia sviluppato ormai una sorta di telepatia perfida, puntualmente chiede proprio quel capitolo che noi stiamo sperando non ci chieda... e allora lì parte la situazione anti-panico.. (calma e sangue freddo.. non so un cazzo ma lui non lo deve capire) e si comincia con un cappello incredibile.. cercando di portare il prof a fare altre domande verso l’argomento a noi più consono.. ma puntualmente non succede e al dunque “Sì ma io le ho chiesto un’altra cosa” si rimane con uno sguardo ebete, fronte perlata e balbuzie incipiente... finché dopo aver annotato un meno sul suo notes non si passa alla seconda domanda.. Quando nella migliore delle ipotesi si riesce a ottenere il risultato (un voto stiracchiato ma, per quanto hai elemosinato davanti all’impietoso prof ti sembra un 30 e lode).. si esce tutti contenti e si va al bar.. imprecando un po’.. e dando sempre la colpa al prof.. “ma io questo esame l’avevo studiato benissimo.. e sto stronzo mi ha fatto domande che nemmeno c’erano nel libro.. cosa devo fare, imparare tutto lo scibile del diritto??”